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Il suolo è la vera cassaforte di biodiversità: contiene due terzi delle specie viventi nel mondo. FOTO: Wioletta da Pixabay

Biodiversità, il 66% delle specie vive nel suolo

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Il dato è contenuto in un'analisi di studi condotta dal WSL svizzero. Il suolo è l'habitat più ricco di specie sulla terra. Il gruppo con la percentuale più alta è quello dei funghi (90%), seguono piante e le loro radici.
L'Hymenoscyphus fraxineus, importato nel Regno Unito insieme ad alcune piante, è una delle specie fungine che hanno causato uno dei danni ambientali maggiori nel Paese. FOTO: The Wildlife Trusts.

UK, “vietare l’importazione di suolo per salvare gli ecosistemi”

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La proposta è del WildLife Trusts britannico, alla guida di un cartello di associazioni. Le importazioni di piante e terriccio nel Paese ha introdotto nel Paese molte specie animali pericolose per gli ecosistemi locali
Il National Biodiversity Future Center istituito dal CNR è il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità. FOTO: Coralie Meurice su Unsplash

Biodiversità, è nato il primo centro di ricerca italiano

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Avrà sede a Palermo e potrà contare su 320 milioni di fondi per tre anni. A coordinarlo il Cnr. Coinvolgerà 2000 scienziati e 49 istituzioni impegnate a studiare e preservare gli ecosistemi italiani. Il nostro Paese è infatti uno dei più ricchi di biodiversità in Europa: conta oltre 10mila piante vascolari e 60mila specie animali

Insetti impollinatori, alleati preziosi. Un progetto per favorirne l’adattamento

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Il lavoro di api, farfalle, coleotteri e altri insetti vale 3 miliardi di euro l'anno solo in Italia (e 153 miliardi a livello globale). Da qui al 2026, il progetto LIFE BEEadapt interverrà in cinque aree italiane per sviluppare azioni pilota replicabili e a basso costo capaci di frenare il declino degli impollinatori
Il calo degli insetti impollinatori produce effetti negativi sulla disponibilità e sul prezzo di cibi sani come noci, legumi, frutta e verdura, causando un aumento delle morti premature. FOTO: Christiane da Pixabay

500.000 morti l’anno legate al calo degli impollinatori

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La stima, peraltro “prudenziale”, è contenuta in un nuovo studio internazionale pubblicato su Environmental Health Perspectives. I decessi prematuri sarebbero causati dalla minore disponibilità e dai prezzi crescenti di alimenti salutari, a loro volta connessi con il declino globale degli insetti impollinatori
Lo studio dell'impatto dell'urbanizzazione sulle api e altri impollinatori è stato realizzato nell'area metropolitana di Berlino. FOTO: Fabian Schneidereit su Unsplash

L’urbanizzazione minaccia la diversità di api e farfalle

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Da una ricerca tedesca la conferma che il grado di cementificazione e la qualità dell'habitat locale influiscono sull'attività delle api e di altri insetti. Diminuiscono le interazioni con le piante. Eppure i prati urbani, se ben gestiti, possono essere contesti preziosi per gli impollinatori
Da anni il numero di insetti è in costante, preoccupante diminuzione. FOTO: Pixabay

Insetti in declino? “Colpa di consumo di suolo e inquinamento”

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Uno studio svizzero-tedesco ha indagato i principali fattori alla base della costante diminuzione degli insetti e della loro biodiversità. Preoccupano anche le specie invasive e l'agricoltura intensiva. Il 40% di tutte le specie sarà a rischio estinzione nei prossimi decenni
La produzione del collagene bovino alimenta un settore da 4 miliardi di dollari all'anno e favorisce la deforestazione nell'Amazzonia brasiliana. Foto: Kate Evans/CIFOR Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)Kate Evans/CIFOR Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

Anche il collagene dietro alla deforestazione in Amazzonia

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Un’inchiesta giornalistica punta il dito contro le aziende dell’allevamento che in Amazzonia riforniscono l’industria del collagene alimentando un comparto da 4 miliardi di dollari
La presenza di lombrichi è uno dei più importanti segnali di fertilità di un terreno agricolo. FOTO: Chesna da Pixabay

Pacciamatura, le bioplastiche compostabili non danneggiano i lombrichi nei terreni

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Uno studio dell'università di Santiago de Compostela ha indagato gli effetti sulle popolazioni di lombrichi di diverse concentrazioni di bioplastiche compostabili certificate. Nessun effetto sulla loro crescita e quantità. Un passo in avanti nella ricerca di soluzioni alle contaminazioni da plastica tradizionale
Secondo un nuovo rapporto FAO, migliorare le pratiche di gestione delle praterie usate per il pascolo degli animali, può aumentare la capacità dei suoli di assorbire il carbonio.

“Nei suoli delle praterie il 17% del sequestro potenziale di carbonio”

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Un'analisi dell'Agenzia ONU stima in 3 quintali annui per ettaro la quantità di carbonio supplementare che potrebbe essere stoccato nelle praterie, adottando le corrette pratiche di gestione. I maggiori margini di stoccaggio in Africa sub-sahariana e l'Asia meridionale.