2 Novembre 2023

Appuntamento, il 30 novembre prossimo a Roma. La pubblicazione, realizzata in collaborazione con esponenti di Joint Research Center, Ispra, Crea e delle diverse società del suolo, fotografa le diverse forme di degrado e indica azioni prioritarie per invertire la rotta

di Emanuele Isonio

 

A livello globale, il degrado del suolo, in particolare di quello destinato all’agricoltura, ha raggiunto, e spesso superato, i livelli di guardia. Il 90% dei suoli sarà a rischio entro il 2050 e con essi, la sicurezza alimentare globale. Da terreni in buon salute dipende infatti il 95% del cibo prodotto nel mondo. Ovviamente ingenti sono i danni economici connessi con la perdita dei servizi ecosistemici. L’Italia non è ovviamente esente da questo trend: nell’ultimo quarto di secolo abbiamo già perso il 28% dei terreni coltivabili.

Le forme di degrado sono molteplici e, giorno dopo giorno, più preoccupanti. Eppure, ancora oggi, non è mai stata realizzata in Italia (e a dir la verità anche nella stragrande maggioranza dei Paesi europei) una pubblicazione che le riunisse tutte insieme. Per questo, Re Soil Foundation ha deciso di realizzare “La Salute del suolo italiano al tempo della crisi climatica”.

La copeLa copertina del rapporto La salute del suolo italiano al tempo della crisi climatica.rtina del rapporto.

La copertina del rapporto.

Un approccio olistico

“L’obiettivo di questo rapporto – spiega Walter Ganapini, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Re Soil – è di porre l’attenzione sui principali fattori di degrado del suolo italiano, tentando anche di indicare, per ciascuno, quali sono i territori maggiormente esposti al problema. In questo modo, vogliamo aiutare gli operatori dell’informazione, gli amministratori locali e nazionali, l’opinione pubblica a prendere coscienza delle dimensioni del fenomeno e delle sue implicazioni sul fronte economico, sociale, della sicurezza alimentare oltre che ambientale. È giunto il momento di comprendere l’importanza di affrontarlo attraverso un approccio olistico, che veda coinvolti i diversi stakeholder”.

La presentazione del rapporto avverrà a Roma il 30 novembre prossimo, durante una conferenza stampa a Palazzo Rospigliosi. Data non casuale, perché è il giorno in cui inizierà la Cop28 di Dubai ed è a ridosso del World Soil Day 2023.

La struttura della pubblicazione

La struttura della pubblicazione evidenzia il suo duplice obiettivo: da un lato, spiegare quali sono i principali problemi cui sono sottoposti i suoli italiani (perdita di sostanza organica, dissesto idropedologico, impermeabilizzazione, desertificazione, contaminazione). Dall’altro, dare spazio alle proposte dei maggiori esperti italiani in materia.

Per questo, la prima parte del rapporto è stata realizzata coinvolgendo rappresentanti del Joint Research Center della Commissione europea, del CREA (Consiglio nazionale per la Ricerca e l’Economia agraria), dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale), e del Ministero dell’Ambiente.

La seconda contiene invece i punti di vista e le proposte delle principali Società del Suolo (Società Italiana Scienze del Suolo, Società Italiana Chimica Agraria, Società Italiana di Pedologia, Accademia Nazionale di Agricoltura, Scuola Agraria del Parco di Monza). Ma all’interno della pubblicazione, vengono anche presentate alcune best practice che indicano possibili soluzioni pratiche ai problemi illustrati.

Gli interventi previsti

“Re Soil Foundation è nata proprio per cercare di aumentare l’attenzione su quella che ancora oggi è una vera e propria ‘Cenerentola’ delle emergenze ambientali” ricorda Margherita Caggiano, responsabile Comunicazione della Fondazione. “Per riuscirci, è essenziale stimolare la consapevolezza dei cittadini sul problema ma anche di coinvolgere in azioni sinergiche le tante professionalità e competenze che il nostro Paese possiede. Questa iniziativa, al pari degli Stati generali del suolo, in programma fra pochi giorni all’Ecomondo di Rimini, danno concretezza a questo nostro compito”.

Alla presentazione del rapporto il 30 novembre interverranno gli autori che hanno curato le diverse analisi: Luca Montanarella, componente del JRC-CE, vincitore del Glinka World Soil Prize della FAO; Claudio Ciavatta, professore ordinario di Chimica Agraria all’università di Bologna; Giuseppe Corti, direttore Agricoltura e Ambiente del CREA; Michele Munafò, responsabile del Servizio per il Sistema Informativo Nazionale Ambientale dell’ISPRA; Francesca Assennato, responsabile dell’Area monitoraggio e analisi integrata dell’uso del suolo, trasformazioni territoriali e processi di desertificazione dell’ISPRA; Laura D’Aprile, capo del Dipartimento Transizione ecologica e investimenti verdi del Ministero dell’Ambiente.

Previsti inoltre gli interventi di rappresentanti delle diverse società del suolo che hanno avanzato soluzioni e proposte per il contrasto alle diverse forme di degrado del suolo.

La partecipazione alla conferenza è valida per il conseguimento dei crediti formativi previsti dall’Ordine dei giornalisti e dall’Ordine degli agronomi e dottori forestali.

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