Con 605 sì, 55 no e 41 astenuti il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede alla commissione Ue una direttiva vincolante a favore della biodiversità del suolo
di Emanuele Isonio
La maggioranza di parlamentari favorevoli è sicuramente regale. Soprattutto se paragonata a chi ha votato contro o si è astenuto: 605 su 660 votanti (cui si aggiungono 41 astenuti). Ieri il Parlamento europeo, nella sua sessione plenaria, ha approvato definitivamente la risoluzione con la quale chiede alla Commissione Ue di predisporre una direttiva specifica per la protezione del suolo.
@EUparliament calls on the Commission to design an EU-wide common legal framework for the protection and sustainable use of soil, addressing soil threats and promoting restoration measures https://t.co/0DX36YsGx9
— Michele Munafò (@mic_mun) April 28, 2021
L’approvazione della risoluzione era data per scontata visto il parere positivo ricevuto la settimana scorsa dalla commissione parlamentare ambiente e il sostegno ricevuto dai sei principali gruppi politici dell’Europarlamento (inclusi i Verdi e Renew Europe).
15 anni fa il primo tentativo di una direttiva suolo
Il documento ripropone l’esigenza, già espressa in passato, che l’Unione europea si doti di una legislazione specificamente destinata a proteggere il suolo. Obiettivo: metterlo sullo stesso piano legale di altre risorse naturali, come acqua e aria. In effetti, ricorda Politico.eu – già nel 2006 la Commissione europea aveva proposto una direttiva simile. Ma, dopo anni di rinvii, fu poi bocciata per il veto sostanziale proposto da Francia, Germania e Paesi Bassi.
Da quel giorno, molto è cambiato oggi. La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha fatto del Green Deal europeo uno dei suoi pilastri. Un impegno esplicito che aveva convinto i partiti ecologisti a votare a favore del suo esecutivo. “L’Unione europea ha bisogno di un quadro olistico sul suolo. Senza di esso, la crisi di biodiversità potrebbe solo peggiorare” ha ammonito il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, durante il dibattito che lunedì scorso ha preceduto il voto sulla risoluzione. La valutazione riprende quanto già sottolineato dai membri della commissione parlamentare ambiente, secondo i quali le misure di protezione sul suolo attualmente in vigore “sono frammentate, prive di coordinamento e spesso non vincolanti”.
La direttiva potrebbe nascere entro l’anno
Ecco perché gli analisti ritengono che la Commissione europea potrebbe presentare entro il 2021 una strategia aggiornata sul suolo, come parte integrante della più ampia strategia per la biodiversità nell’ambito del Green Deal.
“L’approvazione della risoluzione dell’Europarlamento è un’ottima notizia. Il testo rappresenta un segnale forte verso la Commissione e verso gli Stati Membri che devono mettere in atto strumenti efficaci e urgenti per tutelare il suolo, prima che sia troppo tardi” commenta Michele Munafò, responsabile Monitoraggio territorio e consumo di suolo di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale). “C’è bisogno di una direttiva europea con obiettivi chiari. È necessario che il nostro Paese appoggi questa linea con forza. Va evitato che una minoranza di Paesi europei blocchi nuovamente il percorso della Commissione europea, come successo con la precedente proposta di direttiva. E allo stesso tempo dovrebbe procedere approvando al più presto una legge che fermi il consumo di suolo agricolo e naturale dovunque, dalle nostre città fino alle aree più intatte”.
Le preoccupazioni dei parlamentari europei
Gli eurodeputati sottolineano come “i suoli sani siano essenziali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo“, a partire dalla neutralità climatica. Ricordano inoltre l’importanza dei servizi ecosistemici svolti dal terreno e il ruolo chiave di quest’ultimo nella fornitura di cibo e materie prime. Così come nella cattura e nello stoccaggio del carbonio e nella prevenzione di inondazioni e siccità.
Ma il testo della risoluzione va ben oltre: oltre a ricordare che le stime dell’Unione quantificano in 50 miliardi di euro l’anno i costi dell’inazione, ricorda che un suolo sano è “un prerequisito per una produzione alimentare sostenibile”. Peraltro, gli europarlamentari sottolineano che l’attuale assenza di condizioni di parità tra gli Stati membri nei regimi di protezione del suolo rappresenta un “rischio per il funzionamento del mercato interno”. Il problema va quindi affrontato a livello di Unione per evitare distorsioni della concorrenza tra operatori economici. “Il nuovo quadro giuridico affronterebbe il problema della mancanza di certezza giuridica per le imprese e che ha un forte potenziale per stimolare una concorrenza leale nel settore privato, sviluppare soluzioni innovative e know-how e rafforzare l’esportazione di tecnologie al di fuori dell’Unione”.
Le richieste alla Commissione
Da qui la richiesta di un “quadro giuridico comune a livello Ue, affrontando tutte le principali minacce per il suolo”. La risoluzione del Parlamento europeo chiede quindi:
- una definizione comune di suolo, delle sue funzioni e dei criteri per il suo buono stato e uso sostenibile;
- obiettivi, indicatori armonizzati e una metodologia per il monitoraggio continuo di salute e utilizzo;
- obiettivi intermedi e finali misurabili con una serie di dati armonizzati e un preciso calendario di interventi;
- un sistema per condividere le best practice e i sistemi di controllo.
L’Europarlamento inoltre indica alla Commissione di “accompagnare la sua proposta giuridica con uno studio approfondito di valutazione dell’impatto basato su dati scientifici, che analizzi sia i costi dell’azione che della non azione in termini di impatto immediato e a lungo termine sull’ambiente, sulla salute umana, sul mercato interno e sulla sostenibilità generale”.
Un passaggio delle richieste all’esecutivo comunitario riguarda poi le aree a rischio e i siti contaminati, dismessi e abbandonati. Gli eurodeputati ne richiedono una mappatura che permetta poi una decontaminazione. La mozione “invita la Commissione e gli Stati membri ad applicare il principio ‘chi inquina paga’ e a proporre un meccanismo per la bonifica dei siti orfani” da finanziare con fondi europei. Nel testo si chiede anche di proporre un elenco di attività che possono avere un effetto sulla contaminazione del suolo, da aggiornare regolarmente.
Gestione foreste e agricoltura
Capitolo foreste: il Parlamento ricorda che i boschi europei immagazzinano circa 2,5 volte più carbonio nei suoli che nella biomassa degli alberi. Invita quindi la Commissione a preparare una strategia forestale che promuova scelte di gestione responsabile che sostengano tale risorsa. Chiede inoltre di vietare la gestione delle foreste mediante taglio a raso perché – si legge nel testo – “distrugge la rete simbiotica interdipendente degli alberi con i funghi”.
La gestione sostenibile del suolo deve inoltre essere una “componente fondamentale della politica agricola e alimentare a lungo termine”. Per questo nel testo si chiede che “la nuova strategia dell’UE per il suolo identifichi e promuova pratiche agricole buone e innovative che possano prevenire e ridurre la minaccia della salinizzazione del suolo, o controllarne gli effetti negativi”.
Secondo il Parlamento, la futura direttiva dovrà abbassare le soglie consentite per l’uso di fertilizzanti sintetici e a prestare maggiore attenzione alle emissioni di protossido di azoto nella contabilità globale dei gas serra.