L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato il rapporto “Monitoring soil threats in Europe”. Una guida per avere finalmente indicatori comuni da usare nel monitoraggio dei suoli e identificare quelli più a rischio degrado. Il rapporto servirà come base scientifica per la direttiva sul suolo che la Commisisone Ue dovrebbe varare entro giugno
di Emanuele Isonio
Otto minacce principali e 12 indicatori per riconoscere la qualità di un suolo e identificare le soglie oltre le quali deve essere considerato degradato e bisogna quindi attivare politiche in sua tutela. Una “griglia” indispensabile per arrivare ad avere dei criteri comuni e condivisi fra i diversi Paesi sui quali costruire le azioni intraprese a livello continentale. A proporla è l’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA), che ha pubblicato nei giorni scorsi il rapporto “Monitoring soil threats in Europe”.
Suoli fondamentali ma sotto pressione
“I suoli sono parte fondamentale del capitale naturale europeo. Contribuiscono ai bisogni umani, sostenendo tra l’altro l’approvvigionamento alimentare, la purificazione delle acque. Fungono inoltre da importanti depositi di carbonio organico e da habitat per comunità biologiche estremamente diverse” spiegano gli autori del rapporto.
Eppure la pressione cui sono sottoposti continua a crescere. I motivi sono noti e ovviamente molto numerosi. L’EEA punta il dito soprattutto contro “l’espansione urbana incontrollata, i bassi tassi di riuso del terreno che contribuiscono alla continua perdita di suolo, l’inquinamento dovuto all’industrializzazione, l’intensificazione dell’agricoltura che fa aumentare l’uso di prodotti fitosanitari e macchinari pesanti, i cambiamenti climatici che causano un numero crescente di eventi meteo estremi. Al contrario, ricorda l’Agenzia Ue, le buone pratiche di testione del territorio influiscono positivamente sulla qualità del suolo, migliorando molte delle sue funzioni.
Gli 8 problemi prioritari
Ciò che occorre, secondo l’EEA, è un sistema di monitoraggio globale capace di valutare la salute dei suoli. Da qui la proposta di criteri comuni. Gli indicatori individuati dal rapporto riguardano 8 problemi ritenuti prioritari da affrontare:
- perdita di carbonio organico del suolo,
- perdita di nutrienti,
- acidificazione,
- inquinamento,
- perdita di biodiversità,
- erosione,
- compattazione,
- impermeabilizzazione.
Per ciascun indicatore, la relazione dell’EEA identifica le soglie oltre le quali il funzionamento del suolo viene influenzano negativamente.
“Per sostenere gli obiettivi di protezione dei suoli – sottolineano gli autori – bisogna poter valutare la loro condizione e il loro funzionamento utilizzando set di indicatori e soglie adeguati. In questo modo possiamo dimostrare agli operatori e ai responsabili politici il successo delle buone pratiche di gestione”.

Sintesi degli indicatori di minaccia per il suolo analizzati nel report. FONTE: Agenzia Europea Ambiente, 2022.
L’esigenza di indicatori comuni
Tuttavia, ricorda lo studio, lo sviluppo di indicatori comuni è reso complicato dalla grande diversità dei suoli, del biota e del clima in Europa, nonché dalle diverse condizioni politiche, economiche e sociali che portano a priorità diverse per la definizione di obiettivi e indicatori tra i Paesi. Le analisi del Centro comune di Ricerca della Commissione europea (JRC) già dal 2008 avevano individuato nel continente europeo 23 principali tipi di suolo, distribuiti in quattro zone macroclimatiche. Tutto ciò forma una complessa matrice che influenza le diverse condizioni di crescita della vegetazione in Europa.
“Attualmente la nostra conoscenza degli indicatori e dei sistemi di monitoraggio è profonda” precisa l’EEA. “Ma la definizione e la classificazione degli indicatori è ancora diversa. Così come i sistemi di campionamento, misurazione e valutazione”.
Una base scientifica per la futura direttiva Ue
Il rapporto EEA cerca di superare tale diversità per arrivare a indicatori comuni di salute dei suoli che possano essere ampiamente accettati e aiutare così ad adottare scelte politiche condivise. “Gli indicatori sono stati selezionati – spiegano gli autori – considerando la loro adeguatezza per valutare le condizioni del suolo, il suo degrado, la sua resilienza e i suoi preziosi servizi ecosistemici”.

FOTO: Re Soil Foundation.
Nella maggior parte dei casi, infatti, gli indicatori selezionati sono ben consolidati e la disponibilità di dati a livello europeo è quantomeno sufficiente.
L’obiettivo dell’EEA è che questo set di indicatori aiuti a rafforzare le basi scientifiche su cui si fonda la Strategia Ue 2030 per il suolo e i contenuti della direttiva europea sulla salute dei suoli che dovrebbe essere presentata dalla Commissione entro il secondo trimestre 2023.