Limitare le emissioni e compensare quelle degli altri settori: è il piano della Commissione UE per un’agricoltura amica del clima. Per realizzarlo, però, è necessario remunerare l’impegno degli agricoltori
di Matteo Cavallito
La Commissione Europea vuole lanciare una nuova iniziativa per “premiare le pratiche agricole rispettose del clima”. Un progetto condotto all’interno della politica agricola comune (PAC) ma anche attraverso ulteriori iniziative, a partire dallo sviluppo di un carbon market. È questo l’auspicio espresso da un rapporto pubblicato nelle scorse settimane da Bruxelles che anticipa l’iniziativa UE sul carbon farming, la cattura del carbonio in agricoltura, che dovrebbe essere adottata nel secondo semestre di quest’anno nell’ambito della strategia Farm to Fork. Il documento è la sintesi delle riunioni del gruppo di lavoro coordinato dall’Institute of European Environmental Policy (IEEP).
La Commissione vuole un’agricoltura low carbon
Secondo quanto stabilito dalla Commissione nell’elaborazione del Green Deal, l’economia europea intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La tappa intermedia è fissata al 2030 quando le emissioni di gas serra dovranno registrare una riduzione del 55% rispetto ai livelli del 1990. E in tutto questo, ovviamente, le pratiche agricole assumono un ruolo fondamentale. “L’agricoltura è responsabile di circa il 10% delle emissioni totali di gas serra dell’UE e deve contribuire agli obiettivi di riduzione” si legge nel rapporto. Inoltre, prosegue il documento, “il contributo dei settori agricolo e forestale sarà essenziale per raggiungere l’obiettivo climatico a causa del loro ruolo unico di fattori di assorbimento, ovvero della loro capacità di compensare le emissioni di gas serra legate all’agricoltura stessa e ad altri settori”.
Cinque aree tematiche
L’indagine si concentra su cinque aree tematiche: il ripristino e la riumidificazione delle torbiere; l’agrosilvicoltura; il mantenimento e l’aumento del carbonio organico sui suoli minerali; i pascoli; e le verifiche del carbonio negli allevamenti. L’obiettivo è lo sviluppo di nuovi metodi per sequestrare il carbonio accompagnati dalla remunerazione dei risultati. A differenza di ciò che accade con i pagamenti basati sull’azione – che ricompensano gli agricoltori per aver messo in atto pratiche rispettose del clima – negli schemi basati sugli esiti il pagamento è legato a indicatori misurabili dei benefici climatici effettivamente forniti. “Il vantaggio di questo approccio – si legge ancora nel rapporto – è che l’uso di fondi pubblici o privati è collegato ancor più direttamente all’obiettivo climatico desiderato”.
Schemi basati sui risultati
L’elaborazione degli schemi è ancora alle fasi iniziali. La Commissione, tuttavia, avanza già alcune proposte. Per misurare i risultati nella cattura del carbonio organico nei suoli minerali, ad esempio, “gli schemi dovrebbero muoversi verso la contabilizzazione dell’intero bilancio dei gas serra” includendo quindi non solo l’anidride carbonica ma anche il metano e il protossido di azoto. La misura del sequestro sui pascoli, al tempo stesso, dovrebbe basarsi sulla “minimizzazione dei costi, l’efficacia e la trasparenza”. La strada, in ogni caso, è ancora lunga. “L’iniziativa dell’UE per l’agricoltura dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di una serie di schemi pilota basati sui risultati a livello locale o regionale” sostiene ancora la Commissione. “L’esperienza sarà essenziale per ampliare la carbon farming basata sui risultati e la conoscenza e la comprensione dei benefici da parte degli agricoltori”.