16 Aprile 2021

Il vicedirettore FAO a Re Soil Foundation: “Gestione sostenibile dei terreni punto di svolta per garantire produzione agricola e sovranità alimentare. Mi auguro che la Ue vari presto direttiva sui suoli”

di Emanuele Isonio

 

“Mi auguro che nell’Unione europea maturino presto le condizioni per approdare alla direttiva sui suoli. Intanto, i passi intrapresi finora con la Mission Soil e con le strategie sulla biodiversità e la Farm to Fork vanno nella direzione giusta. È importante che l’Europa indichi queste strategie e ovviamente è ancora più importante che lavori con coerenza con atti e scelte utili a darne sostanza operativa”. Maurizio Martina, un passato come ministro delle Politiche agricole e per qualche mese segretario reggente del Partito democratico, da gennaio ha aperto una nuova fase della sua vita. Il direttore della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) Qu Dongyu lo ha nominato infatti special advisor e vicedirettore generale aggiunto. Lo raggiungiamo mentre negli uffici dell’organismo ONU fervono i preparativi per il Simposio globale sulla biodiversità dei suoli.

Dottor Martina, perché la Global Soil Partnership della FAO ha deciso di organizzare un evento di questo genere?

I suoli sono ampiamente riconosciuti come uno dei piú importanti serbatoi di biodiversità globale. Tuttavia, la perdita di questa biodiversità è considerata una delle principali minacce in molte regioni del mondo. Nonostante gli enormi progressi scientifici compiuti sino ad oggi, la protezione e il monitoraggio delle risorse del suolo a livello nazionale e globale devono affrontare sfide enormi, con conseguenti problemi sulla progettazione e l’attuazione di politiche efficaci sul campo.

Il Simposio globale sulla biodiversità del suolo (GSOBI21) riunirà esperti di tutto il mondo per discutere lo stato della biodiversità del suolo mondiale, le tendenze e le opportunità da cogliere, sulla base delle migliori prove scientifiche ad oggi disponibili. L’evento offrirá una piattaforma di discussione fra Paesi, comunitá scientifiche, realtá locali, istituzioni e imprese per raccontare e condividere esempi di pianificazione integrata dell’utilizzo della terra e della gestione del suolo, nonché soluzioni per ripristinare i servizi dell’ecosistema del suolo e per garantire approcci equi e rispettosi dell’ambiente.

Quali sono i fattori principali di perdita della biodiversità? FONTE: Encyclopedia Britannica.

Quali sono i fattori principali di perdita della biodiversità? FONTE: Encyclopedia Britannica.

I dati sulla salubrità dei suoli sono allarmanti. C’è una sottovalutazione del problema rispetto ad altre questioni ambientali?

Il ruolo della Global Soil Partnership (GSP) insieme ad altre organizzazioni è stato cruciale nel contribuire alla conoscenza, all’uso, alla conservazione e alla gestione sostenibile di questo prezioso capitale naturale: il suolo. Oggi, il ruolo chiave svolto dai suoli nella fornitura di cibo e di altri servizi ecosistemici essenziali che consentono la vita sulla terra è ampiamente riconosciuto. Nonostante questo peró, un terzo dei nostri suoli nel mondo mostra un certo livello di degrado, con la conseguente perdita della sua salute e del suo funzionamento.

Inoltre, ci sono alcune evidenti lacune nel monitoraggio della salute e del degrado del suolo su scala nazionale, regionale, e globale. Si tratta ora di colmare queste lacune attraverso la creazione e la promozione di sistemi di informazione sul suolo nazionali e regionali, la creazione di mappe globali sulle diverse proprietà del suolo e la creazione di reti per rafforzare il monitoraggio del suolo e fornire strumenti utili a chi dovrá prendere decisioni sulla sua gestione sostenibile.

La tutela del suolo ha a che fare anche con la produzione alimentare e la sovranità alimentare. Come la FAO ritiene che si debba tutelare il suolo e la sua salubrità?

Le linee guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo sono lo strumento principale e l’asse trainante per il nostro lavoro e quello della Global Soil Patnership. Forniscono raccomandazioni tecniche e politiche generali sulla gestione sostenibile del suolo sulla base di principi generalmente accettati e scientificamente fondati per promuovere la gestione sostenibile e fornire una guida concreta a tutte le parti interessate su come tradurre questi principi in pratica, che si tratti di agricoltura, pastorizia, silvicoltura o più generale gestione delle risorse naturali.

L’implementazione delle line guida a livello nazionale è uno dei modi piú efficaci per garantire la gestione sostenibile e la salute del suolo. Un esempio di successo dell’attuazione di questo strumento è un progetto FAO in Bangladesh, Burkina Faso e Malawi, finanziato dal governo tedesco e incentrato sull’adozione di pratiche di gestione sostenibile del suolo per migliorare la qualità nutrizionale dei prodotti alimentari locali. Il codice di condotta internazionale per l’uso e la gestione sostenibile dei fertilizzanti è un altro strumento importante sviluppato dalla FAO per garantire la gestione sostenibile dei suoli da parte di tutti gli attori coinvolti in questo processo.

Quali strategie porta avanti la FAO e lei personalmente ritiene più efficaci e necessarie?

La FAO, attraverso la sua Global Soil Partnership, persegue una migliore governance e una gestione piú sostenibile delle risorse del suolo: essa ha dimostrato di essere il punto di svolta. È una soluzione integrata ed economica che migliora la produttività delle colture preservando la salute del suolo e integra le conoscenze locali e indigene con tecnologie avanzate per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati.

La Global Soil Parnership ha recentemente lanciato il protocollo per la valutazione della gestione sostenibile del suolo che mira a fornire un quadro, basato su una serie di indicatori, per i funzionari governativi, le ONG e altre parti coinvolte nei progetti di sviluppo, per determinare se le pratiche di gestione del suolo implementate sono davvero sostenibili e in linea con le raccomandazioni.

Gli indicatori selezionati dalla Global Soil Partnership della FAO per pianificare una gestione sostenibile dei terreni. FONTE: FAO.

Gli indicatori selezionati dalla Global Soil Partnership della FAO per pianificare una gestione sostenibile dei terreni. FONTE: FAO.

L’iniziativa RECSOIL poi (Recarbonization of Global Soils) è lo strumento più efficace e innovativo in grado di sequestrare il carbonio nei suoli con questo potenziale e di migliorarne la salute. Con questo strumento si possono affrontare quattro sfide: ri-sequestrare la CO2 rilasciata nell’atmosfera, contribuire al contempo a migliorare sicurezza alimentare e reddito agricolo, ridurre povertà e malnutrizione e costruire infine la resilienza dei suoli a eventi climatici estremi e pandemie.

I cambiamenti climatici stanno modificando ovunque e in modo sostanziale la biodiversità e le capacità produttive. La Fao ritiene possibile una strategia globale suolo-clima?

Non solo è possibile. È necessaria! Quanto detto fino a qui spero dimostri anche il nostro impegno su questo fronte.

Dei passi intrapresi dalla Ue abbiamo già detto. Ma ad essi vanno aggiunte azioni nazionali. Pensiamo all’Italia: secondo lei, il nostro Paese un approccio adeguato per affrontare la questione della salubrità dei suoli?

Nessun Paese può accontentarsi di quello che ha fatto. L’Italia deve essere sempre più consapevole della delicatezza del proprio contesto territoriale ed esserne conseguente in termini di scelte. Questo lavoro va compiuto dalle istituzioni ma riguarda tutti. Io mi auguro che anche nel nostro Paese ci sia una presa di coscienza più forte dell’urgenza di questa svolta necessaria.

È indubbio che il comparto agricolo rappresenti uno snodo cruciale per sperare di affrontare la questione efficacemente. Come si può convincere l’agroindustria ad abbandonare l’agricoltura intensiva ad alta intensità di chimica?

Io penso che tutti i soggetti delle esperienze agricole e alimentari siano chiamati ora a un salto di qualità e di modello. “Produrre meglio, consumando meno” è possibile. Quando ci si misura con questa sfida è possibile coniugare sostenibilità e competitività. Ci sono un sacco di esperienze che ce lo dimostrano ogni giorno più di tante parole.