11 Giugno 2021

Il Parlamento europeo approva una risoluzione per dotare l’Unione di un “Accordo di Parigi” sulla biodiversità vegetale e animale. Agricoltura e silvicoltura considerate strategiche. Nel testo, anche la richiesta di stop irreversibile al glifosato dopo il 2022

di Emanuele Isonio

 

Ascolta “Biodiversità come il clima: “la Ue si doti di obiettivi ambiziosi e vincolanti”” su Spreaker.

Dopo il suolo, è il turno della biodiversità. Il Parlamento europeo sembra voler assumere con decisione il ruolo di motore trainante della Ue per la transizione ecologica. Mercoledì scorso ha infatti approvato una nuova risoluzione per chiedere alla Commissione e, indirettamente, agli Stati membri, di approvare un quadro normativo vincolante in favore della biodiversità. E di schierare inoltre l’Unione in favore di un “Accordo di Parigi” globale dedicato questa volta alla tutela della diversità vegetale e animale. Primo passo: la conferenza delle Nazioni Unite in programma nell’ottobre prossimo, che stabilirà il corso sulla biodiversità globale fino al 2030 e oltre.

Il rischio di una sesta estinzione di massa

L’Eurocamera – con 515 voti a favore, 90 contrari e 86 astensioni – da un lato ha apprezzato l’ambizione della strategia Ue sulla biodiversità per il 2030 e l’obiettivo di rendere resilienti e sottoposti ad adeguata tutela gli ecosistemi entro metà secolo.

Per gli eurodeputati però quanto fatto finora non è affatto sufficiente per sperare di raggiungere quegli obiettivi: “l’Unione europea non ha raggiunto gli obiettivi di biodiversità fissati al 2020” sottolinea il testo approvato, che ribadisce anche l’esigenza che la nuova strategia per il prossimo decennio affronti adeguatamente tutti e cinque i principali fattori di cambiamento della natura: cambiamenti nell’uso del suolo e del mare, sfruttamento diretto degli organismi, cambiamento climatico, inquinamento e specie aliene invasive. “Dobbiamo fare di più per invertire la rotta sulla perdita di biodiversità” affermano i deputati. “Il riscaldamento globale – ricordano – sta mettendo a dura prova habitat ed ecosistemi. L’attività umana minaccia un milione di specie in tutto il mondo”.

Il testo ricorda ad esempio che secondo l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services)  un milione di specie viventi su 8 milioni è a rischio. Una situazione da sesta estinzione di massa.

Quali sono i fattori principali di perdita della biodiversità? FONTE: Encyclopedia Britannica.

Quali sono i fattori principali di perdita della biodiversità? FONTE: Encyclopedia Britannica.

Il 30% delle aree terrestri e marine dell’UE da proteggere

L’UE non parte certo da zero: ha ad esempio la rete di zone designate come aree naturali più grande del mondo. Ma i mari, le foreste e gli ecosistemi necessitano di una maggiore protezione dall’attività umana. La strategia per la biodiversità punta a proteggere almeno il 30% delle aree marine e terrestri, comprendendo una vasta gamma di ecosistemi: foreste, zone umide, torbiere, praterie, ecosistemi costieri e prevedere vincoli ancora più rigorosi per almeno il 10% del territorio, comprese le rimanenti foreste primarie e antiche e gli altri ecosistemi ricchi di carbonio.

“Quegli obiettivi sono ambiziosi. Ora dobbiamo renderli vincolanti” commenta César Luena, europarlamentare spagnolo del gruppo Socialisti e Democratici, relatore della risoluzione sulla biodiversità. “Creiamo una legge europea sulla biodiversità simile a quella in vigore sul clima. Dobbiamo proteggere i nostri terreni perché sono fondamentali per tutelare le specie animali e vegetali. Serve quindi stabilire un quadro di governance fino al 2050”.

La distribuzione delle foreste primarie in Europa © European Union, 2021 Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) licence (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/).

La distribuzione delle foreste primarie in Europa © European Union, 2021 Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) licence (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/).

Risorse per 20 miliardi l’anno

Per fare tutto questo servono ovviamente risorse adeguate. Nel testo approvato, il Parlamento europeo chiede che la Ue destini almeno 20 miliardi di euro ogni anno per le attività in favore della biodiversità. Peraltro, il documento sottolinea che le azioni devono riguardare sia la campagna sia le città: la proposta è di creare una piattaforma europea per l’inverdimento urbano e obiettivi vincolanti, come una quota minima di tetti verdi sui nuovi edifici e il divieto dell’uso di pesticidi chimici.

“Non autorizzate più il glifosato dopo il 2022”

Ma l’uso di fertilizzanti e antiparassitari è preoccupante soprattutto in ambito agricolo. Secondo Bruxelles, la tutela della biodiversità non può che passare per una transizione verso pratiche a basso impatto ambientale che permettano di tutelare suoli e insetti impollinatori. Per questi ultimi viene proposto anche un quadro di monitoraggio a livello continentale con indicatori e obiettivi precisi per fermarne il declino. Un passaggio fortemente sostenuto da numerose associazioni di agricoltori italiane: il nostro Paese da solo detiene infatti il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale di tutta la Ue. Ed è di gran lunga leader in Europa per quanto riguarda l’agricoltura biologica, che ha raggiunto il 16% della superficie nazionale a fronte di una media continentale ferma a poco più della metà.

Significativo quindi che nel testo dell’Eurocamera sia espressamente indicato il divieto di riautorizzare l’uso del glifosato dopo il 31 dicembre 2022.

L’importanza di una gestione forestale sostenibile

Oltre all’agricoltura, il testo della risoluzione sottolinea anche l’esigenza di rafforzare la gestione sostenibile delle foreste. Un’analisi realizzata dall’FSC Italia in occasione della Giornata della Terra 2021 aveva rivelato che le aree boschive gestite in modo responsabile sono in grado di ridurre di 8 volte l’erosione del suolo e di aumentare del 300% lo stock di carbonio organico, indispensabile per contrastare i cambiamenti climatici e tenere in salute i terreni. Diventa quindi essenziale – ricorda il documento parlamentare – sviluppare un approccio che sappia coniugare la protezione della biodiversità e del clima con un settore forestale fiorente e una bioeconomia sostenibile. Silvicoltura e agricoltura svolgono una funzione primaria per la sovranità alimentare e per il successo del Green Deal.