Il suolo europeo è minacciato da tanti fattori. Dalla UE una lista di soluzioni e obiettivi definiti per fermare il degrado e ripristinare i terreni continentali
di Matteo Cavallito
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Un terreno sano è alla base della sicurezza alimentare e della fornitura di servizi ecosistemici fondamentali, come l’equilibrio idrogeologico e la regolazione climatica. Ma questa risorsa, non rinnovabile e difficile da recuperare, è oggi sotto attacco: due terzi circa (60%-70%), dei suoli europei non sono in salute a causa dell’impatto di fenomeni come inquinamento, urbanizzazione e cambiamento climatico. Per attuare l’auspicata svolta occorre quindi «un nuovo approccio capace di coinvolgere diverse discipline». Lo ha sostenuto Cees Veerman, presidente del Mission Board for Soil Health and Food della Commissione europea, intervenuto nelle scorse settimane in occasione dell’edizione 2020 di Ecomondo.
I suoi degradati? Costano €50 miliardi all’anno
I numeri, ha riferito Veerman, dipingono un quadro a tinte fosche. Le indagini condotte dalla UE, ad esempio, hanno segnalato la presenza nel Vecchio Continente di ben 2,8 milioni di siti potenzialmente contaminati. A preoccupare, inoltre, è il diffuso rischio di eutrofizzazione, un problema notoriamente significativo che si abbatte sul futuro della biodiversità e che potrebbe riguardare oggi dal 65% al 75% dei suoli europei. A tutto questo si aggiunge la dispersione del carbonio (con ovvie conseguenze sul clima) e il rischio di dissesto idrogeologico che, al pari di quello relativo alla desertificazione, riguarda un quarto circa dei terreni continentali. Tutto questo, precisa il presidente del Mission Board, genera per la UE costi annuali per oltre 50 miliardi di euro.

Il primo obiettivo della Mission UE è quello di ripristinare il 50% del suolo degradato. Immagine: dalla presentazione di Cees Veerman, Ecomondo Digital Edition 2020.
Dalla UE uno sforzo senza precedenti
L’obiettivo fissato dalla Ue è ormai noto: garantire la salute del 75% del suolo entro il 2030. Per raggiungere questo traguardo, spiega Veermann, occorre soddisfare alcune condizioni precise. In primo luogo è necessario ripristinare il 50% del suolo degradato. Inoltre, aggiunge, bisogna aumentare la concentrazione del carbonio nel suolo (da +0,1% a +0,4% all’anno) abbassando, di conseguenza, il livello di emissioni in atmosfera. La lista delle azioni urgenti include anche il contrasto alla cementificazione alzando al 50% il tasso di riutilizzo del suolo urbano (ad oggi solo il 13% di quest’ultimo è soggetto a recupero in alternativa a nuove espansioni). Ma l’elenco della azioni urgenti non si esaurisce qui.
Agricoltura sostenibile
La lista degli obiettivi include anche la riduzione dell’inquinamento del suolo. Per ottenere questo risultato, spiega ancora Veerman, è necessario destinare all’agricoltura biologica almeno un quarto del territorio coltivato in Europa. Oltre ad abbassare significativamente il rischio di degrado causato dall’eutrofizzazione e dall’utilizzo di pesticidi e altri prodotti similari per una quota aggiuntiva di suolo compresa tra il 5% e il 25% del totale.
«Ricerca, innovazione e approccio sistemico»
Nell’agenda delle iniziative rientrano anche lo stop all’erosione su almeno il 30% (ma l’obiettivo più ambizioso è fissato a quota 50%) dei terreni a rischio e il calo (dal 20% al 40%) dell’impronta di carbonio sulle importazioni di cibo e legname nella Ue. Fondamentale, infine, sensibilizzare sull’argomento gli operatori e i cittadini europei garantendo una maggiore consapevolezza. «Abbiamo bisogno di ricerca e innovazione e di un approccio sistemico» ha concluso il presidente del Mission Board. L’obiettivo, ha precisato, è creare insieme soluzioni da testare e dimostrare coinvolgendo non solo gli scienziati e gli agricoltori ma anche, in ultima analisi, la società nel suo complesso.