8 Febbraio 2022

Gli interventi per ridurre l’acidità del terreno e incrementare la disponibilità di fosforo fanno crescere le rese delle colture di manioca. Uno degli elementi base della dieta di centinaia di milioni di persone

di Matteo Cavallito

 

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Le cosiddette pratiche di liming, che consistono nell’aggiunta di sostanze basiche al terreno, possono incrementare la resa delle colture di manioca senza metterne a rischio la qualità. È la conclusione di uno studio brasiliano diffuso di recente dall’Agronomy Journal, una pubblicazione dell’American Society of Agronomy. I dati appaiono particolarmente rilevanti per via delle loro implicazioni in termini di sicurezza alimentare. Diffusa nelle aree tropicali e subtropicali di Asia, Africa e America, la manioca rappresenta una componente basilare della dieta nei Paesi emergenti e in via di sviluppo.

Meno acidità, più resa. Stessa qualità?

Lo studio si è concentrato sugli effetti derivanti dal trattamento del suolo. Le pratiche in esame, che prevedono l’aggiunta di sostanze basiche come il carbonato di calcio, sono pensate per ridurre l’acidità del terreno. Creando così condizioni migliori per le colture e favorendo la disponibilità di fosforo, un elemento essenziale per lo sviluppo delle piante che, non a caso, è contenuto tipicamente nei fertilizzanti, compresi quelli organici a base di compost.

Queste operazioni, tuttavia, possono creare effetti collaterali impattando negativamente sulle caratteristiche delle radici che, grazie all’elevato contenuto di vitamine e minerali, sono abitualmente consumate da centinaia di milioni di persone.

L’ipotesi di partenza era che le pratiche di liming potessero far aumentare i tempi di cottura. Una delle caratteristiche che concorrono a definire la qualità del prodotto. Tuttavia, ha spiegato Adalton Fernandes, uno scienziato del Center of Tropical Roots and Starches (CERAT) dell’Università statale di San Paolo, in una nota diffusa dalla Crop Science Society of America, lo studio “ha mostrato come l’applicazione delle pratiche di liming determini una variazione minima di queste tempistiche”.

L’esperimento

Condotto presso una fattoria situata a a Botucatu, a circa 140 miglia da São Paulo, lo studio ha richiesto due anni di sperimentazione. I ricercatori, in particolare, hanno trattato le colture di manioca con dosi variabili di sostanze basiche e di fertilizzanti al fosforo per valutare gli effetti sulla resa agricola e i tempi di preparazione.

Quest’ultimo aspetto, come si diceva, appare particolarmente importante. Come nota una ricerca pubblicata nell’agosto 2020 sull’International Journal of Food And Science + Technology, infatti, “le varietà di manioca selezionate dagli agricoltori hanno in comune specifici criteri di preparazione“. Tra questi, in particolare, “la morbidezza, la friabilità e il breve tempo di bollitura sono considerati i più importanti”. I risultati dell’ultimo studio, in questo senso, sono lusinghieri.

Le rese possono aumentare del 28%

Le pratiche di liming, notano i ricercatori, hanno determinato un incremento poco significativo del tempo di cottura, salito del 6,5%. La preparazione delle radici, a conti fatti, ha richiesto appena un minuto e mezzo in più. La produttività del terreno, in compenso, è aumentata sensibilmente. A fronte di questa variazione, tutto sommato modesta, gli scienziati hanno osservato per contro una crescita del numero di radici per pianta (+8%). Ma anche un forte aumento delle rese: +22% con l’applicazione del fosforo, +28% con l’uso delle strategie di liming.

Gli esperimenti, ha riferito Fernandes, proseguiranno nel tempo coinvolgendo diversi tipi di manioca con l’obiettivo di stimare i quantitativi ottimali di input da aggiungere alle singole varietà della pianta. Che, verosimilmente, reagiscono alle sostanze in misura differente.