L’università di Basilea: l’erosione è responsabile di oltre il 50% delle perdite di fosforo in agricoltura. Africa, America Latina ed Europa Orientale sono al centro della crisi. E il futuro resta incerto
di Matteo Cavallito
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L’agricoltura rischia di perdere progressivamente un elemento essenziale come il fosforo a causa della crescente erosione del suolo. Lo afferma un’indagine promossa dall’Università di Basilea. Lo studio, che ha coinvolto un team di ricerca internazionale ed è stato pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista Nature Communications, è riuscito a quantificare per la prima volta il fenomeno. Evidenziando il suo legame con lo stato di salute del terreno.
Il suolo malato primo responsabile della perdita di fosforo
Confrontando i dati globali sul contenuto di fosforo nei terreni con i numeri sui tassi di erosione, i ricercatori hanno scoperto che oltre il 50% della perdita globale di questo elemento in agricoltura è ascrivibile al degrado del suolo. “Che l’erosione avesse un ruolo era già noto. Nessuno però ne aveva mai quantificato l’estensione”, ha spiegato Christine Alewell, la coordinatrice della ricerca.
Il meccanismo è relativamente semplice. L’erosione fa defluire il fosforo dai terreni agricoli alle zone umide, ai corsi e agli specchi d’acqua (danneggiandone, per altro, l’ecosistema). L’elevato contenuto di fosforo nelle acque – segnalato dai dati già pubblicati a livello globale – evidenzia di riflesso la perdita di quest’ultimo da parte dei terreni.

La diffusione del fenomeno in termini di fosforo perso per estensione territoriale (Kg per ettaro su base annuale). Immagine: Alewell, C., Ringeval, B., Ballabio, C. et al. “Global phosphorus shortage will be aggravated by soil erosion”, Nat Commun 11, 4546, 11 settembre 2020, Open Access
Africa e America Latina corrono i rischi maggiori
L’impoverimento di fosforo da parte del suolo varia per aree geografiche. Tra i fattori rilevanti, al netto delle note controversie, lo scarso utilizzo di fertilizzanti chimici ricchi dell’elemento penalizza l’Africa che sconta l’elevato costo di questi ultimi. L’America Latina patisce una gestione inefficiente del fosforo organico mentre l’Europa dell’Est sperimenta entrambi i problemi. Il fatto, notano i ricercatori, è che la sostanza, essenziale per la produzione alimentare globale, non è illimitata ed è legata a riserve geologiche finite. “Quanto a breve queste riserve potrebbero esaurirsi è oggetto di dibattito tra gli studiosi” proseguono i ricercatori. “Altrettanto controversa è la stima del controllo delle riserve stesse da parte dei singoli Stati e le dipendenze politiche che tutto questo genera”.
Costi insostenibili
Alcuni Paesi possono sviluppare soluzioni diverse impiegando ad esempio i fertilizzanti organici. Altre nazioni, al contrario, sembrano avere opzioni limitate. “È paradossale, soprattutto perché l’Africa possiede i più grandi depositi geologici di fosforo”, sostiene ancora la Alewell. “Ma il fosforo estratto viene esportato e costa molto di più per la maggior parte degli agricoltori africani che, ad esempio, per i loro colleghi europei”.
Futuro incerto
Difficile per il momento ipotizzare una data per l’esaurimento del fosforo destinato all’agricoltura. Cina, Russia e Stati Uniti, “stanno espandendo sempre più la loro influenza” in Sahara Occidentale e in Marocco, dove si trovano i giacimenti di recente scoperta. E, in futuro, “potrebbero controllare questa importante risorsa per la produzione alimentare globale”. L’Europa dipende totalmente dalle importazioni. Quel che è certo, concludono gli autori, è che “una drastica riduzione dell’erosione del suolo costituisce un grande e importante passo nella giusta direzione”. Strategie come la pacciamatura, il sovescio e la coltura consociata, in questo senso, possono rappresentare soluzioni utili.