La Camera bassa di Washington è chiamata a discutere il Compost Act. La proposta di legge vuole garantire per la prima volta fondi agricoli federali per il trattamento degli scarti organici. Promuovendo una pratica circolare utile alla tutela del clima
di Matteo Cavallito
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Nell’agricoltura USA c’è tuttora un grande escluso: il compost, strumento chiave per lo sviluppo di pratiche sostenibili. Sebbene il suo utilizzo sia già promosso da diverse norme statali, la legislazione federale non ne ha mai certificato i benefici. Una mancanza che esclude uno dei principali prodotti circolari dai finanziamenti previsti dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Questo vuoto legislativo, tuttavia, potrebbe essere superato: la Camera dei Rappresentanti di Washington è infatti chiamata ad esprimersi su una proposta di legge presentata dalla deputata democratica della California Julia Brownley. In caso di approvazione, dicono i promotori, la nuova norma “giocherà un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050”.
USA: the introduction of the #Compost Act is a major step forward an activity that restores depleted #soils #bioeconomy https://t.co/m2q1bV4U9y
— Il Bioeconomista (@bioeconomista) July 19, 2021
200 milioni di dollari all’anno per dieci anni
Il principale obiettivo del Cultivating Organic Matter through the Promotion of Sustainable Techniques (ovvero COMPOST) Act consiste nel “richiedere la classificazione del compostaggio come pratica e attività di conservazione”. E nel “fornire sovvenzioni e garanzie sui prestiti destinati a finanziare gli impianti di produzione”. La legge, in particolare, si propone di modificare due normative chiave: il Food Security Act of 1985 e il Consolidated Farm and Rural Development Act del 1961.
Il risultato atteso è l’introduzione di un piano di finanziamenti pari a 200 milioni di dollari all’anno per un decennio a sostegno dei progetti legati al compostaggio di rifiuti organici alimentari. Un quarto della cifra sarà destinato ai progetti di piccolo taglio con una produzione annuale inferiore alle 10 mila tonnellate. L’idea è quella di sostenere in questo modo i soggetti che si propongono di attuare buone pratiche sul fronte sociale. Garantendo ad esempio salari adeguati, politiche inclusive e opportunità di sviluppo per le comunità più povere e disagiate.
Grazie al compost meno emissioni e più sequestro di carbonio
“Sia l’America rurale sia quella urbana hanno bisogno di massicci investimenti per la creazione di un’infrastruttura di compostaggio”, ha commentato Brenda Platt, direttrice dell’Institute for Local Self-Reliance (ILSR), un centro di ricerca che promuove lo sviluppo di comunità fondate sull’equità sociale e che fa parte della US Composting Infrastructure Coalition (USCIC), uno dei principali promotori della normativa. “La produzione del compost – ha aggiunto – può rigenerare i suoli degradati, proteggere il clima e creare migliaia di nuovi posti di lavoro”.
L’uso degli scarti organici nel suolo offre notevoli vantaggi. Il compostaggio, in particolare, si fonda sulla produzione di una miscela naturale, il compost appunto, generata dall’azione dei microorganismi su un insieme di residui biodegradabili. Il processo avviene in presenza di ossigeno, non produce metano e determina minori emissioni di CO2. Il calore generato, infine, crea condizioni idonee per funghi e batteri, elementi essenziali per la salute del suolo.
Ridurre gli sprechi per promuovere l’agricoltura circolare
Al COMPOST Act si affiancano altre due proposte di legge. Lo Zero Food Waste Act punta a introdurre 650 milioni di dollari di sovvenzioni annuali dal 2022 al 2030 a sostegno delle iniziative sulla riduzione degli sprechi alimentari con l’obiettivo di dimezzare il fenomeno (rispetto ai livelli del 2010) entro la fine del decennio. Il Climate Stewardship Act, invece, intende mobilitare 100 milioni di dollari all’anno a sostegno degli operatori che acquistano macchinari per il trattamento naturale degli scarti agricoli.
“Investendo nelle infrastrutture di compostaggio, possiamo contribuire ad affrontare la nostra crisi climatica, creare impieghi a livello locale e migliorare i nostri terreni agricoli e urbani”, ha dichiarato Frank Franciosi, direttore dello U.S. Composting Council, un altro ente della coalizione. “I benefici di una maggiore produzione di compost includono la riduzione dei volumi di materiali organici destinati alle discariche”, ha aggiunto. Oltre “alla diminuzione delle emissioni di metano, al sequestro del carbonio nel suolo e alla chiusura del ciclo di un’economia circolare”.