C’è tempo fino al 15 ottobre per presentare la propria candidatura a UNCCD Land Heroes, la campagna dell’ONU che punta a fare emergere storie di successo nel contrasto alla siccità, alla desertificazione e al degrado del suolo
di Matteo Cavallito
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Individuare giovani che sappiano essere modello e fonte di ispirazione attraverso l’implementazione di buone pratiche per il contrasto alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità. È questo l’obiettivo di UNCCD Land Heroes, la campagna delle Nazioni Unite che punta a fare emergere storie di successo elargendo un contributo pro capite di mille dollari e garantendo visibilità ai soggetti coinvolti.
Lanciata a metà agosto, l’iniziativa prosegue nelle prossime settimane. I candidati possono sottoporre la propria storia entro il 15 ottobre. I dieci vincitori, i cui nomi saranno annunciati a dicembre, saranno invitati a partecipare al Desertification and Drought Day, in programma a giugno del prossimo anno, e alla COP16 sulla desertificazione prevista per dicembre 2024.
L’iniziativa ONU
La campagna, spiega la Convenzione ONU contro la desertificazione, “mira a identificare, celebrare e sostenere i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni impegnati nella gestione sostenibile del territorio, facendo crescere la consapevolezza del legame della terra con la biodiversità e il clima”. Attraverso la condivisione delle storie, aggiungono inoltre i promotori, “ispiriamo il cambiamento, uniamo i giovani, forniamo sostegno e mostriamo il potere di trasformazione degli sforzi collettivi”.
Land Heroes è parte del Land for Life Programme, lanciato nel 2011 in occasione della decima Conferenza delle Parti dell’UNCCD all’interno dell’Iniziativa di Changwon per il contrasto alla desertificazione.
Quattro categorie in gara
Secondo il regolamento, i giovani partecipanti possono candidarsi per quattro diverse categorie: resilienza alla siccità; ripristino del suolo; inclusione e uguaglianza; scienza e innovazione. Tra gli aspetti che l’iniziativa punta a fare emergere si segnalano, tra le altre, le misure proattive per anticipare e rispondere efficacemente alla siccità.
Ma anche le strategie di ripristino dei terreni degradati su larga scala, la promozione dell’equità sociale e il recupero dei saperi tradizionali e l’introduzione di approcci innovativi nella gestione sostenibile del territorio.
Clima, siccità, suolo
Da tempo, come noto, le Nazioni Unite hanno lanciato diversi allarmi sulle conseguenze della siccità e del cambiamento climatico sulla salute del suolo. Di recente, ad esempio, il presidente della Conferenza ONU sulla desertificazione, Alain-Richard Donwahi, ha ipotizzato che mondo possa trovarsi ad affrontare una crisi alimentare particolarmente grave prima del previsto. “Tutti si concentrano sull’obiettivo, molto importante, della limitazione del riscaldamento globale a quota 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali”, ha affermato citato dal Guardian.
“Tuttavia”, ha aggiunto, “alcune cose molto brutte dal punto di vista del degrado del suolo, della scarsità d’acqua e della desertificazione possono ancora accadere ben prima che questo traguardo sia raggiunto”.
Donwahi ha evidenziato in particolare il problema dell’aumento della frequenza degli eventi metereologici estremi e le conseguenze delle cattive pratiche agricole che impattano sulla salute del terreno. “Il degrado del suolo deriva da cattive abitudini e dalle modalità con cui pratichiamo l’agricoltura. Quando il terreno è compromesso, lo è anche la resa”, ha spiegato.