8 Febbraio 2021

La fame di micronutrienti affligge oltre 2 miliardi di persone: un pericoloso effetto del degrado del suolo. Così la protezione del terreno si trasforma in tutela della salute

di Matteo Cavallito

 

Ascolta “Un suolo sano per sconfiggere la fame invisibile” su Spreaker.

Invisibili, come la “fame” che generano negli organismi indeboliti da una cattiva nutrizione. Essenziali, al pari della maggior parte delle risorse naturali che tendiamo a dare per scontate. Ferro, zinco, folati, vitamine e altro ancora. Ovvero i micronutrienti contenuti nei frutti della terra, elementi cruciali ma non sufficientemente disponibili. Ad oggi, dicono le stime, il 30% della popolazione mondiale non ne assume abbastanza. Oltre 2 miliardi di individui. È il risultato talvolta di diete non abbastanza variegate. Ma anche, se non soprattutto, la conseguenza di un fenomeno tristemente noto e diffuso: il degrado del suolo.

Fame invisibile per 2 miliardi di persone. Il degrado del suolo genera una perdita di micronutrienti essenziali. Immagine: FAO 2015. Creative Commons 3.0 Intergovernmental Organization (IGO)

Fame invisibile per 2 miliardi di persone. Il degrado del suolo genera una perdita di micronutrienti essenziali. Immagine: FAO 2015. Creative Commons 3.0 Intergovernmental Organization (IGO)

Il mondo ha fame… di micronutrienti

Quando la salute del suolo viene meno, la perdita delle sostanze nutritive è inevitabile, sottolinea la FAO. I frutti della terra perdono elementi essenziali generando, per dirla con la BBC, quella “fame nascosta” che si manifesta negli effetti di una dieta carente. Il potenziale fisico e mentale dei soggetti più giovani, ad esempio, non può esprimersi al meglio. E la capacità di apprendimento ne risente con tutte le conseguenze del caso. “Nelle zone più povere dell’India e della Cina – sottolinea l’emittente britannica – milioni di bambini sperimentano una mancanza di ferro”. Una condizione che nell’Asia meridionale, secondo le stime, affliggerebbe il 50% delle donne durante la gravidanza. E che, dati alla mano, sarebbe diffusa anche in Sudamerica e nell’Africa Subsahariana.

Una delle strategie più utilizzate per contrastare il fenomeno è costituita dalla biofortificazione delle coltivazioni, un’operazione che può essere realizzata in tre modi: selezionando le colture più ricche, impiegando fertilizzanti ad hoc o ricorrendo all’ingegneria genetica. Ma la soluzione definitiva al problema, forse, potrebbe collocarsi a monte proprio nella tutela del suolo.

La soluzione è l’agricoltura sostenibile

Per contrastare la fame di nutrienti, precisa da tempo la FAO, occorre infatti perseguire quelle pratiche di gestione che includono la rotazione delle colture, la riduzione dell’erosione e l’arricchimento della presenza di materia organica. Il riferimento, insomma, corre all’agricoltura sostenibile. Ovvero, secondo una diffusa definizione, alla produzione di cibo realizzata “con il minimo degrado degli ecosistemi e delle risorse ambientali, compreso il suolo, fornendo redditività economica e mantenendo l’equità sociale”. Un approccio, potremmo dire, che dovrebbe essere promosso con insistenza incentivando in tal senso i protagonisti del comparto. Quei piccoli agricoltori che, nota la stessa FAO, producono da soli il 70% del cibo del Pianeta.

Quel legame tra suolo e salute

La logica chiama nuovamente in causa quel nesso talvolta sottovalutato tra benessere del terreno e salute umana. In un mondo caratterizzato dalla forte presenza di monocolture – con soia, mais e grano capaci di coprire i 4/5 del suolo agricolo globale – le ricadute di certe pratiche controverse per la popolazione sono evidenti, ha sottolineato di recente l’agronomo cileno Miguel Altieri, professore di agroecologia all’Università di Berkeley. Per rispondere ai rischi climatici e patogeni, il settore agricolo impiega ogni anno 2,3 milioni di tonnellate di pesticidi capaci, secondo il docente, di produrre danni al sistema endocrino e diffusa immunosoppressione. Una ragione sufficiente, argomenta da tempo lo studioso, per puntare su forme di agricoltura sostenibile a beneficio delle persone.