Lo Stato centrafricano ha ricevuto la prima tranche dei 126 milioni frutto dell’accordo con la Central African Forest Initiative delle Nazioni Unite. Il Gabon ha quasi azzerato la deforestazione da un ventennio e le sue foreste garantiscono quindi servizi ecosistemici a tutto il Pianeta
di Emanuele Isonio
Ascolta “Modello Gabon il primo Paese a essere pagato per proteggere le foreste” su Spreaker.
Il Gabon è uno degli Stati più boscosi del mondo. I suoi alberi si estendono per 23,6 milioni di ettari. Tutti insieme rappresentano circa il 18% dell’intera foresta del bacino del fiume Congo e coprono il 90% del territorio nazionale, consentendo di catturare più carbonio di quanto ne emetta il Paese intero. Un tesoro inestimabile in termini ecosistemici ma anche un piatto appetitoso per chi vuole speculare sulle materie prime e un ostacolo per l’industria estrattiva. Per decenni, infatti l’economia nazionale è stata trainata dalle estrazioni petrolifere e dall’export del greggio. Potevamo assistere all’ennesimo scempio di preziose foreste, con il solito mix di perdita di biodiversità, danni ambientali e desertificazione crescente. La storia è andata in tutt’altra direzione.
Una ricompensa per la strategia di sviluppo a basse emissioni
Il Paese ha deciso di perseguire una strategia di sviluppo basata su basse emissioni di carbonio e tutela degli ecosistemi. E per questo è stato ricompensato economicamente. Tutto parte da un accordo firmato nel 2019 con la Central African Forest Initiative, una coalizione di Stati sostenuta dalle Nazioni Unite. Del gruppo fanno parte, come donatori, Unione europea, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Francia e Corea del Sud. Grazie a questo accordo, allo Stato africano sono stati versati 14,2 milioni di euro, prima tranche di un pagamento complessivo di 126 milioni che arriveranno nei prossimi anni.

Investimenti in Gabon della Central African Forest Initiative
Un punto di svolta
La cifra di questo primo assegno non è di per sé astronomica (rappresenta appena lo 0,1% del PIL annuale del Gabon). Ma segna un punto di svolta grazie al quale la comunità internazionale paga uno Stato per la sua copertura forestale e per i servizi ecosistemici che i suoi alberi garantiscono all’intero Pianeta.
Il merito del Gabon è di aver deciso di non convertire ad altri usi le proprie foreste di più alto valore e di convertire solo limitatamente (e comunque a zero emissioni) le foreste di minor valore, per destinarle al settore legno. Un impegno, questo, verificato da esperti indipendenti. In base all’accordo il Paese è così diventato il primo del continente africano fra quelli ad alta copertura forestale e bassa deforestazione a poter richiedere pagamenti per la riduzione delle emissioni.
Le foreste del Gabon assorbono 140 milioni di tonnellate di CO2
“È estremamente importante che il Gabon abbia compiuto questo primo passo” ha commentato a nome della CAFI Sveinung Rotevatn, ministro norvegese per il Clima. “Ha dimostrato che con visione, dedizione e determinazione, è possibile ottenere riduzioni delle emissioni nella foresta del bacino del Congo”. I progressi richiesti dal patto sottoscritto con la CAFI hanno aiutato lo Stato a consolidare la sua strategia di sviluppo a basso impatto ambientale. Il governo nazionale ha creato negli ultimi anni 13 parchi nazionali e ha combattuto il disboscamento illegale.
Attualmente le foreste del Gabon assorbono 140 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno e ne emettono circa 30 milioni. Ospitano un enorme patrimonio di biodiversità, fatta di flora e fauna selvatica incontaminata. Un esempio su tutti, gli elefanti della foresta, che sono in pericolo in molte altre aree dell’Africa centrale, qui trovano una sorta di santuario: se ne contano 50mila esemplari, pari al 60% dell’intera popolazione mondiale.

Una magnifica vista aerea dell’area di Nyonié in Gabon. Lo Stato africano è il primo a ricevere denaro per non deforestare e non emettere quindi CO2. FOTO: Christian Vigna christian CC-BY-SA-4.0
La sfida di rafforzare settore legno senza depauperare le foreste
Il tasso di deforestazione annuale nel Paese oscilla tra lo 0 e lo 0,05% tra il 2010 e il 2015. Un livello particolarmente basso, dovuto a una combinazione di circostanze socioeconomiche e precise scelte politiche: bassa densità di popolazione, elevati tassi di popolazione urbana (quasi il 90%), crescita delle forme di gestione sostenibile del comparto legno. Quest’ultima sarà la vera sfida per il futuro: far crescere il settore senza depauperare le proprie risorse. L’obiettivo governativo è infatti di decuplicare entro il 2025 il giro d’affari di 500 milioni fatto segnare nel 2019.

Deforestazione annuale in Gabon. Il grafico mostra l’estensione e le tendenze della deforestazione e del degrado forestale in Gabon dal 2001 al 2019. FONTE: Vancutsem, C et. al 2020.
“Questo primo pagamento, proporzionale alle nostre riduzioni storiche delle emissioni nel 2016 e 2017 a $ 5/ton, finanzierà progetti che preservano le foreste del Gabon. Inoltre, apre la strada per finalizzare i sistemi che saranno necessari per consentire al Paese di vendere formalmente crediti di carbonio in futuro” ha spiegato Lee White, ministro per l’Ambiente del Gabon. “Il riconoscimento da parte di CAFI dei nostri sistemi e dati è particolarmente incoraggiante. Stiamo lavorando con i partner per sviluppare meccanismi di pagamento che ci consentiranno di stabilizzare le foreste e invertire la deforestazione e il degrado forestale nei paesi HFLD (alta copertura forestale e bassa deforestazione, ndr), piuttosto che semplicemente rallentare la deforestazione”.
#Gabon is one of the most “HFLD” (high forest low deforestation) countries alongside #Guyana & #suriname. 88% covered in tropical rain forest. Each year we absorb over 100 million tons of CO2 net. Norway has made a first payment to Gabon for increasing net sequestration. pic.twitter.com/PEyUITAGte
— Prof. Lee White CBE (@LeeWhiteCBE) June 26, 2021