22 Dicembre 2022

Aiutare gli agricoltori e i decisori a sviluppare pratiche climate-smart nella gestione del suolo. È l’obiettivo di MRIDA, la nuova app creata in India per valutare il potenziale di sequestro del carbonio delle diverse strategie agricole

di Matteo Cavallito

 

MRIDA, ovvero suolo in lingua hindi. Ma anche una sigla – Managing resources for integrated development of agriculture – che identifica senza possibilità di fraintendimento gli obiettivi di questa applicazione, progettata per consentire ai suoi utenti di “condurre una valutazione dettagliata e rigorosa delle pratiche agricole per il loro potenziale di sequestro del carbonio”.

Realizzato dall’International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics (ICRISAT), un ente con sede a Patancheru, in India, lo strumento si propone come una risorsa pensata sia per gli agricoltori che per i decisori politici. Chiamati entrambi, ha ricordato Jacqueline Hughes, direttrice generale dell’ICRISAT, a sviluppare strategie di gestione del terreno “di fronte al cambiamento climatico”.

Gestire il suolo pensando al clima

L’obiettivo dell’applicazione è quello di sensibilizzare gli agricoltori su quattro elementi chiave: fertilizzanti, selezione delle colture, applicazione di biochar e irrigazione. “In base alla stagione, gli utenti potranno fare le loro scelte e verificare il carbonio organico e la resa”, ha dichiarato Mangi Lal Jat, direttore del programma di ricerca globale, Resilient Farm and Food Systems, ICRISAT. “Le raccomandazioni li aiuteranno a prendere decisioni migliori all’interno dell’azienda agricola”.

Ispirata agli scacchi, MRIDA è stata sviluppata per tre anni con l’obiettivo di creare un vero e proprio gioco per stimolare l’adozione di pratiche “intelligenti” dal punto di vista climatico. Parliamo, insomma, della cosiddetta Climate Smart Agriculture, o CSA. Di fatto, un insieme di strategie capaci di proteggere le attività agricole contrastando il fenomeno del riscaldamento globale.

Le soluzioni climate smart

La FAO, in particolare, definisce la CSA come “un approccio che aiuta a guidare le azioni per convertire i sistemi agroalimentari a pratiche green e resilienti al clima”. Pensata in funzione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, prosegue l’organizzazione, questa disciplina “mira ad affrontare tre obiettivi principali: aumentare in modo sostenibile la produttività e le rese; adattarsi e costruire la resilienza ai cambiamenti climatici; ridurre o eliminare le emissioni di gas a effetto serra ove possibile”.

Questo tipo di agricoltura, di fatto, non può essere descritta esclusivamente come una pratica o una tecnologia specifica che può essere applicata universalmente. Configurandosi piuttosto come una strategia che richiede l’adozione di un approccio integrato che tenga conto delle specifiche condizioni locali. Tale orientamento prevede, tra le altre cose, alcune tecniche utili come la rotazione delle colture, il riutilizzo della terra lasciata a riposo e l’uso di biofertilizzanti e biopesticidi in alternativa ai loro omologhi realizzati tramite la chimica di sintesi.

Obiettivo: limitare le sostanze chimiche

L’applicazione MRIDA, sviluppata a partire dagli studi condotti sul campo in cinque distretti dello Stato indiano del Maharashtra e in otto distretti dell’Odisha è pensata, non a caso, anche per questo obiettivo. “L’uso indiscriminato di fertilizzanti e altri prodotti agrochimici deteriora la salute del suolo e aumenta l’impatto ambientale”, ricorda infatti Arvind Kumar, vicedirettore generale della ricerca dell’ICRISAT.

Che aggiunge: “Questa applicazione incoraggerà gli agricoltori a esplorare e applicare pratiche di agricoltura rigenerativa e a concentrarsi non solo sulla resa, ma anche sul sequestro del carbonio nel suolo e sulla mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, formerà gli utenti sul tema dei crediti di carbonio“.

Oltre a fornire un sostegno ai coltivatori, sottolinea infine ICRISAT, l’applicazione è pensata anche per gli scienziati. Ai quali, in particolare, consentirà di raccogliere dati per comprendere i fattori che influiscono sulle decisioni degli agricoltori.