3 Novembre 2023

Villarasca e La Terzeria sono due lighthouse farms: aziende che si caratterizzano per una gestione sostenibile del suolo attraverso l’applicazione delle buone pratiche agricole. Le loro storie saranno raccontate agli Stati generali del Suolo di Ecomondo il 9 novembre

di Matteo Cavallito

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Aziende innovative, impegnate nella tutela del suolo e nello sviluppo di buone pratiche agricole replicabili: in una parola lighthouse farms, veri e propri “fari” per il comparto capaci da tempo di attirare l’attenzione degli osservatori. Si parlerà anche di loro, ovviamente, all’edizione 2023 di Ecomondo, la fiera dedicata alla transizione ecologica e ai nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa che si apre domani a Rimini.

L’occasione è l’incontro del 9 novembre che ospiterà la seconda edizione degli “Stati generali del Suolo”. L’evento, in programma dalle 14:30 presso la Sala Ravezzi, è organizzato da Re Soil Foundation, JRC e il Comitato scientifico di Ecomondo e rappresenta un’occasione di confronto tra i diversi attori, accademici e istituzionali.

Stati generali del Suolo: via alla seconda edizione

“Durante la prima edizione degli Stati generali, lo scorso anno abbiamo notato quanto fosse importante fornire a esperti del sistema suolo e tecnici delle istituzioni nazionali ed europee un momento di confronto e di approfondimento dedicato alle migliori strategie per raggiungere l’obiettivo di avere suoli sani e contrastare il loro degrado” ha spiegato Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation. La protezione del terreno, ricordano gli organizzatori, è fondamentale per raggiungere gli obiettivi continentali di neutralità climatica entro il 2050.

In questo scenario, le tecnologie per le soluzioni basate sulla natura finalizzate alla crescita della materia organica e del carbonio nel suolo assumono un ruolo cruciale.

Proprio lo sviluppo di questo tema rappresenta quindi l’ideale seguito del percorso avviato lo scorso anno coinvolgendo i principali stakeholder ed esperti nazionali e internazionali nell’elaborazione di una piattaforma programmatica a supporto dello sviluppo di una Strategia del Suolo italiana.

Il ruolo delle lighthouses

L’evento riminese è anche un’occasione per tracciare un quadro dello scenario italiano. In questo ambito spicca la presentazione di due interessanti caso studio che interessano altrettante lighthouses, le aziende innovative parte del network globale promosso da Wageningen University. Definite in base ai diversi tipi di uso del suolo che le identificano (aziende agricole, foreste, aree industriali e aree urbane), le lighthouse farms sono realtà pioneristiche che adottano modelli innovativi di protezione del suolo e dell’ambiente.

A partire dalle indicazioni della Missione “A soil deal for Europe”, Re Soil Foundation monitora da tempo diverse aziende faro diffuse lungo la Penisola che si caratterizzano per l’uso di soluzioni sostenibili per l’agricoltura moderna. Il suo compito è facilitare e connettere queste realtà favorendo lo scambio di conoscenze, agevolando le interazioni e promuovendo azioni di assistenza tecnica attraverso partnership con centri di ricerca e attori pubblici o privati. La Fondazione, inoltre, promuove e sostiene la partecipazione delle Lighthouse farms a progetti finanziati a livello regionale, nazionale ed europeo.

Villarasca Neorurale

Tra le aziende dell’elenco anche la Società agricola Villarasca Neorurale S.N.C. che opera su circa 270 ettari nella pianura pavese. L’impresa mette in pratica quotidianamente pratiche innovative di gestione delle risaie, controllando i risultati ottenuti tramite monitoraggio satellitare e gestendo le fertilizzazioni organiche grazie all’agricoltura di precisione.

A caratterizzarla, in particolare, un’ottima gestione delle risorse idriche basata sull’impiego di sistemi di controllo dell’acqua in risaia: i cosiddetti Rice Field Margins, che consentono la permanenza dell’acqua tutto l’anno.

Questa strategia consente di conservare e tutelare la biodiversità acquatica durante la fase asciutta delle camere di risaia garantendo la continuità dei cicli vitali di numerosi esseri viventi. La varietà di specie preservata in queste aree umide marginali aiuta a contrastare l’attacco di specie dannose per le piante permettendo così di ridurre l’uso di prodotti chimici. D’inverno, inoltre, si pratica la semina di specie vegetali capaci di arricchire naturalmente la fertilità del terreno. Riducendo così l’erosione e il degrado del suolo.

La Terzeria

Nell’incontro del 9 novembre spazio anche a La Terzeria, un’azienda agricola della Piana di Sibari, in Calabria, fondata nel 1935 su iniziativa di un ente assistenziale locale: la Fondazione Rovitti – Casa della Divina Provvidenza. Passata sotto il controllo della Diocesi attraverso un lascito testamentario, nel 2001 l’azienda inizia il suo percorso di trasformazione in Srl con l’obiettivo di gestire le sue operazioni e finanziare opere di valore sociale.

L’operazione, che si completa due anni dopo, segna l’avvio della diversificazione colturale che ha permesso di affiancare circa 250 ettari di frutteti, ortaggi e seminativi ai 200 storicamente vocati al riso.

Per realizzare questo obiettivo, però, l’azienda ha dovuto sviluppare strategie di gestione idrica e del suolo capaci di contrastare due problemi fondamentali: la forte salinità del terreno e la carenza di materia organica. Da qui lo sviluppo di un sistema di subirrigazione a goccia capace di garantire una distribuzione capillare – e quindi improntata al risparmio – di acqua e fertilizzanti alla rizosfera, ovvero alle radici . Grazie all’utilizzo di compost certificato proveniente da matrici organiche della raccolta differenziata e prodotto a breve distanza, inoltre, si incrementa e si tutela la presenza della sostanza organica nel terreno.