12 Luglio 2022

Le Nazioni Unite chiedono al Senato brasiliano di respingere la contestata norma che indebolirebbe la regolamentazione sui pesticidi. Gli esperti: “le sostanze presentano gravi rischi per la salute umana e l’ambiente”. Sotto la presidenza Bolsonaro ne sono state approvate già 1500 (562 solo nel 2021)

di Matteo Cavallito

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Il Senato brasiliano deve respingere la proposta di legge finalizzata ad indebolire la regolamentazione sull’uso dei pesticidi nel Paese. È la richiesta avanzata da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite che, in una nota ufficiale, hanno definito il progetto di legge “una monumentale battuta d’arresto per i diritti umani nel Paese”. I firmatari della richiesta, tra cui il relatore speciale ONU sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento eco-compatibile di sostanze e rifiuti pericolosi, Marcos A. Orellana, non esitano a parlare di “pacchetto veleni”.

Un riferimento a una norma che “esporrebbe le persone di tutte le età, compresi gli agricoltori, i lavoratori, le popolazioni indigene e le comunità contadine a sostanze pericolose con conseguenze potenzialmente devastanti per la loro salute e il loro benessere”.

Una legge controversa in discussione da 20 anni

La proposta di legge è stata presentata la prima volta addirittura nel 2002 con l’obiettivo di sostituire la normativa, tuttora in vigore, approvata nel 1989. La nuova regolamentazione, in particolare, riduce da 8 a 2 anni il tempo necessario per la l’approvazione di un nuovo prodotto nel comparto dei pesticidi. I sostenitori della proposta difendono la presunta utilità delle sostanze nel contrasto alle malattie delle piante favorite dal clima tropicale. E ricordano, inoltre, come negli Stati Uniti, in Giappone, in Australia e nell’Unione Europea i tempi previsti dalla legislazione per il via libera all’uso di nuovi fitofarmaci siano già molto più brevi di quelli previsti nella nazione sudamericana.

I critici, al contrario, puntano il dito contro il pericoloso trend assunto dal Brasile dopo l’insediamento del presidente Jair Bolsonaro nel gennaio del 2019. Da allora, dicono i dati, il Paese ha approvato l’impiego di 1.500 nuove sostanze in agricoltura (562 nel 2021). Nel mirino anche la posizione ambigua dell’Unione Europea e del Regno Unito che, ad oggi, continuano ad esportare in Brasile diversi pesticidi proibiti nel Vecchio Continente.

“I pesticidi presentano gravi rischi per la salute umana”

Approvata a febbraio dalla Camera bassa, la norma è ora al vaglio dei senatori brasiliani. Gli esperti ONU temono ora che il definitivo via libera alla riforma regolamentare possa avere gravi conseguenze. Secondo Orellana e gli altri firmatari dell’appello, infatti, le disposizioni contenute nel disegno di legge consentirebbero l’uso di pesticidi cancerogeni. E, in particolare, di quelle sostanze che comportano un rischio maggiore di problemi riproduttivi e ormonali e di malformazioni nei bambini.

“È un mito che i pesticidi siano necessari per nutrire il mondo”, hanno affermato gli esperti. Ed è falso “che i loro effetti negativi sulla salute e sulla biodiversità siano in qualche modo un costo che la società moderna deve sostenere”. La verità è che queste sostanze “presentano gravi rischi per la salute umana e l’ambiente su scala locale e globale”.

Il Brasile sempre più lontano dagli standard OCSE

Gli esperti delle Nazioni Unite raccomandano per contro al Brasile di allineare il proprio quadro normativo agli standard dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che riunisce le economie più avanzate del Pianeta. L’approvazione della norma contrasterebbe quindi con l’ipotesi, tuttora in discussione, di adesione alla stessa organizzazione da parte del Brasile.

“Invece di approvare il disegno di legge, il Brasile dovrebbe lavorare per rafforzare, e non indebolire, il suo quadro normativo sui pesticidi”, hanno affermato gli esperti.

Per questo, hanno aggiunto, il governo dovrebbe approvare e applicare efficacemente misure essenziali. Tra cui lo stop all’irrorazione aerea e il divieto di utilizzare i pesticidi in prossimità di abitazioni, scuole, risorse idriche e altre aree protette. “Con questo progetto di legge e senza ulteriori misure per garantire che le imprese rispettino i diritti umani e l’ambiente, gli abusi continueranno a proliferare”, hanno concluso.