28 Aprile 2023
Secondo l'EEA, l'uso di pesticidi nei terreni agricoli europei è ancora troppo alto. A rischio gli obiettivi 2030. FOTO: emersonbegnini from Pixabay

Ad affermarlo è un documento dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. In alcuni Stati gli sforzi fatti sono tangibili. Ma in generale l’obiettivo di dimezzare l’uso di pesticidi entro fine decennio è lontano. Dal 2011 vendite stabili a 350mila tonnellate/anno. L’83% dei suoli agricoli contiene residui. Urgente diffondere buone pratiche per cambiare rotta

di Emanuele Isonio

 

Alcuni Stati membri della UE hanno effettivamente fatto progressi. Ma l’uso di pesticidi è in generale ancora a livelli troppo alti e ciò provoca significativi rischi per la salute umana e degli ecosistemi terrestri e acquatici. Ad affermarlo è l’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA) in un briefing appena pubblicato. Il messaggio degli esperti UE è chiaro: se davvero l’Unione vuole centrare l’obiettivo inquinamento zero fissato per il 2030, dimezzando l’uso dei pesticidi chimici a partire da quelli più pericolosi, bisogna invertire la tendenza e sviluppare azioni molto più incisive.

Le preoccupazioni dell’EEA

“L’uso diffuso di pesticidi è la principale fonte di inquinamento” ricorda il documento dell’EEA. “contamina l’acqua, il suolo e l’aria, provoca la perdita di biodiversità e porta alla resistenza dei parassiti”. Ecco perché l’organismo europeo giudica negativamente il fatto che il settore agricolo continentale faccia tuttoggi uso di elevati volumi di pesticidi chimici per cercare di mantenere le rese agricole. L’abuso di chimica, infatti, se può dare forse risultati sul breve periodo, depaupera anno dopo anno i terreni, aggravando il loro degrado e sviluppando un circolo vizioso. Non va peraltro dimenticato – sottolinea ancora EEA – che “i pesticidi sono utilizzati anche nella silvicoltura, lungo strade e ferrovie, nonché in parchi pubblici, parchi giochi o giardini ampiamente utilizzati dal pubblico, in particolare da bambini, donne incinte e anziani”. Tutti gruppi che sono senza dubbio più vulnerabili agli impatti negativi dei pesticidi.

Vendite stabili dal 2011

La conferma di tutto questo arriva dall’analisi che EEA fa del volume di vendite dei fitofarmaci nella Ue: “dal 2011 al 2020, i valori rilevati negli Stati membri dell’UE-27 (escluso quindi il Regno Unito) sono rimaste relativamente stabili a circa 350.000 tonnellate all’anno.

A preoccupare l’Agenzia Ue non è solo la quantità che non accenna a scendere. Nel 2020, ultimo anno per il quale si hanno dati completi, “uno o più pesticidi sono stati rilevati al di sopra delle soglie di preoccupazione (un rischio per la salute umana) nel 22% di tutti i siti di monitoraggio nei fiumi e nei laghi in tutta Europa”.

Ancora peggio va in termini di inquinamento del suolo: “l’83% dei suoli agricoli testati in uno studio del 2019 conteneva residui di pesticidi”.

La classificazione delle sostanze nella legenda rispecchia ciò che la Commissione europea utilizza per calcolare i suoi indicatori sull'uso e il rischio dei pesticidi. Il gruppo 2 comprende sostanze attive approvate che non sono né a basso rischio né candidate alla sostituzione, che costituiscono circa il 75% di tutte le sostanze attive approvate nell'UE secondo la banca dati europea dei pesticidi. Il grado potenziale di pericolosità delle sostanze in questo gruppo varia in modo significativo. FONTE: Eurostat 2022.

La classificazione delle sostanze nella legenda rispecchia ciò che la Commissione europea utilizza per calcolare i suoi indicatori sull’uso e il rischio dei pesticidi. Il gruppo 2 comprende sostanze attive approvate che non sono né a basso rischio né candidate alla sostituzione, che costituiscono circa il 75% di tutte le sostanze attive approvate nell’UE secondo la banca dati europea dei pesticidi. Il grado potenziale di pericolosità delle sostanze in questo gruppo varia in modo significativo. FONTE: Eurostat 2022.

L’impatto sull’ambiente…

L’inquinamento da pesticidi – rileva sempre il documento EEA – è uno dei fattori chiave della perdita di biodiversità in Europa. Da segnalare, in particolare, l’impatto fortemente negativo che hanno provocato sulle popolazioni di insetti, minando il loro cruciale apporto in termini di impollinazione della maggior parte delle colture di frutta e verdura.

Uno studio recente dell’università tecnica di Kaiserslautern-Landau relativo a 292 pesticidi utilizzati in Germania ha ad esempio verificato che, nell’ultimo quarto di secolo, la loro tossicità totale è aumentata per le piante terrestri e addirittura raddoppiata per gli organismi del suolo.

Tutto ciò si riverbera anche sui residui di fitofarmaci nella frutta e verdura che consumiamo quotidianamente. Il dossier annuale di Legambiente relativo all’Italia segnalava a dicembre scorso che il 44% dei campioni di alimenti testati presenta tracce di uno o più fitofarmaci. Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil, Azoxystrobina, Tubeconazolo e Fluopyram i più rintracciati. E il dato appare in crescita, nonostante comunque solo l’1% supera le soglie consentite.

…e sugli esseri umani

Le conseguenze sugli esseri umani? È di nuovo l’Agenzia europea per l’Ambiente a rispondere: “uno studio di biomonitoraggio umano su larga scala condotto tra il 2014 e il 2021 in cinque paesi europei ha rilevato la presenza di almeno due pesticidi nei corpi dell’84% dei soggetti testati”. I livelli di pesticidi erano costantemente più alti nei bambini rispetto agli adulti, con i più piccoli particolarmente sensibili agli impatti negativi sulla salute delle sostanze chimiche. L’esposizione umana è infatti legata a una serie di gravi malattie croniche: cancro, malattie cardiache, respiratorie e neurologiche, nonché ritardi dello sviluppo.

Panoramica dei percorsi di esposizione umana ai pesticidi. La linea in grassetto indica un percorso di esposizione principale, mentre la linea tratteggiata indica un percorso minore. I cerchi rossi indicano un'importante via di esposizione. I cerchi gialli indicano una via di esposizione minore per la popolazione generale che può tuttavia essere una via principale per gruppi specifici. Fonte: adattamento Agenzia Europea Ambiente da HBM4EU (2022).

Panoramica dei percorsi di esposizione umana ai pesticidi. La linea in grassetto indica un percorso di esposizione principale, mentre la linea tratteggiata indica un percorso minore. I cerchi rossi indicano un’importante via di esposizione. I cerchi gialli indicano una via di esposizione minore per la popolazione generale che può tuttavia essere una via principale per gruppi specifici.
Fonte: adattamento Agenzia Europea Ambiente da HBM4EU (2022).

La soluzione? Riduzione, sostituzione e modelli agricoli alternativi

I dati ricordati nel documento fanno ribadire ad EEA quanto sia importante centrare gli obiettivi di riduzione contenuti nella strategia Farm to Fork della Commissione europea, cuore del Green Deal. Ridurre cioè del 50% l’uso di pesticidi chimici e porre le basi per avere sistemi alimentare “equi, sani e sostenibili”. Una vera sfida, ovviamente, per tutti i decisori nazionali degli Stati membri.

Per aiutarli, la Commissione ha proposto quasi un anno fa un nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi. Se approvato, richiederebbe ai Paesi membri di fissare i propri obiettivi nazionali di riduzione, garantire che tutti gli agricoltori e altri utilizzatori professionali di pesticidi adottino sistemi di controllo dei parassiti rispettosi dell’ambiente e limitare l’uso di pesticidi in aree sensibili come il verde urbano e le aree protette.

A tali misure, il documento EEA suggerisce di affiancare la formazione di utenti e consulenti professionali che operano a stretto contatto con gli agricoltori e l’utilizzo della leva fiscale per scoraggiare l’uso dei pesticidi più pericolosi. Ciò stimolerebbe infatti la loro sostituzione con soluzioni meno impattanti. Fondamentale infine – conclude l’Agenzia Ue – promuovere, magari attraverso incentivi ad hoc, il passaggio “a modelli alternativi di agricoltura che applichino concetti e principi ecologici alla produzione agricola”.