Un progetto annuale nello Stato del Saskatchewan raccoglierà i dati sulla presenza di carbonio. Obiettivo: valutare gli effetti sul suolo e generare crediti di emissione misurabili e verificabili
di Matteo Cavallito
Listen to “Il Canada avvia un progetto di misurazione del carbonio nel suolo” on Spreaker.
Valutare con precisione la quantità di carbonio immagazzinata nel suolo e la sua variazione nel tempo. È l’obiettivo di un progetto lanciato in Canada da un gruppo di ricercatori provenienti dalle università del Saskatchewan e di Guelph e da altre istituzioni e imprese, tra cui Hebert Grain Ventures, che si svolgerà su un terreno di 32.000 acri nei pressi di Moosomin, nel Canada centro-meridionale.
L’iniziativa è sostenuta dalla CANZA (Canadian Alliance for Net-Zero Agri-Food) fondata di recente da Royal Bank of Canada, in collaborazione con alcune aziende come Maple Leaf Foods, Nutrien e Loblaws per sostenere gli agricoltori nella riduzione delle emissioni di gas serra. La ricerca, riferisce il portale The Western Producer durerà 12 mesi. Lo studio coinvolgerà tecniche di indagine come il telerilevamento e la spettroscopia, uno strumento, quest’ultimo, che trova notoriamente interessanti applicazioni nell’analisi del terreno.
Lo studio
Secondo Kristjan Hebert, presidente di Hebert Group, citato dal portale RealAgriculture, lo sviluppo delle tecniche di misurazione dell’elemento nel suolo rappresenta il primo passo per lo sviluppo del mercato dei crediti di emissione a partire dalle buone pratiche agricole. “Il progetto pilota si interroga su come possiamo cooperare per rendere l’agricoltura uno dei primi settori a zero emissioni”, spiega.
Inoltre, aggiunge, l’indagine rappresenta un’occasione per mettere alla prova le diverse tecnologie tuttora a disposizione per condurre questo tipo di analisi.
L’obiettivo dei ricercatori consiste nello sviluppare un sistema di misurazione, rendicontazione e controllo a basso costo che permetta di misurare e modellare l’impatto delle pratiche di carbon farming sulla salute del suolo e sul sequestro dell’elemento. La lista include la riduzione della lavorazione del terreno, la rotazione diversificata e le colture perenni. In questo modo sarà così possibile generare crediti che siano misurabili e verificabili. Il sistema servirà per testare la produzione attraverso un programma pilota durante la stagione di coltivazione 2024.
L’importanza delle misurazioni affidabili
I sistemi di misurazione e la loro affidabilità rappresentano elementi chiave per lo sviluppo del mercato dei crediti generati dalle attività agricole. In questo senso, sottolineano da tempo gli esperti, è necessario stabilire regole e indicatori certi con l’obiettivo di generare benefici ambientali stimolando gli investimenti nell’agricoltura. L’idea, ad esempio, è alla base della stesura dei cosiddetti “Requisiti minimi” per i progetti del settore sviluppati da un consorzio di ricercatori, ONG e aziende britanniche negli ultimi mesi.
Le indicazioni sono contenute in un rapporto a cura della Sustainable Soil Association, un’organizzazione con sede nel Regno Unito.
A oggi, ha spiegato l’organizzazione in una nota ufficiale, “il nascente mercato del carbonio del terreno – nel quale gli agricoltori vengono pagati per una combinazione di stoccaggio dell’elemento e riduzione delle emissioni di gas serra grazie a una migliore gestione del suolo – è attivo e funzionante ma anche in gran parte non regolamentato, con aziende che utilizzano una varietà di tecniche per misurare e stimare i cambiamenti nel tempo e diversi meccanismi contrattuali per gestire il rischio e l’incertezza”.
Il Canada alla sfida del carbonio
La misurazione del carbonio nel suolo, ricorda ancora The Western Producer, è sempre complessa. I ricercatori infatti devono tenere conto di diverse variabili a cominciare dalla profondità. Le perdite registrate nello strato superficiale del terreno, ad esempio, sono tipicamente superiori a quelle rilevate nelle quote più basse. Le ricerche, insomma, richiedono tempo e attenzione. Ma i risultati possono fornire indicazioni particolarmente utili.
Non è la prima volta, del resto, che il Canada sperimenta questo tipo di analisi. Lo scorso anno i ricercatori dell’Università dell’Alberta hanno avviato la più ampia indagine mai realizzata per la mappatura della distribuzione dell’elemento.
Lo studio, condotto nelle praterie dello Stato del Saskatchewan, permetterà di comprendere meglio quali dinamiche influenzino la capacità di sequestro del suolo quantificando, ad esempio, il contributo del pascolo rigenerativo. I risultati potranno essere integrati con il protocollo già sviluppato nel Paese per le pratiche di carbon farming. Che contiene le linee guida per quantificare, monitorare, comunicare e verificare le riduzioni delle emissioni di gas serra associate alla mancata conversione dei prati in terreni coltivati.