18 Giugno 2021

Appuntamento a Torino il 23 giugno per la presentazione di “New soil”, un’iniziativa del progetto proGIreg. Il terreno di scarto dà vita a nuovi spazi verdi. Senza impatto per le campagne circostanti

di Matteo Cavallito

Ascolta “New Soil: Torino scommette sulla rigenerazione circolare dei terreni” su Spreaker.

New soil. Ovvero un progetto circolare per la riconversione delle aree urbane destinato a restituire spazi verdi ai cittadini. Parte da Torino il primo esperimento nell’ambito del progetto europeo proGIreg (Productive Green Infrastructure for Post-industrial Urban Regeneration). Un piano di rigenerazione pensato per le grandi città attraverso tecnologie nature based, e con il coinvolgimento attivo di cittadini, Ong e associazioni del territorio.

Inserito nella lista delle 12 proposte che concorrono per il Green Pie Award, il premio dedicato ai progetti ad alto impatto per le smart cities promosso dalla Città di Torino, il programma “new soil” sarà presentato al pubblico il 23 giugno prossimo presso il retail park Green Pea, anch’esso promotore dell’iniziativa.

Nel quartiere icona nasce la foresta post industriale

È il quartiere Mirafiori Sud, sulle sponde del fiume Sangone, ad ospitare la sperimentazione del nuovo suolo fertile e adatto alla coltivazione. Qui, nell’area post industriale per antonomasia del capoluogo piemontese, si estende un’area complessiva di circa 1.500 metri quadri nella quale operano i promotori del progetto. Da tempo, una rete pubblico-privata composta da Città di Torino, Environment Park, Dual Srl, Università degli Studi di Torino, Acea Pinerolese e CCS Aosta monitora lo stato delle piante innestate all’inizio del 2020 con l’obiettivo di creare una foresta urbana, risorsa di crescente successo che trova importanti riscontri anche nelle esperienze estere. Niente di tutto questo, però, sarebbe possibile senza il vero protagonista della vicenda: quel suolo rigenerato da un mix vitale e ingegnoso.

New soil è una soluzione circolare

New soil, spiegano i promotori, è “un substrato terroso artificiale, frutto della combinazione tra materiale di scarto e la sostanza organica derivante dal compostaggio di materiali vegetali e rifiuti umidi prodotti al Polo Ecologico Acea di Pinerolo”. Di fatto, si tratta di selezionare terreno urbano privo di contaminanti proveniente dai lavori di scavo cittadino. Per poi mescolarlo con il compost, alcuni biostimolanti e supporti inerti assorbenti.

Così una materia apparentemente priva di qualsiasi valore si trasforma in una risorsa utile e alternativa.

La rigenerazione urbana, infatti, si basa abitualmente sull’ importazione di terreno fertile dalla campagna. “Una pratica che si dimostra costosa per le amministrazioni comunali e dannosa nel lungo periodo perché sottrae terra all’agricoltura e, di conseguenza, influenza in modo negativo la produzione di cibo”. Qui, al contrario, la circolarità del processo dà vita a un gioco a somma positiva. Con tutto quel che ne segue.

Nuovi progetti dall’Europa alla Cina

Il progetto new soil, a cui collaborano anche Fondazione Mirafiori, Politecnico di Torino e l’associazione non profit Orti Alti, con la partecipazione di Associazione Coefficiente Clorofilla e Miravolante, sarà dunque “la base di partenza per una più ampia creazione di spazi verdi pubblici in tutta la città”. L’iniziativa europea proGIreg, al tempo stesso, opera anche con progetti simili a Dortmund (Germania), Zagabria (Croazia) e a Ningbo, in Cina. Le iniziative includono l’utilizzo di pareti e tetti naturali, orti urbani, giardini per gli impollinatori e corridoi verdi. Per sfruttare al meglio il potenziale di aree post-industriali.