21 Giugno 2022

Le torbiere sono fondamentali serbatoi di carbonio. Ma gli sforzi di tutela sono minacciati dall’uso della torba per giardinaggio e orticoltura. Nel 2020 utilizzati nel Regno Unito 2,3 milioni di metri cubi. 46 onlus britanniche propongono di vietare definitivamente questa pratica

di Emanuele Isonio

 

Sono tra gli ambienti più preziosi per la loro capacità di accumulare e stoccare la sostanza organica, senza farla decomporre, in condizioni di saturazione d’acqua e assenza di ossigeno. Il materiale vegetale che vi si forma, derivato dal ciclo biologico delle piante, si accumula progressivamente, insieme ai sedimenti dei bacini lacustri che le accompagnano. Per la loro rarità e le loro peculiarità in chiave climatica, le torbiere sono aree protette a livello internazionale.

Eppure, se da un lato la tutela della torbiere è universalmente riconosciuta come tassello fondamentale nella lotta al cambiamento climatico, dall’altro se ne consente ancora oggi l’utilizzo per giardinaggio e orticoltura. Per la sua ricchezza di sostanze nutritive, la torba viene infatti impiegata per arricchire il terreno di destinazione delle piante. Un modo per avere un effetto fertilizzante duraturo nel tempo.

46 charities britanniche in difesa delle torbiere

L’evidente paradosso è stato evidenziato da Wildlife Trusts, la federazione britannica che riunisce 46 enti indipendenti per la conservazione della natura, attivi nell’intero territorio nazionale. “Investire nel ripristino delle torbiere e poi consentire il proseguimento dell’estrazione è illogico e rappresenta un uso inefficiente dei fondi pubblici” commenta Ailis Watt, responsabile Torbiere di The Wildlife Trusts.

La richiesta delle charities ambientali britanniche è quindi precisa: vietare immediatamente tutti gli usi della torba sia per le attività di giardinaggio hobbistico sia per l’orticoltura professionale. La perentorietà è dovuta alla constatazione che nel corso degli anni l’uso della torba per tali scopi è cresciuta e, nonostante le buone intenzioni, non si è riusciti finora a frenare il fenomeno. Un’inazione che ha causato milioni di tonnellate di emissioni di carbonio. “Finora si è perseguita la strada della riduzione volontaria dell’uso della torba” ricordano i promotori. Ma questo approccio è stato palesemente inutile.

Uso della torba in crescita dagli anni 90

L’analisi di The Wildlife Trusts ha rilevato che, nonostante una campagna di sensibilizzazione per fermare l’aumento dell’estrazione avviata già negli anni ’90, i giardinieri e le aziende di orticoltura hanno utilizzato circa 81 milioni di metri cubi di torba dal 1990. “Ciò ha portato al rilascio di una quantità di anidride carbonica compresa tra 14 e 31 milioni di tonnellate. Gas che sarebbero rimasti rinchiusi se le torbiere fossero state mantenute intatte e in buona salute”.

Gli obiettivi di riduzione volontaria dell’uso di torba sono stati ampiamente mancati. L’uso, anche per scopi hobbistici, continua. Gli obiettivi volontari per ridurre l’uso della torba, con l’obiettivo fissato nel 2011 di porre fine al suo utilizzo da parte dei giardinieri dilettanti entro il 2020, sono stati ampiamente mancati. Nel 2020, quasi 900.000 metri cubi di torba sono stati estratti dai suoli del Regno Unito, con altri 1,4 milioni importati dall’Irlanda e dal resto d’Europa, “esternalizzando” il danno ambientale dell’uso della torba britannica, avvertono i trust.

La distribuzione delle torbiere in Europa. FONTE: JRC Commissione Europea.

La distribuzione delle torbiere in Europa. FONTE: JRC Commissione Europea.

I giardini britannici “esternalizzano” le emissioni

Nel 2020 ad esempio, il Regno Unito ha utilizzato circa 2,3 milioni di metri cubi di torba. 900mila di questi sono stati estratti dai suoli nazionali (soprattutto i terreni della Scozia settentrionale ne sono particolarmente ricchi. Gli altri 1,4 milioni sono stati importati dall’Irlanda e dal resto d’Europa. “Così facendo – sottolineano gli analisti di The Wildlife Trusts – viene di fatto esternalizzato il danno ambientale dell’uso della torba nel Regno Unito”.

La torba estratta per l’orticoltura nel solo 2020 è responsabile del rilascio di 880mila tonnellate di anidride carbonica. Una quantità equivalente a quella provocata da mille auto che compiono per più di 87 volte il giro della Terra all’equatore.

Il governo inglese valuta lo stop al 2024

Il governo britannico sta valutando al momento se vietare la torba per le attività hobbistiche. Ma lo stop partirebbe solo nel 2024. Un rischio, secondo The Wildlife Trusts. Attendere altri 18 mesi potrebbe aggiungere un altro milione e mezzo di tonnellate di CO2 in atmosfera. Più o meno l’equivalente delle emissioni annuali di gas serra di oltre 214mila persone residenti britannici.

“Ogni volta che i governi esitano sull’opportunità di vietare l’uso della torba in orticoltura, rischiamo di perdere più di questo habitat che ha impiegato millenni per svilupparsi, oltre a perdere la sua enorme capacità di stoccaggio del carbonio” commenta Watt. “L’estrazione della torba è dannosa per il nostro clima e per la fauna selvatica, come uccelli migratori e rettili. Il Regno Unito è già uno dei Paesi al mondo più poveri di natura e l’estrazione della torba distrugge ecosistemi complessi che sono vitali per il recupero della natura”.