15 Marzo 2021

Una ricerca svela il ruolo dei microbi nel favorire il rilascio di metano da parte del suolo. Le aree disboscate nemiche del clima. Ma le strategie di recupero funzionano

di Matteo Cavallito

 

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Nell’Amazzonia brasiliana le aree disboscate, spesso convertite al pascolo o all’agricoltura intensiva, hanno una maggiore tendenza all’emissione di metano. Ma nelle zone recuperate e restituite alla vegetazione la propensione al rilascio di questo gas si abbassa notevolmente fino ai livelli osservati nelle aree intatte delle foreste primarie. Lo ha rivelato uno studio condotto da un team di ricercatori guidati dai microbiologi Klaus Nüsslein e Marie Kroeger dell’Università del Massachusetts Amherst. L’analisi si focalizza sul ruolo dei microorganismi del suolo e offre una prova scientifica nuova dell’utilità delle strategie di riforestazione nel contrasto al cambiamento climatico.

I suoli disboscati emettono più metano

“Un aumento significativo dell’abbondanza e dell’attività dei metanogeni nei terreni da pascolo potrebbe condurre a una crescita delle emissioni di metano nel suolo” hanno spiegato gli autori in un articolo pubblicato sull’International Society of Microbial Ecology Journal. Contemporaneamente, le foreste pluviali secondarie, ovvero le aree soggette a riforestazione, “sperimentano una diminuzione dell’attività di produzione di metano simile a quella delle foreste pluviali primarie”. Il dato, concludono Kroeger e Nüsslein dimostra quindi la capacità di recupero delle aree ripristinate. E la loro propensione a “compensare le emissioni di gas serra nei Tropici”.

I terreni soggetti a deforestazione sono più propensi a emettere metano. Grafico: Ricchezza comparativa di unità tassonomiche metanotrofe attive (metanotrofi o metanogeni) da due località geografiche (Pará o Rondônia), tre tipi di uso del suolo (foresta pluviale primaria = verde, pascolo = arancione, e foresta pluviale secondaria = blu) incubate con uno dei tre substrati (metano, anidride carbonica, e acetato di sodio). Fonte: The ISME Journal (2021) 15:658–672 https://doi.org/10.1038/s41396-020-00804-x ARTICLE Rainforest-to-pasture conversion stimulates soil methanogenesis across the Brazilian Amazon © The Author(s) 2020. This article is published with open access

I terreni soggetti a deforestazione sono più propensi a emettere metano. Grafico: Ricchezza comparativa di unità tassonomiche metanotrofe attive (metanotrofi o metanogeni) da due località geografiche (Pará o Rondônia), tre tipi di suolo (foresta pluviale primaria = verde, pascolo = arancione, e foresta pluviale secondaria = blu) incubate con uno dei tre substrati (metano, anidride carbonica, e acetato di sodio). Fonte: The ISME Journal (2021), “Rainforest-to-pasture conversion stimulates soil methanogenesis across the Brazilian Amazon”, ottobre 2021.

I microbi sono decisivi

A evidenziare il ruolo determinante dei microbi – attori già di per sé decisivi nel plasmare le caratteristiche del suolo – sono state le prove di laboratorio condotte sui campioni di terreno raccolti in una vasta area soggetta a deforestazione. Lo studio del suolo nelle zone del nord-est e del sud-ovest dell’Amazzonia, negli stati di Pará e di Rondônia, si è basato sul sequenziamento del DNA “per identificare i microrganismi attivamente coinvolti nella produzione e nel consumo di metano”. La forte presenza di questi microbi nei suoli dei pascoli è stata rilevata in tutte le aree osservate.

Molti fattori ancora da indagare

La scoperta, sottolineano i ricercatori, potrà aprire la strada a ulteriori studi sugli elementi che favoriscono le emissioni di metano da parte del suolo. Le nuove indagini, in particolare, “dovrebbero concentrarsi sull’identificazione di fattori ambientali specifici. Come il pH, la vegetazione, la compattazione, gli apporti di nutrienti dal bestiame e la disponibilità di oligoelementi”. I risultati delle ricerche possono quindi aiutare gli scienziati a indentificare le migliori strategie di recupero dei terreni con l’obiettivo di mitigare il cambiamento climatico.