13 Novembre 2020

La fertilità del suolo? È legata alla biodiversità dei suoi microrganismi. Dal progetto SIMBA un’alternativa circolare per colture più produttive e sostenibili

di Matteo Cavallito

 

Ascolta “Sicurezza alimentare: la soluzione è nei microbi dei terreni” su Spreaker.

Di fronte a una popolazione mondiale destinata a crescere ulteriormente nei prossimi decenni (+2 miliardi da qui al 2050 secondo le stime Onu) l’utilizzo efficiente del sistema agricolo e la capacità di garantire un adeguato approvvigionamento di cibo sono obiettivi irrinunciabili. Le difficoltà, verrebbe da dire, non mancano di certo ma la buona notizia è che il suolo contiene in sé le risorse vitali utili allo scopo. Lo ha sottolineato Annamaria Bevivino, Responsabile Laboratorio Sostenibilità, Qualità e Sicurezza delle Produzioni Agroalimentari dell’ENEA, intervenendo al convegno “Un suolo produttivo e in salute” nell’ambito della Digital Edition 2020 di Ecomondo. Il riferimento corre al contenuto del Progetto SIMBA, un’iniziativa europea parte del programma Horizon 2020, di cui ENEA è partner, che si pone l’obiettivo di sfruttare il microbioma, ovvero le comunità microbiche del suolo e del mare, per la produzione sostenibile di cibo.

«I microorganismi alla base di un suolo fertile»

«Il suolo è un sistema complesso e dinamico» spiega la Bevivino sottolineando il nesso tra «fertilità del terreno e biodiversità microbica». I microorganismi, in altri termini, sono come una banca di risorse a cui la pianta può attingere in modo selettivo a seconda delle sue necessità. Contribuendo alla decomposizione delle sostanze organiche e al rilascio dei nutrienti minerali essenziali, inoltre, i microbi garantiscono in ultima analisi l’equilibrio dell’ecosistema. Il loro potenziale, insomma, è enorme. Anche se ad oggi non è stato adeguatamente sfruttato.

Analizzando il microbioma e progettando i consorzi di microorganismi più promettenti è possibile migliorare la produttività e la salute del suolo e delle piante. Immagine: presentazione di Annamaria Bevivino (ENEA) presso Ecomondo 2020.

Analizzando il microbioma e progettando i consorzi di microorganismi più promettenti è possibile migliorare la produttività e la salute del suolo e delle piante. Immagine: presentazione di Annamaria Bevivino (ENEA) presso Ecomondo 2020.

Verso un sistema circolare

Nella sua prima fase, il Progetto SIMBA ha avviato un’indagine del database del microbioma presente nei suoli oggetto di studio analizzando le colture di grano, mais, patate e pomodori in Italia e in Germania. In seguito i consorzi più promettenti di questi microorganismi saranno progettati e testati in laboratorio per migliorare la produttività e la salute delle piante convertendo le materie prime e i residui in alimenti e mangimi. Il risultato atteso consiste in un aumento della qualità e della sicurezza delle colture e in una riduzione degli input chimici. Ma anche, conclude Bevivino, in «un cambiamento di paradigma a favore di un’agroecologia circolare che ponga al centro il ruolo dei microorganismi che sono alla base della vita dell’ecosistema». Un cambio di rotta necessario e più urgente che mai.