Un’analisi del think tank OBC Transeuropa ha esaminato l’aumento della temperatura in circa 100mila comuni d’Europa. I valori medi degli anni ’60 messi a confronto con quelli del decennio scorso, per osservare l’impatto del riscaldamento globale a livello locale. I risultati sono spesso impressionanti
di Emanuele Isonio
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Il riscaldamento globale non riguarda solo lo scioglimento degli iceberg o l’espansione dei deserti. È qualcosa che avviene anche nel nostro cortile di casa. I dati e le stime sulle temperature medie a livello locale indicano che il cambiamento climatico ha colpito quasi ogni angolo d’Europa. In molte aree le temperature medie sono aumentate di oltre 2°C nell’arco di mezzo secolo. Ma in alcune zone, l’aumento è stato decisamente più significativo. Quanto? Per scoprirlo, il think tank Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa in collaborazione con lo Shelton Studio di Bolzano ha realizzato un’analisi estremamente efficace per spiegare il fenomeno del global warming ai cittadini europei.
Una mappa estremamente particolareggiata
Cliccando su una località qualsiasi della mappa, si ha accesso a una pagina dedicata che ne mostra la variazione di temperatura media e la inserisce in un contesto più ampio, osservando le variazioni nella regione di riferimento e confrontandole con altre regioni del stesso Paese. Questa, ad esempio, è un’anteprima della pagina su Roma.

Variazione della temperatura registrata a Roma dal 1960 al 2010. FONTE: EDJNET
Nella capitale d’Italia, in mezzo secolo la temperatura è cresciuta di 3,7 °C. Un aumento quasi doppio rispetto alla media continentale. Dai 13,1 °C medi negli anni ’60 è salita fino a sfiorare i 17°C. L’incremento la colloca un grado e mezzo sopra rispetto alla crescita media del Lazio.
Aree alpine in pericolo
Ma anche tra regioni la differenza è significativa. Per rimanere sulla situazione italiana, l’area che ha fatto segnare l’aumento maggiore è stata la Provincia autonoma di Bolzano, con 2,71 °C. Una controprova di quanto le aree alpine siano le più sensibili alle conseguenze del riscaldamento globale, con tutti i rischi di riduzione delle nevicate, scioglimento dei ghiacci e di erosione del terreno che ciò porta con sé.
Sopra la media nazionale e con aumenti oltre i 2,5°C anche il Lazio, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Molise. Gli incrementi più ridotti (inferiori ai 2°C) in Toscana, Liguria, Sardegna, Emilia Romagna e Piemonte. “Per spiegare l’aumento maggiore della temperatura in alcune aree rispetto ad altre entrano in gioco diversi fattori” spiegano gli autori del rapporto. “L’alta densità di popolazione e il consumo di suolo ad esempio vanno spesso di pari passo con l’aumento delle temperature. Gli spazi verdi diminuiscono, mentre l’inquinamento peggiora”.
L’analisi di OBC Transeuropa e Shelton Studio si basa sui dati prodotti dal progetto europeo di osservazioni meteorologiche UERRA e riguarda gli anni dal 1961 al 2018. A realizzarlo, il programma Copernico e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF). I dati forniscono una stima dei valori di temperatura a due metri dal suolo e si basano su una griglia con celle di 5,5×5,5 chilometri di larghezza.
Map | Glocal Climate Change: a project by EDJNet https://t.co/jWqd8hWLfW
— Mezy Corinne (@CorinneMezy) January 7, 2021
*L’articolo originale è stato pubblicato su OBC Transeuropa / Sheldon.studio nell’ambito del progetto EDJNet, rete europea per il datagiornalismo. Licenza: Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).