La proposta è del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio. Obiettivo: spingere i consiglieri comunali, attraverso la pressione dei propri concittadini, a presentare mozioni per calcolare correttamente i costi derivanti dal consumo di suolo. Mediamente ogni ettaro di terreni impermeabilizzati crea un danno economico annuo alla collettività di 100mila euro
di Emanuele Isonio
“Il suolo: se lo tuteli sarai più ricco, se lo consumi sarai più povero”. Non è solo un modo di dire ma un’amara verità. Rinunciare a ogni metro quadro di terreno, destinandolo a impermeabilizzazione significa per la collettività un danno economico in termini di servizi ecosistemici persi, di aumento delle emissioni di gas serra e di crescita dei rischi per la salute. Ma quanto costa davvero il processo di cementificazione? Varia ovviamente da territorio a territorio.
Cittadini attivi
Il problema è che, molto spesso, gli stessi amministratori locali non si rendono conto di quante risorse, anche economiche, stanno perdendo inconsapevolmente sotto i propri occhi. Per questo, il Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio ha deciso di avviare una campagna rivolta ai cittadini italiani. L’obiettivo è spingerli a chiedere a qualche consigliere del proprio Comune di presentare mozioni specifiche per inserire correttamente nel bilancio comunale i costi derivanti dal consumo di suolo.
“Questa proposta di azione concreta – spiegano i promotori – è diretta a tutti i pubblici amministratori, affinché abbiano chiaro quanto fondamentale sia il loro ruolo per la salute e sopravvivenza di tutti noi e a quanto ammonti il valore, ecosistemico e finanziario, derivante dalla perdita della primaria risorsa rappresentata dal suolo libero”.

I servizi ecosistemici del suolo sono spesso sottovalutati dai non addetti ai lavori. Ecco perché Re Soil Foundation ha creato un kit didattico (dal quale è tratta questa immagine) per spiegare agli studenti delle scuole primarie e medie italiane l’importanza di terreni in salute. FOTO: Re Soil Foundation.
I conti in tasca dell’ISPRA
Per rispondere alla domanda, comunque, gli strumenti esistono. E, per la verità, sono stati già sviluppati calcoli dettagliati da parte di strutture accademiche e da istituti pubblici, a partire dall'(Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente).
ISPRA stima ad esempio che il costo annuale medio per la perdita dei servizi ecosistemici si aggiri attorno ai 100mila euro per ettaro (ovvero 10 euro per ogni metro quadro perduto). Più nel dettaglio, il flusso di servizio che il suolo non sarà più in grado di assicurare oscilla tra 66mila e 81mila euro a ettaro all’anno. A ciò si aggiungono tra 23mila e 28mila euro a ettaro per lo stock di risorsa perduta. Il totale è quindi compreso tra 89mila e 109mila euro l’anno.

Consumo di suolo in Italia. La crescita non si arresta, nemmeno nello scenario più ottimistico. FONTE: Rapporto Transizione Ecologica Aperta, ISPRA 2021.
Tali valori, si leggeva peraltro nell’ultimo rapporto sul consumo di suolo dell’ISPRA, “sono attesi in aumento nell’immediato futuro e che potrebbero erodere in maniera significativa, per esempio, le risorse disponibili grazie al programma Next Generation EU. Si può stimare, infatti, che se fosse confermato il trend attuale e, quindi, la crescita dei valori economici dei servizi ecosistemici persi, il costo cumulato complessivo, tra il 2012 e il 2030, arriverebbe quasi ai 100 miliardi di euro, praticamente la metà dell’intero PNRR“.
Le magie (sottovalutate) del suolo
Cifre che discendono dalle tante, cruciali, funzioni che i suoli svolgono. Le ricordano dal Forum Salviamo il Paesaggio:
ogni ettaro di terreno fertile assorbe circa 90 tonnellate di carbonio che, con la cementificazione, viene invece liberata nell’atmosfera.
È poi in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua, contribuendo a contenere gli effetti di possibili inondazioni e alluvioni. Il che fa capire quanto sia importante avere suoli in salute visto il numero crescente di precipitazioni atmosferiche di forte intensità intervallate da lunghi periodi sempre più siccitosi. Un suolo in buona salute è infine in grado di sfamare 6 persone per un intero anno.
Dal Piano energia nuovi rischi per il suolo
I promotori della mozione ricordano che alle minacce che già affliggono i nostri terreni potrebbe presto aggiungersene un altro. Un effetto paradosso derivante dall’applicazione del Piano nazionale per energia e clima. In base a quel piano potrebbero essere messi “a terra” in meno di 6 anni circa 15 GigaWatt di impianti fotovoltaici. Per farlo, potrebbero essere necessari tra i 10 e i 18mila ettari di suolo sottratto alle attività agricole. Un fenomeno evidentemente sottovalutato dai decisori politici, nonostante i ripetuti appelli delle associazioni di categoria.
I contenuti della mozione
“Se i ‘costi nascosti’ di fatto non vengono calcolati a proprio carico da chi vorrebbe consumare nuovo suolo, né sono imputabili come uscite o perdite nei bilanci comunali, altresì essi costituiscono un danno reale che la collettività tutta subirà e che, come tale, va considerato ed evidenziato nel bilancio sociale e di sostenibilità di ogni Comune” si legge nelle premesse della bozza di mozione che i cittadini più consapevoli dell’importanza della qualità del suolo dovrebbero sottoporre ai consiglieri comunali (il testo è scaricabile direttamente dal sito del Forum Salviamo il Paesaggio).
Fra le richieste contenute nella mozione c’è quindi l’impegno a “redigere un apposito bilancio ambientale e di sostenibilità annuale per il proprio comune in cui sia evidenziato che per ogni ettaro di suolo eventualmente consumato o sua parte si genera una perdita di servizi ecosistemici a danno della collettività”.
Il documento chiede infine che la Giunta comunale si impegni “in caso di varianti o revisioni delle previsioni pianificatorie vigenti, a predisporre adeguata valutazione della perdita di servizi eco-sistemici che il consumo di suolo naturale comporterebbe o, al contrario, del beneficio che l’eventuale revisione in riduzione di consumo di suolo precedentemente pianificato apporterebbe alla collettività”.