Il clima più caldo accelera la perdita globale di fosforo
Uno studio cinese ha segnalato un aumento del flusso di fosforo atmosferico in un intervallo di temperatura media annua globale compreso tra 20°C e 23°C. Con potenziali conseguenze per l’agricoltura
di Matteo Cavallito
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In presenza di temperature più elevate il suolo tende a rilasciare maggiori quantità di fosforo. Un fenomeno già intuito in precedenza, di fronte all’ipotesi teorica di un nesso tra clima e dispersione dell’elemento, che trova oggi anche una conferma sulla base dei dati empirici. A fornirla, in particolare, è uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances e realizzato attraverso la raccolta delle informazioni su scala mondiale.
Nel corso dell’indagine, alcuni ricercatori dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino hanno compilato un set di dati geochimici dei suoli superficiali globali. La temperatura, spiegano gli autori, si è dimostrata il fattore cruciale.
Il calore contribuisce al rilascio del fosforo
Il rilascio del fosforo attraverso l’azione degli agenti atmosferici “è un processo vitale che regola il ciclo globale di numerosi elementi chiave e modella le dimensioni della biosfera terrestre”, spiega lo studio. “Da tempo si ipotizza che il clima globale debba svolgere, in teoria, un ruolo di primo piano nel governare i tassi di erosione del fosforo. A oggi, però, non esistono prove dirette di questa relazione basate su dati empirici su scala globale”.
Gli scienziati, ricorda una nota, hanno concentrato il loro studio sui primi 30 centimetri di suolo raccogliendo le misurazioni sulle temperature e il contenuto di fosforo.
La loro ipotesi è che “questa amplificazione dell’apporto di nutrienti con il riscaldamento sia una componente critica del sistema termostatico naturale della Terra e che tale relazione abbia probabilmente causato un’estesa anossia oceanica (la perdita di ossigeno negli oceani, ndr) in occasione dei precedenti episodi di riscaldamento”.
L’impatto sull’agricoltura
Calcolando la relazione tra la temperatura media annuale globale e il flusso di fosforo atmosferico, i ricercatori hanno individuato “un rapido aumento del flusso di erosione del fosforo nell’intervallo di temperatura media annua globale compreso tra 20 °C e 23 °C”. Le conseguenze, spiegano, si fanno sentire soprattutto nel settore agricolo, considerando il ruolo decisivo esercitato dal fosforo per la produttività del suolo.
“La potenziale accelerazione della perdita di fosforo dai suoli in seguito al riscaldamento climatico in atto, causato dalle attività antropiche, può rappresentare una minaccia per la produzione agricola a livello globale”, spiega lo studio.

La diffusione del fenomeno in termini di fosforo perso per estensione territoriale (Kg per ettaro su base annuale). Immagine: Alewell, C., Ringeval, B., Ballabio, C. et al. “Global phosphorus shortage will be aggravated by soil erosion”. Nat Commun 11, 4546 (2020). https://doi.org/10.1038/s41467-020-18326-7, 11 settembre 2020, Open Access
Questi effetti si evidenziano soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali, dove “i terreni sono tipicamente molto esposti agli agenti atmosferici, con conseguente limitazione diffusa del fosforo e corrispondente necessità di utilizzo di fertilizzanti”. Per garantire una produzione agricola adeguata in questo contesto, quindi, potrebbe essere necessario incrementare l’uso dei prodotti chimici con tutte le relative problematiche in termini di sostenibilità ambientale e disponibilità.
Numerosi fattori influiscono sulla perdita dell’elemento
La ricerca apporta un nuovo contributo alla letteratura sul ciclo del fosforo e sugli effetti del clima e di altri fattori. Un tema, quest’ultimo, al centro di altre ricerche. Nel gennaio del 2023, uno studio a cura di un gruppo di ricercatori provenienti da Australia, Spagna, Canada, Stati Uniti, Francia e Cina pubblicato sulla rivista Nature Geoscience ha rilevato come l’incremento dei livelli di CO2 in atmosfera determini una riduzione del fosforo nei terreni coltivati a risaia. Minacciando così la sicurezza delle forniture alimentari in futuro.
Determinante, poi, è anche il deterioramento della salute del terreno. Nel 2020 un’indagine promossa dall’Università di Basilea ha rivelato che oltre il 50% della perdita globale dell’elemento in agricoltura è ascrivibile al degrado del suolo. L’erosione, in particolare, fa defluire l’elemento dai terreni agricoli alle zone umide, ai corsi e agli specchi d’acqua. Danneggiandone in questo modo l’ecosistema.

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