Attiva dal 2023, la nuova piattaforma promossa dall’ente governativo CSIRO fornirà informazioni su aspetti essenziali come l’adattamento ai cambiamenti climatici, il sequestro di carbonio e la biodiversità
di Matteo Cavallito
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Creare un sistema unificato di raccolta delle informazioni sul suolo in Australia. È l’obiettivo del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), un ente federale gestito dal governo di Camberra e responsabile della ricerca scientifica nazionale. Il progetto, riferisce una nota della stessa agenzia, ha un valore di 15 milioni di dollari locali (circa 10,3 milioni di dollari USA) ed è pensato per “per migliorare la gestione sostenibile di una delle risorse più preziose della nazione”.
Per raggiungere questo risultato, i ricercatori sono ora al lavoro per realizzare una nuova piattaforma denominata ANSIS, Australian National Soil Information System. “Utilizzando processi e tecnologie innovative, ANSIS consentirà una migliore condivisione di dati e informazioni coerenti sul suolo a livello nazionale attraverso l’accesso online per gli utenti. Questo aiuterà gli australiani a comprendere meglio la nostra variegata gamma di terreni e a prendere decisioni migliori sulla loro gestione”.
Il progetto
Attivo a partire dal prossimo anno, questo database nasce dalla collaborazione tra il governo, gli enti di ricerca e le imprese. Una volta entrato in funzione il sistema dovrebbe rendere disponibili dati precisi e armonizzati destinati a soggetti diversi tra cui decisori politici, governi locali, ricercatori, agricoltori e operatori della tutela del territorio in tutta l’Australia.
In questo modo, ad esempio, gli agricoltori “saranno in grado di confrontare le condizioni del proprio suolo con un terreno simile o con altri della propria regione”. E potranno così valutare “l’impatto delle pratiche di gestione o considerare possibili cambiamenti e miglioramenti”.
I decisori, da parte loro, avranno accesso a informazioni rilevanti “su una serie di proprietà del suolo che riguardano le priorità politiche, tra cui la produttività agricola e la divulgazione delle migliori pratiche, la sicurezza alimentare, le risorse idriche pulite e sicure e la gestione dell’ambiente marino”. Così come a dati essenziali su “adattamento ai cambiamenti climatici, sequestro di carbonio attuale e potenziale, biodiversità, funzioni ecosistemiche e gestione sostenibile dell’ambiente”.
L’importanza dei dati
La possibilità di organizzare i dati in modo sistematico resta l’aspetto più importante. Ad oggi, spiegano i promotori, i dati sul suolo vengono raccolti con metodi diversi, da differenti organizzazioni e a svariate profondità del terreno. Tutto questo rende difficile l’accesso, il confronto e l’utilizzo di informazioni provenienti da fonti eterogenee. La questione, per altro, non riguarda solo l’Australia. La tutela del terreno richiede infatti a ogni latitudine la possibilità di entrare in contatto con informazioni armonizzate per poter pianificare le migliori strategie di intervento.
“L’armonizzazione dei dati, dei metodi di analisi, delle unità di misura e delle informazioni è fondamentale per fornire informazioni affidabili e comparabili tra Paesi e progetti”, ha spiegato di recente Lucrezia Caon, Land and Water Officer della FAO. Ma anche, ha aggiunto, “per consentire la generazione di nuovi sistemi informativi e supportare i processi decisionali per la gestione sostenibile del suolo”.
L’Australia fronteggia la crisi del suolo
Il progetto ANSIS potrebbe aprire la strada a nuove soluzioni per affrontare i problemi che caratterizzano il contesto locale. L’Australia, ad esempio, ospita alcuni dei terreni più aridi del mondo e fa i conti con il fenomeno del degrado. I terreni del Paese, ha scritto il network locale The Conversation, “devono affrontare una serie di minacce, tra cui la perdita di suoli agricoli pregiati, l’erosione, l’acidificazione, l’accumulo di sale, la contaminazione e la perdita di carbonio. Il cambiamento climatico mette sotto pressione i nostri suoli anche a causa di siccità, tempeste, incendi e inondazioni”.
Lo scorso anno il governo ha annunciato il lancio della sua National Soils Strategy, un piano ventennale che intende “dare priorità alla salute del suolo, promuoverne l’innovazione e la gestione e rafforzare le conoscenze e le capacità in materia.”.
Il progetto ANSIS è uno dei capitoli di questa strategia. E punta dichiaratamente a produrre effetti tangibili. “Un suolo produttivo, sano e resiliente comporta maggiori benefici economici, ambientali e sociali per l’Australia”, ha spiegato Peter Wilson, direttore del programma presso CSIRO. “Il suo monitoraggio favorisce anche la comprensione scientifica dei cambiamenti in atto nel Pianeta”.