L’indagine dell’Università dell’Arizona: la quota della popolazione esposta al rischio inondazioni è cresciuta a un ritmo 10 volte superiore a quello precedentemente ipotizzato. L’Asia epicentro del fenomeno
di Matteo Cavallito
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Il cambiamento climatico e l’incremento demografico favoriscono una crescita senza precedenti dell’impatto delle inondazioni sulla popolazione globale. È l’allarme lanciato dai ricercatori della University of Arizona, Elizabeth Tellman e Jonathan A. Sullivan. Secondo lo studio, pubblicato di recente sulla rivista Nature, nel XXI secolo la quota di popolazione costretta a vivere in aree soggette al fenomeno è cresciuta a ritmi da record. Le conclusioni dello studio realizzato grazie all’ausilio della tecnologia satellitare, mostrano un quadro decisamente più grave di quello suggerito negli ultimi anni dagli scienziati. E riportano sotto i riflettori un tema di enorme rilevanza che condiziona l’equilibrio della natura, la salute del suolo, l’economia e persino la geopolitica.
our new study on using the MODIS satellite to look at population growth in observed inundated areas 2000-2018 in @Nature: https://t.co/VtqdDQyyNV visualize and download the data from @Cloud2Street here https://t.co/4WEfJMfrRo or listen to the story: https://t.co/Bb9c5uBO3Y
— Beth Tellman, Phd (@pazjusticiavida) August 4, 2021
913 grandi eventi alluvionali dal 2000 al 2018
“Le inondazioni colpiscono più persone rispetto a qualsiasi altro pericolo ambientale e ostacolano lo sviluppo sostenibile”, si legge nella ricerca. Ma la percezione del fenomeno, suggeriscono i ricercatori, è stata largamente incompleta per tanti anni. I limiti dei metodi di osservazione diretta sono evidenti. Proprio per questo gli studiosi dell’Università dell’Arizona hanno deciso di ricorrere alla tecnologia spaziale. Con risultati inquietanti.
“Utilizzando immagini satellitari giornaliere abbiamo stimato l’estensione delle inondazioni e l’esposizione della popolazione per 913 grandi eventi alluvionali dal 2000 al 2018″, hanno spiegato gli autori. “In questo modo abbiamo calcolato un’area di inondazione totale di 2,23 milioni di chilometri quadrati, con 255-290 milioni di persone direttamente colpite dal fenomeno”. E ancora: “Stimiamo che la popolazione totale presente in queste aree sia cresciuta di 58-86 milioni di unità dal 2000 al 2015. Il che costituisce un aumento del 20-24% nella quota di popolazione esposta che risulta dieci volte superiore rispetto alle stime precedenti“.
In Asia il 90% dei disastri
Secondo gli autori, inoltre, le proiezioni sugli effetti del cambiamento climatico da qui al 2030 “indicano che i numeri saliranno ancora”. Nel corso del decennio, infatti, ben 25 Paesi si aggiungeranno all’elenco della nazioni a rischio inondazioni che attualmente conta 32 membri. L’Asia resta l’epicentro del fenomeno: l’area meridionale e sud orientale della regione ha ospitato il 90% delle alluvioni registrate nel periodo in esame.
“Abbiamo rilevato che fattori come lo sviluppo economico e la mobilità stanno facendo aumentare significativamente il numero di persone esposte alle inondazioni in quelle regioni”, spiega il ricercatore e co-autore dello studio Jonathan A. Sullivan. Determinanti le condizioni socio-economiche (underlying conditions) “che non offrono alle popolazioni vulnerabili altra scelta che stabilirsi nelle zone a rischio”.
Dai satelliti arrivano anche le soluzioni
L’esperienza dei ricercatori, infine, evidenzia ancora una volta le grandi potenzialità rappresentate dall’impiego dei satelliti. I dati provenienti da questi ultimi, infatti, “aiuteranno i responsabili politici a capire dove stanno cambiando gli impatti delle inondazioni e come rispondere al meglio“, ha spiegato Elizabeth Tellman, docente e co-autrice dello studio. Le immagini raccolte ogni giorno da una piattaforma nota come Global Flood Database, in particolare, hanno consentito di rilevare 913 inondazioni in 169 Paesi nel corso del secolo.
Il database, spiegano dall’Università dell’Arizona, “aiuterà a migliorare le valutazioni di vulnerabilità, l’accuratezza dei modelli globali e locali, l’efficacia degli interventi di adattamento e la nostra comprensione delle interazioni tra il cambiamento della superficie del suolo, il clima e le inondazioni”.