Raccogliere ed elaborare i dati per offrire soluzioni agli operatori del territorio. È il compito di Landsupport, il progetto europeo basato sulla rete e pensato per un’efficace tutela del suolo
di Matteo Cavallito
Ascolta “Landsupport. Così la Ue sfrutta il web per controllare la salute dei terreni” su Spreaker.
La rete al servizio del suolo. Ovvero la condivisione intelligente delle informazioni finalizzata alla tutela dei terreni minacciati da un’ormai nota lista di pericoli. È il principio alla base del Landsupport Project, un’iniziativa finanziata dal programma Horizon 2020 della UE e presentata nelle scorse settimane durante l’ultima edizione di Ecomondo. Cementificazione, cambiamento climatico e diffuso degrado, si sa, mettono a rischio la salute della terra. E la prospettiva di un futuro con meno risorse e crescente domanda di cibo resta particolarmente preoccupante. Intervenire è doveroso ma l’analisi del problema resta eccezionalmente complessa. Così come complicati sono i fenomeni in atto e non meno sofisticato appare il meccanismo di funzionamento del suolo stesso. È possibile, viene dunque da chiedersi, superare queste difficoltà per trovare soluzioni efficaci?
Soluzioni a problemi complessi
I promotori di Landsupport sono convinti di sì. Perché se da un lato sembra prevalere l’enorme numero di variabili – diversi tipi di suolo, differenti fattori climatici, biologici e così via – dall’altro, spiegano, i dati a disposizione non mancano di certo. Affrontando singolarmente ciascun aspetto del problema, è evidente, si ottengono soluzioni parziali. Ma un sistema integrato capace di mettere in rete le informazioni fornisce la soluzione all’impasse. Scienziati e ingegneri informatici, in altre parole, possono collaborare per realizzare modelli di previsione. Cosa succederebbe, ad esempio, se il cambiamento climatico producesse certi effetti su un determinato territorio? E se una certa frazione di foresta fosse rasa al suolo? Rispondendo a queste domande Landsupport punta a fornire soluzioni semplici a problemi complessi.
La rete al servizio del suolo
Il progetto punta a creare un sistema di sostegno alle decisioni di tipo S-DSS (GeoSpatial Decision Support System) basato sulla rete, completamente gratuito e ad accesso libero. Le operazioni, coordinate dal CRISP, il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Zona Critica della Terra a Supporto della Gestione del Paesaggio e dell’Agroambiente dell’Università di Napoli Federico II, sta sviluppando un centinaio di strumenti operativi a livello continentale. Il piano consiste nel partire da una piattaforma armonizzata di dati consultabili in qualsiasi momento. Integrato da mappe e modelli, il sistema è destinato a svilupparsi ulteriormente per fornire soluzioni ad ogni operatore coinvolto.
From #data to #users: how does it work?
in the #landsupport #DSS, geographical data are gathered togethered in a geodatabase, or data tier. Data are then processed in the logic tier, & answers brought to users through a presentation tier.
Infographic by @isafomcnr & @CentroCrisp pic.twitter.com/ca95wH3HD4— LandSupport (@LandSupport_EU) November 17, 2020
Soluzioni in tempo reale «a disposizione di tutti»
La lista include responsabili politici, agricoltori e pianificatori territoriali. Questi ultimi, ad esempio, potranno identificare più facilmente le aree da convertire in corridoi verdi nel modo più efficace. Un agricoltore, da parte sua, può usare il sistema per verificare in tempo reale il livello delle risorse idriche nel suo campo evitando sprechi di acqua. L’obiettivo del progetto, ha spiegato Fabio Terribile, Direttore del Centro Ricerche CRISP, intervenendo a Ecomondo, è quello di «offrire strumenti su scale diversi legati all’agricoltura, alla protezione ambientale, alla biodiversità e all’ecoturismo». Si tratta, insomma, di uno strumento ad ampio raggio e «a disposizione di tutti».