Il sistema PrevisIA sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare rapidamente le immagini satellitari individuando le variabili critiche che possono favorire la deforestazione. “La sua capacità di previsione è fantastica”, assicurano i suoi creatori
di Matteo Cavallito
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È possibile prevenire la deforestazione utilizzando l’intelligenza artificiale? Sì, almeno a sentire i ricercatori dell’organizzazione no-profit ambientalista brasiliana Imazon che hanno sviluppato un nuovo sistema per intervenire a priori sulle aree a maggior rischio.
Lo strumento, chiamato PevisIA, che si basa sull’elaborazione delle immagini prevenienti dai satelliti, una risorsa notoriamente decisiva per questo tipo di indagini, sarebbe in grado di individuare in anticipo le aree soggette al fenomeno valutando una serie di variabili chiave. Con successo, secondo alcuni osservatori.
Il caso Triunfo do Xingu
Nel mirino di PrevisIA, scrive il quotidiano britannico Guardian, è finito quest’anno il territorio forestale di Triunfo do Xingu, un’area protetta dell’Amazzonia brasiliana sud-orientale, nello stato di Pará. Sebbene formalmente tutelata dalla legge, questa zona è soggetta da tempo allo sviluppo di attività illegali come l’estrazione mineraria non autorizzata, il disboscamento finalizzato alla costruzione di strade e, in generale l’accaparramento di terre.
“PrevisIA ha individuato Triunfo do Xingu come l’Area di Protezione Ambientale a più alto rischio di deforestazione nel 2023, con 271,52 km2 destinati ad andare perduti entro la fine dell’anno”, sottolinea il Guardian. “Circa 5 km2 erano già stati distrutti a marzo”.
Numeri apparentemente piccoli ma significativi, soprattutto nel contesto attuale. Secondo Imazon, infatti, a marzo la deforestazione è triplicata rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Inoltre, nel primo trimestre del 2023 sono stati distrutti 867 km2 di foresta pluviale, il secondo peggior dato degli ultimi 16 anni.
L’intelligenza artificiale come strumento di contrasto
Progettato a partire dal 2016, PrevisIA è stato concepito per superare i vecchi modelli previsionali capaci di ipotizzare le dinamiche della deforestazione a lungo termine ma non nell’immediato. Per raggiungere questo obiettivo, il sistema opera su due fronti: analizzando le tendenze presenti nella regione attraverso i dati storici e studiando le variabili che limitano o favoriscono la deforestazione.
“Ogni mese, Imazon utilizza i dati satellitari per monitorare la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana grazie al nostro sistema di allerta”, spiega Carlos Souza Jr., ricercatore associato e coordinatore del progetto.
“Con questa tecnologia”, aggiunge, “il degrado forestale viene reso pubblico, contribuendo così ad aumentare la consapevolezza e la comprensione della perdita di biodiversità, delle emissioni di carbonio e della minaccia per le popolazioni indigene”. E ancora. “E se potessimo guardare al futuro? Cosa succederebbe se potessimo prevedere dove il bioma potrebbe essere disboscato? Saremmo in grado di evitare la cosa. Per questo abbiamo creato un modello di previsione della deforestazione basato su statistiche territoriali”.
L’indizio chiave: la costruzione delle strade
Sviluppato in collaborazione con Microsoft e il fondo di investimento Fundo Vale, il sistema PrevisIA si basa su un algoritmo in grado di analizzare le immagini satellitari che un tempo potevano essere osservate, una per volta, soltanto dai ricercatori stessi. Grazie alla potenza di calcolo disponibile, è possibile ora compiere l’operazione in tempi molto rapidi individuando, tra le altre cose, la presenza di un indicatore chiave: ovvero le tracce delle strade “non ufficiali” in costruzione.
“Gli studi dimostrano che il 95% della deforestazione accumulata in Amazzonia si trova in un raggio di 5,5 km dalle strade”, spiega Souza.
Citato ancora dal Guardian, il coordinatore ha definito “fantastica” l’accuratezza di PrevisIA sottolineando come l’85% di tutte le segnalazioni di deforestazione si sia finora verificato in un raggio di 4 km dal luogo previsto. L’organizzazione Imazon, infine, ha stretto accordi ufficiali con alcune procure statali della regione nella speranza che l’impiego del sistema permetta di prevenire con maggiore efficacia la distruzione della foresta.