Gli scienziati dell’Università di Los Baños hanno isolato alcuni batteri rinvenuti presso il vulcano Mayon, nel nord del Paese. Uno di essi sembra avere rilevanti proprietà antibiotiche e antitumorali. L’ennesima prova di quanto siano importanti le analisi dell’ecosistema suolo
di Matteo Cavallito
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Un nuovo esponente dell’infinita famiglia dei batteri del suolo potrebbe rivelarsi utile nella lotta al cancro e non solo. Viene dalle Filippine l’ultima speranza, in ordine di tempo, per la medicina oncologica. La scoperta, resa nota in estate dai ricercatori dell’Università pubblica di Los Baños, attende ancora ulteriori conferme. Ma i risultati preliminari fanno ben sperare. Tutta l’attenzione, in questo caso, si concentra su una particolare varietà di streptomicete, un microorganismo rinvenuto presso il vulcano Mayon, nel nord del Paese. Le cui proprietà potrebbero avere implicazioni rilevanti.
Un nuovo mondo di batteri
Situato sull’isola di Luzon, nella provincia di Albay, il monte attira da tempo l’attenzione degli scienziati. Negli ultimi mesi, i ricercatori di Los Baños hanno identificato e testato 30 diverse specie di batteri rinvenuti nel suolo scoprendo interessanti proprietà antibiotiche in 13 di essi. Una varietà in particolare, classificata come streptomicete A1-08, riferisce l’edizione locale della CNN, è emersa con forza come la più promettente. Il batterio, infatti, ha evidenziato potenziali effetti di contrasto ai tumori del colon-retto nonché nei confronti di uno dei microorganismi più problematici all’attenzione dei ricercatori: lo staffilococco aureo meticillino-resistente, o MRSA.
Una risorsa potenziale contro la resistenza antibiotica
“Diffuso negli ospedali, l’MRSA è fortemente resistente agli antibiotici, una caratteristica che rende più difficile il trattamento delle infezioni” ha spiegato Kristel Mae P. Oliveros, la coordinatrice della ricerca. Non a caso, ha aggiunto, “l’OMS ha definito la resistenza antimicrobica come una delle 10 principali minacce globali alla salute pubblica”. Le indagini sono solo all’inizio ma la speranza è che studi futuri possano confermare le indicazioni emerse guidando gli scienziati nell’elaborazione di nuovi medicinali.
Lo streptomicete A1-08, precisano ancora gli studiosi, mostra un’efficacia antitumorale più bassa rispetto alla doxorubicina, un antibiotico usato in chemioterapia. Un’analisi più attenta della composizione della sostanza estratta dal batterio, ricorda però la Oliveros, potrebbe suggerire agli scienziati un modo per purificare il composto realizzando così un medicinale più promettente.
La biodiversità del suolo è decisiva
Lo studio, in ogni caso, sembra rimarcare con forza l’importanza delle analisi sull’ecosistema del suolo. I terreni di tutto il mondo ospitano una sconfinata varietà di microorganismi con potenzialità spesso sconosciute. E non è un caso che negli ultimi anni si siano susseguiti gli allarmi sui rischi connessi alla perdita della biodiversità a fronte del legame conclamato tra la salute del suolo e il benessere umano.
Sul tema è intervenuta nelle scorse settimane anche la direttrice del Centre for Biodiversity dell’ASEAN, la comunità economica dei Paesi del Sud Est asiatico, Theresa Mundita Lim. In un comunicato ripreso dall’agenzia di stampa governativa PNA, Lim ha ricordato come già negli anni ’50 del secolo scorso le indagini sui batteri condotte nel suo Paese avessero consentito al medico filippino Abelardo Aguilar di scoprire le proprietà dell’eritromicina, un antibiotico tuttora molto diffuso.