Entra nel vivo l’EJP Soil, il programma di ricerca congiunta Ue su clima e suolo. Dall’agricoltura sostenibile alla cattura della CO2 i temi da sviluppare non mancano. L’obiettivo? Nuove soluzioni da applicare al Continente e all’intero Pianeta
di Matteo Cavallito
Ascolta “Ricerca UE dieci progetti per terra e clima” su Spreaker.
Operare sui suoli agricoli “sviluppando una gestione intelligente e sostenibile per il clima”. Se lo pone come obiettivo l’EJP SOIL, lo European Joint Programme per i terreni istituito dalla Commissione europea con la collaborazione di 24 Stati membri. Il piano, in particolare, punta ad avviare una ricerca integrata su scala europea destinata a individuare nuove soluzioni per sfruttare al meglio le potenzialità del suolo tutelandone la salute. Il terreno, come noto, svolge una funzione fondamentale grazie alla sua capacità di sequestro della CO2. Nelle strategie di gestione sostenibile lo sviluppo di questa caratteristica – attraverso l’addizione di materia organica, ad esempio – si affianca alla messa in atto delle buone pratiche agricole. Che possono contribuire alla riduzione delle emissioni in atmosfera.
Quattro obiettivi per salvare il clima
Il programma europeo si pone quattro obiettivi. Sul piano sociale l’iniziativa per il clima punta a promuovere una maggiore consapevolezza della necessità di gestire il suolo agricolo in modo sostenibile. Un traguardo basato sulla comprensione dell’importanza dei servizi ecosistemici offerti dal terreno. Sul piano operativo – spiegano i promotori – l’iniziativa intende “rafforzare la comunità di ricerca europea”, allineando gli studi e armonizzando il sistema di scambio di dati tra i ricercatori “per contribuire al reporting internazionale e raggiungere la coerenza e l’applicabilità globale delle informazioni”.
Sul fronte politico, inoltre, il piano intende “elaborare raccomandazioni basate su prove per i decisori” avviando quindi “un dialogo tra scienza, politica, azioni pratiche e società”. A livello scientifico, infine, si pone l’obiettivo di “sviluppare nuove conoscenze sulla gestione climatica intelligente del suolo agricolo”. L’idea, insomma, è quella di “fornire un sostegno scientifico per le politiche agricole e climatiche su scala locale e globale”.
Dieci progetti con l’agricoltura protagonista
Nelle scorse settimane, Claire Chenu, docente di scienza del suolo presso l’Università AgroParisTech e coordinatrice del programma europeo, ha annunciato l’avvio di dieci nuovi progetti. Tra questi la ricerca belga CLIMASOMA o “Climate change adaptation through soil and crop management” sull’adattamento al clima e gli studi STEROPES, in Francia, e SensRes, in Danimarca, sulla mappatura ad alta definizione della variazione spaziale del suolo.
Altri progetti condotti in Austria, Belgio e Svezia chiamano in causa l’analisi del processo di erosione, le buone pratiche di agricoltura sostenibile e i servizi ecosistemici.
In campo anche l’Italia
Le altre ricerche, infine, si focalizzano sulla mitigazione del clima. Tra queste il progetto Sommit che punta a individuare le migliori strategie per favorire il sequestro di carbonio e l’aumento della fertilità del terreno. All’iniziativa contribuisce anche l’Italia che partecipa alla ricerca attraverso il CREA, il Consiglio delle ricerche per agricoltura ed economia agraria del Ministero dell’Agricoltura. Su temi affini si muove anche il progetto tedesco CarboSeq che si propone di stimare il potenziale di sequestro di CO2 nei terreni agricoli. Completano l’elenco l’iniziativa TRACE-Soils (Spagna) che punta a valutare, in termini di costi e benefici, il rapporto tra la ritenzione del carbonio e la perdita di nutrienti nel suolo, e il programma finlandese INSURE sulla cattura della CO2 e la mitigazione climatica attraverso la riumidificazione dei suoli coltivati a torba.