In India proseguono le ondate di caldo estremo, rese sempre più frequenti dal climate change. A rischio la produttività del suolo così come il raggiungimento degli obiettivi di crescita
di Matteo Cavallito
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Le ondate di caldo estremo sperimentate in India nel 2022 hanno impattato sul 90% della popolazione facendo crescere il rischio di insicurezza alimentare, i danni economici o le morti premature. Lo sostiene uno studio a cura di un gruppo di ricercatori provenienti dalle università di Cambridge, nel Regno Unito, e di Yale, negli Stati Uniti.
L’indagine, diffusa ad aprile di quest’anno e ripresa tra gli altri dal network australiano The Conversation, torna d’attualità in questi giorni dopo che nelle ultime settimane le temperature fuori norma hanno nuovamente colpito il Paese impattando sulla salute umana così come sull’agricoltura.
Gli eventi estremi impattano sul suolo agricolo
“A causa degli oneri senza precedenti per la salute pubblica, l’agricoltura e gli altri sistemi socio-economici e culturali, le ondate di calore indotte dai cambiamenti climatici in India possono ostacolare o invertire i progressi del Paese nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, si legge nella ricerca. L’impatto negativo, proseguono gli scienziati, si manifesta soprattutto sulla capacità di adattamento dei mezzi di sussistenza, sulla resa dei cereali, sulla diffusione di malattie e sulla sostenibilità urbana. Particolarmente colpiti gli Stati settentrionali, che vanno incontro alle anomalie di temperatura più elevate.
Il fenomeno non rappresenta una novità. Lo scorso anno, la Ong statunitense Mongabay sottolineava come la diffusione degli eventi estremi – dalle ondate di calore alle alluvioni – stesse producendo da tempo effetti diretti sulla produzione agricola.
“In sei anni, tra il 2015 e il 2021”, scriveva l’organizzazione USA, “il Paese ha perso 33,9 milioni di ettari di superficie coltivata a causa di inondazioni e piogge eccessive e 35 milioni di ettari per via della siccità, un fenomeno destinato a intensificarsi secondo diversi studi”.
L’India è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico
Il riscaldamento globale è ovviamente decisivo. “Come fenomeno naturale, il caldo estremo dovrebbe verificarsi una volta ogni 30 anni circa nel subcontinente indiano”, scriveva di recente The Conversation. “Oggi non è più così, a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Dal 1992 l’India ha subito oltre 24.000 decessi legati alle ondate di calore come quella del maggio 1998, che è stata una delle più devastanti con 3.058 vittime”.
Nell’aprile di quest’anno, ha ricordato la CNN, l’India ha vissuto l’ennesima ondata che ha visto le temperature della capitale Delhi superare i 40 gradi. In alcuni Stati, il caldo ha danneggiato i raccolti e messo sotto pressione le forniture di energia. Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, si prevede che l’India sarà nei prossimi anni tra i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica.
A rischio quasi il 9% del Pil
Sempre secondo lo studio, la sottovalutazione degli effetti del clima in India potrebbe ridurre o addirittura invertire i progressi nel contrasto alla povertà, alla fame, nella promozione della crescita economica e nella tutela della biodiversità. Il caldo estremo, ricorda ad esempio The Conversation, può aggravare ulteriormente la siccità, inaridendo il suolo e alterando i modelli di precipitazioni danneggiando così i raccolti.
Per un Paese come l’India, caratterizzato da un’economia ancora prevalentemente rurale, “le perdite di produttività in questo settore minacciano i posti di lavoro e la salute di milioni di agricoltori locali e piccoli proprietari terrieri, nonché la loro capacità di adattarsi e di accedere a nuovi mezzi di sostentamento”. Se non si riuscirà efficacemente a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, sostiene lo studio, “si prevede che l’aumento del calore costerà all’India il 2,8% del suo Prodotto Interno Lordo entro il 2050 e l’8,7% entro il 2100 deprimendo gli standard di vita”.