23 Dicembre 2021

Dal 2016 al 2020 gli istituti di credito dei Paesi Bassi hanno finanziato il disboscamento globale con oltre 3 miliardi di euro. Olio di palma e soia i principali beneficiari

di Matteo Cavallito

 

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Spetta alle banche olandesi il poco invidiabile titolo di leader continentali nel sostegno alla distruzione delle foreste. Lo rivela un’indagine diffusa in queste settimane dalla Ong Friends of the Earth e dalla società di ricerca indipendente Profundo. Lo studio, in particolare, punta il dito sulle attività dei tre colossi bancari dei Paesi Bassi – ING, Rabobank e ABN AMRO – che, tra il 2016 e il 2020, hanno finanziato con 3,1 miliardi di euro i comparti delle materie prime maggiormente legati al disboscamento e alla violazione dei diritti umani.

“È un mondo alla rovescia: nel mezzo di una crisi del clima e della biodiversità, stiamo usando i nostri soldi per aggravare la situazione e gettare benzina sul fuoco”, ha commentato il direttore delle campagne della filiale olandese dell’organizzazione, Wouter Kolk. “Bisogna introdurre un obbligo legale che imponga alle istituzioni finanziarie di avere portafogli di investimento compatibili con la protezione del clima che non sostengano la deforestazione”.

Dalle banche oltre 2 miliardi per soia e olio di palma

Lo studio ha analizzato i flussi finanziari che per un quinquennio hanno collegato le banche del Paese nordeuropeo con le industrie del settore. Molteplici i segmenti osservati, tra cui carne, carta, gomma, cacao e caffè. A destare forte attenzione, però, sono soprattutto olio di palma (1,7 miliardi) e soia (458 milioni) che, da soli, hanno saputo calamitare ben 2/3 dei crediti concessi dagli istituti.

Ma non è tutto. Sotto la lente dei ricercatori, infatti, sono finiti anche gli investimenti, ovvero le quote azionarie detenute nelle aziende del comparto. Alla fine del 2020 il settore finanziario olandese – che oltre agli istituti di credito comprende anche i fondi pensione e le compagnie assicurative – aveva in portafoglio partecipazioni totali per 362 milioni. Tre quarti dei quali nelle industrie dell’allevamento e dello stesso olio di palma.

Dalla banche europee 7,6 miliardi di crediti alla deforestazione

I 3,1 miliardi di prestiti concessi dalle banche olandesi – nel dettaglio 1,4 miliardi per Rabobank, 895 milioni per ABN Amro e 850 per ING – rappresentano un sostanziale unicum per il Continente. In Europa, infatti, soltanto gli istituti francesi sembrano muoversi all’interno dello stesso ordine di grandezza avendo mobilitato crediti complessivi per 1,9 miliardi. Al terzo posto, si legge nello studio, ci sono le banche spagnole (1,3 miliardi) che precedono le omologhe tedesche (644 milioni).

Decisamente più distanziati gli istituti degli altri Paesi tra i quali Italia (276 milioni) Svezia, Belgio, Austria, Cipro e Portogallo. I crediti totali partiti dalle dieci nazioni osservate ammontano a quasi 7,6 miliardi. Il principale destinatario dei finanziamenti olandesi è l’Indonesia, che dall’inizio del secolo ha perso il 10% delle sue foreste primarie, con il 63% del totale (circa 2 miliardi di euro). A seguire il Brasile, altro fronte caldo del fenomeno, che ha ricevuto il 17% dei crediti, e la Malesia (14%). Il 7% restante se lo sono divisi, quasi equamente, Perù, Cambogia e Laos.

Dalla UE un primo passo contro il disboscamento globale

Nel mese di novembre la Commissione europea ha presentato le sue proposte per bloccare l’importazione di materie prime legate alla deforestazione. Bruxelles, in particolare, vuole imporre alle imprese continentali di tracciare in modo dettagliato l’origine esatta dei prodotti importati. Affidando agli Stati membri il compito di effettuare i controlli per le commodities più critiche (legno, soia, carne, caffè, cacao e olio di palma unitamente ad alcuni prodotti derivati). Il regolamento approvato dalla Commissione dovrà essere esaminato da Consiglio ed Europarlamento.