Promosso dalla Regione Lazio, il programma punta a formare i giovani su imprenditorialità e innovazione. Protagonisti i comparti più promettenti, a partire dalla bioeconomia
di Matteo Cavallito
Ascolta “Tra bioeconomia e innovazione la startup nasce a scuola” su Spreaker.
Un po’visionari un po’ imprenditori, come si conviene nella logica delle startup. Sono queste le caratteristiche dei giovani partecipanti al programma Startupper tra i Banchi di Scuola condotto da Lazio Innova, società della Regione Lazio per la progettazione e gestione di azioni e programmi di aiuto per la crescita economica, l’accesso al credito, lo sviluppo del territorio e il sostegno all’innovazione. Sostenuto da specifiche attività formative a distanza, il progetto coinvolge le classi dell’ultimo triennio di diversi istituti superiori della regione. L’obiettivo? Consentire agli studenti di “acquisire una mentalità imprenditoriale”. Vale a dire “la capacità di trasformare le idee in azioni attraverso la creatività, l’innovazione, la valutazione e l’assunzione del rischio, la capacità di pianificare e gestire i progetti”. Il tutto, si intende, nell’ambito dei comparti più promettenti che caratterizzano l’attuale fase di trasformazione.
Come una startup: dalla teoria al concorso
Bioeconomia, innovazione sociale e accessibilità. E poi ancora 5G, robotica, scienze della vita, inclusività e digitalizzazione, per non parlare di turismo, territorio e gaming. Non ci si fa mancare nulla, insomma, in questa iniziativa che alla formazione affianca la sfida dei progetti. Si parte da un percorso modulare sui temi dell’imprenditorialità per una classe o un gruppo interdisciplinare che affronta questioni decisive come lo sviluppo delle idee, l’analisi del mercato e dei costi, le tecniche di presentazione e la fabbricazione digitale. E si prosegue, ovviamente, con il concorso vero e proprio. Due le categorie previste: “Presenta la tua idea”, riservata a soluzioni e servizi, e “Prototipa la tua idea”, destinata a progetti di esemplari classificabili come prototipi.
Bioeconomia al centro del progetto
Al cuore dell’iniziativa spicca senza dubbio il tema della bioeconomia. I suoi principi sono noti: concepita come strategia di riutilizzo delle risorse biologiche rinnovabili, la disciplina contribuisce all’attuazione dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite a partire dalla valorizzazione delle risorse. In questo contesto rientra tutto il settore dei prodotti bio-based, a partire dalle bioplastiche biodegradabili, pensate per le applicazioni ad elevato rischio di dispersione ambientale, e quelle compostabili. Queste ultime, nascono per contribuire a togliere il rifiuto organico dalle discariche. Ovvero, per permettere la sua trasformazione in una preziosa risorsa come il compost, ammendante per i terreni e strumento di grande valore per contrastarne il degrado del suolo.
I progetti inseriti nella sezione “bioeconomia” dovranno proporre idee e soluzioni che prestino particolare attenzione all’intero ciclo di vita del prodotto. Tra queste l’utilizzo di materie prime di origine biologica, la produzione sostenibile e lo smaltimento “in un’ottica circolare”.
Tre premi in palio
Questi stessi progetti – per i quali sono previsti particolari strumenti formativi a partire da webinar specifici – concorrono anche al Premio Speciale Bioeconomia promosso da Novamont, il Cluster della Chimica Verde Spring, la rete European Bioeconomy Network e i progetti Europei BioVoices e Transition2BIO. Il riconoscimento si affianca ai premi da 1.500 euro messi in palio da Lazio Innova per le categorie “Presenta” e “Prototipa” alle aspiranti “startup scolastiche”.