7 Aprile 2023

Lo rivelano le immagini del satellite europeo SMOS, che invia dati sui livelli di umidità dei suoli e salinità degli oceani. Il Nord Italia tra le zone più colpite, insieme a Spagna, Francia e Regno Unito. Senza precipitazioni, nei prossimi mesi la situazione potrebbe diventare ancora più critica

di Emanuele Isonio

 

Le condizioni in cui versano da mesi i corsi d’acqua italiani e continentali non facevano presagire nulla di buono per la condizione dei terreni circostanti. La scarsa quantità di precipitazioni durante l’inverno appena trascorso e le temperature record registrate stanno infatti avendo un impatto notevole sulla salute dei terreni. Ora la conferma arriva anche dal cielo: le immagini del satellite europeo SMOS (Soil Moisture and Ocean Salinity), sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno messo a confronto la situazione del primo trimestre 2023 con quella dell’anno precedente. Anche a occhio la differenza è lampante: ampie zone verdi (indice di umidità nel terreno) sono state sostituite da aree marroni, segno inequivocabile di aridità.

L'immagine, catturata da Copernicus Sentinel-2, mostra l'impatto della siccità sulla Loira, il fiume più lungo di Francia. La foto più recente è del 27 febbraio 2023. FOTO: ESA/AOES Medialab

L’immagine, catturata da Copernicus Sentinel-2, mostra l’impatto della siccità sulla Loira, il fiume più lungo di Francia. La foto più recente è del 27 febbraio 2023. FOTO: ESA/AOES Medialab

Il record di Spagna e Turchia

Ma i dati satellitari permettono di calcolare anche numericamente la differenza tra la situazione attuale e la media. Nei primi tre mesi di quest’anno, il tasso di umidità del suolo si è ridotto del 4% rispetto alla media. E in alcune zone di Spagna e Turchia si sale fino all’8%.

Una conseguenza inevitabile se consideriamo che il continente europeo ha appena affrontato il secondo inverno più caldo della sua storia. Secondo il Servizio Copernico sui cambiamenti climatici, tra dicembre e febbraio scorsi, la temperatura media è stata superiore di 1,4°C rispetto alla media del ventennio 1991-2020.

Gli impatti dell’attuale siccità sono particolarmente visibili in Francia, Spagna, Regno Unito. Ma del gruppo di territori che destano maggiore preoccupazione c’è anche il Nord Italia, tanto da sollevare dubbi sulla possibilità di garantire l’approvvigionamento idrico, le rese agricole e la produzione di energia.

La condizione in cui versa attualmente il bacino del Po non è certo una novità di quest’anno. Negli ultimi cinque anni almeno tre eventi estremi di siccità si sono verificati in pianura Padana. Il regime del fiume più lungo d’Italia è alterato oltre che dai lunghi periodi siccitosi, dalla riduzione dei ghiacciai in quota per l’aumento delle temperature, che ha raggiunto 2-3°C oltre le medie climatiche di qualche decennio fa. Le conseguenze sono gravi: basti pensare alla salinizzazione delle falde acquifere per decine di chilometri in prossimità della foce del fiume.

Le mappe costruite sulla base dei dati forniti dal sistema SMOS mostrano l'anomalia dell'indice di siccità per l'Europa da gennaio-marzo 2022 e gennaio-marzo 2023, rispetto al periodo di riferimento 2010-2023. Il colore arancione scuro/oro nell'immagine rappresenta le aree più secche rispetto alla media di 13 anni, il giallo mostra condizioni medie mentre il verde mostra le aree più umide del normale. FOTO: ESA/AOES Medialab

Le mappe costruite sulla base dei dati forniti dal sistema SMOS mostrano l’anomalia dell’indice di siccità per l’Europa da gennaio-marzo 2022 e gennaio-marzo 2023, rispetto al periodo di riferimento 2010-2023. Il colore arancione scuro/oro nell’immagine rappresenta le aree più secche rispetto alla media di 13 anni, il giallo mostra condizioni medie mentre il verde mostra le aree più umide del normale. FOTO: ESA/AOES Medialab

La missione SMOS

SMOS è una delle missioni “Earth Explorer” sviluppate dall’ESA e la base scientifica del programma Living Planet. Il satellite è in orbita da 13 anni, ben più della durata inizialmente pianificata, tanto da aver superato i suoi obiettivi scientifici originali. Ma le fotografie che continua a inviare a terra si stanno rivelando di estrema importanza per capire quali sono le zone più colpite dalla siccità e quanto è profonda la differenza rispetto al passato. Tanto che la missione SMOS è stata estesa fino al 2025.

Per effettuare le sue fotografie, il satellite trasporta un radiometro interferometrico. Tale strumento cattura immagini della “temperatura della luminosità” che vengono poi usate per realizzare mappe globali dell’umidità del suolo ogni 72 ore, con una precisione mai raggiunta prima e con una risoluzione spaziale di circa 50 chilometri. Per avere un termine di paragone: è come poter rilevare un cucchiaino d’acqua mescolato in una manciata di terreno.