Presentati gli 8 bandi lanciati a dicembre dalla UE per lo sviluppo di nuovi progetti nell’ambito della Mission Soil. La Commissione valuterà le proposte per la tutela del suolo e per sviluppare buone pratiche
di Matteo Cavallito
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Dallo sviluppo della conoscenza alla sicurezza alimentare, dal ruolo dei fattori socio-culturali ai nuovi modelli di business. E non solo. Sono molteplici e ricchi di sfumature i temi degli 8 bandi di gara indetti nell’ambito della Mission Soil UE e presentati il 19 gennaio in un evento online organizzato dalla Commissione. Un programma di finanziamenti da 62 milioni di euro destinato a gettare le basi del lavoro concreto al servizio dell’iniziativa continentale.
L’obiettivo primario, infatti, è dato dalla creazione di nuovi Living Labs, i centri di sperimentazione sul campo dedicati allo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni. Ed è proprio in questo ambito che i progetti dovranno prendere forma per fornire il contributo necessario alla tutela della salute del suolo e allo sviluppo di buone pratiche. Lanciate a dicembre, le call si chiuderanno ufficialmente il 24 marzo prossimo.
La conoscenza alla base della Mission Soil
Si parte dalle attività di ricerca per colmare le lacune di conoscenza che minacciano la salute del suolo. Il primo bando chiama in causa la definizione di una base teorica per monitorare efficacemente le attività della Mission con un approccio multidisciplinare che tenga conto delle esigenze di differenti settori. “Particolare attenzione dovrebbe essere data a quella ricerca sugli usi extra agricoli del suolo che meno ne ha ricevuta in passato”, precisa la Commissione.
Più specifiche ancora le richieste del secondo bando. Che, da parte sua, punta alla creazione di un framework “per misurare la salute del suolo sviluppando un relativo indice basato su una definizione condivisa”.
L’operazione è il punto di partenza per la definizione di un sistema di monitoraggio delle iniziative di gestione del suolo e dei relativi risultati a partire da un set di indicatori. In questo modo sarà possibile offrire un sostegno “alle politiche di intervento e alla creazione di un sistema di incentivi”.
Sicurezza alimentare e lotta al degrado del suolo
La sicurezza alimentare è protagonista della call numero 3, che chiama in causa le attività di ricerca e sviluppo e la promozione di una dieta sostenibile in termini di contrasto al cambiamento climatico e tutela della biodiversità. I promotori dei progetti, in particolare, saranno chiamati a indagare il nesso tra salute del suolo e qualità dei prodotti alimentari, coinvolgendo tutti gli attori della catena di fornitura.
Il tema del degrado del suolo caratterizza il quarto bando, dedicato allo studio di buone pratiche di gestione del terreno e valutazione del rischio. I candidati dovranno analizzare i fattori economici che influenzano la salute del suolo, nonché gli aspetti sociali (dalla densità demografica alla coesione) e culturali.
I modelli di business e il ruolo dei governi locali
Il tema degli incentivi economici e dei modelli di business caratterizza poi il quinto bando. I candidati, infatti, sono chiamati a concepire nuove opportunità per la diversificazione del reddito nel settore agricolo e per la promozione di nuovi investimenti sulla salute del suolo lungo tutta la catena produttiva. Le altre dimensioni affrontate riguardano la consapevolezza dei consumatori, un’analisi comparata dei modelli di incentivazione alla tutela del suolo già presenti nel Continente e il ruolo delle tecnologie digitali.
Il sesto bando ruota invece attorno all’importanza dei governi locali nel sostegno al dialogo tra operatori del settore e cittadini. Così come nella promozione della cooperazione tra il settore pubblico e i privati. “L’obiettivo principale di questo tema”, spiega la Commissione, “è quello di creare spazi e pratiche per dialoghi regionali e locali sulla salute del suolo e la gestione del territorio”.
Living Labs e formazione
Il settimo bando da parte sua intende contribuire a uno degli obiettivi della Mission Soil: la creazione di 100 Living Labs entro il 2027. “La proposta vincitrice”, spiega infatti la Commissione, “garantirà un lancio efficace dei primi laboratori sulla salute del suolo e delle Lighthouses“.
Il progetto, in particolare, dovrà fornire “un ventaglio variegato di proposte“. Garantendo inoltre la capacità di “affrontare le principali sfide per la salute del suolo nelle regioni partecipanti”.
L’ottava call punta infine all’individuazione di esperti capaci di fornire servizi di consulenza sulla gestione del suolo. La progettazione di buone pratiche, la creazione di nuove forme digitali di interscambio di conoscenze e lo sviluppo di risorse formative sono solo alcune delle attività pensate per gli attori coinvolti.