La Commissione Ue ha confermato la validità delle firme della proposta di legge di iniziativa popolare europea “Salviamo api e agricoltori”. Ora le istituzioni europee dovranno esprimersi sulla richiesta di mettere al bando entro il 2035 i pesticidi sintetici, responsabili del crollo del numero di impollinatori
di Emanuele Isonio
È bene chiarirlo subito: la strada per arrivare a una norma vincolante che, in tutto il territorio Ue, vieti una volta per tutte l’uso dei pesticidi chimici responsabili del crollo di popolazioni delle api e degli altri insetti impollinatori è ancora lunga. Tuttavia, quella decretata nei giorni scorsi dalla Commissione europea è al tempo stesso un tassello fondamentale su quella strada. Bruxelles ha infatti certificato la validità delle firme raccolte, nel corso del 2021, da parte di PAN-Europe (Pesticide Action Network). Una rete continentale che ha riunito oltre 200 realtà tra associazioni ambientaliste, biodistretti e operatori del settore agricolo-alimentare. Obiettivo: avviare una Iniziativa dei cittadini europei (ICE). Uno strumento giuridico, previsto dai Trattati dell’Unione europea, che permette ai cittadini degli Stati membri di influenzare in modo diretto la politica comunitaria.
Save Bees & Farmers ECI is official! 🐝🐞🐦
Thanks to the +1 Million Citizens in all EU countries that gave their vote for #biodiversity, #health & a #PesticideFree Europe. Thanks to all organisations who helped to achieve this tremendous result🌻🍀🌷https://t.co/krt90WCfOi pic.twitter.com/QV6bSyiRUf— PAN Europe (@EuropePAN) October 10, 2022
Le richieste dei firmatari
Al suo interno la proposta, denominata «Salviamo api e agricoltori», contiene tre richieste:
- Eliminare progressivamente i pesticidi sintetici dall’agricoltura europea dell’80% entro il 2030 per azzerarli 5 anni dopo.
- Ripristinare gli ecosistemi naturali nelle zone agricole facendo dell’agricoltura un vettore di recupero della biodiversità.
- Riformare il settore agricolo dando priorità all’agricoltura su piccola scala, diversificata e sostenibile, diffondendo un rapido aumento delle pratiche agroecologiche e biologiche e consentendo la formazione e la ricerca indipendente degli agricoltori.
“Il risultato raggiunto è un forte segnale democratico per l’Ue e per i decisori nazionali che devono prendere atto della volontà dei cittadini e allontanarsi dai pesticidi tossici” ha commentato Martin Dermine, portavoce della proposta popolare e direttore esecutivo di PAN Europe. “Gli agricoltori e la scienza hanno dimostrato che l’agroecologia può nutrire il mondo senza sostanze chimiche. È giunto il momento che i nostri politici smettano di ascoltare l’agroalimentare e inizino a lavorare per il futuro dei nostri figli”.
Oltre la metà delle firme arriva dalla Germania
Il raggiungimento del milione di firme impone ora alla Commissione europea di prendere posizione rispetto alla proposta. E il Parlamento europeo dovrà tenere un’udienza pubblica sull’argomento. Benché la proposta popolare non abbia il potere di imporre nulla alle istituzioni comunitarie, è comunque un traguardo particolarmente significativo. Fino ad oggi solo altre 6 ICE sono infatti riuscite a ottenere il numero di firme previste per renderle valide. Le regole Ue stabiliscono che il milione di cittadini sottoscrittori appartengano ad almeno un quarto degli Stati membri. Nel caso dell’iniziativa di PAN Europe, sono stati coinvolti tutti e 27 i Paesi Ue.
Ma per l’exploit sono stati determinanti i clamorosi risultati ottenuti in Germania (dove sono state raccolte oltre 526mila firme), Paesi Bassi (quasi 100mila) e Francia (quasi 90mila). In Italia, hanno firmato l’iniziativa 43.400 cittadini.
Paese | Firme a supporto | Limite MINIMO | % |
---|---|---|---|
Austria | 22,949 | 13,500 | 169.99% |
Belgio | 81,203 | 15,750 | 515.57% |
Bulgaria | 3,915 | 12,750 | 30.71% |
Croatia | 1,402 | 8,250 | 16.99% |
Cipro | 741 | 4,500 | 16.47% |
Repubblica Ceca | 9,424 | 15,750 | 59.83% |
Danimarca | 16,457 | 9,750 | 168.79% |
Estonia | 541 | 4,500 | 12.02% |
Finlandia | 3,399 | 9,750 | 34.86% |
Francia | 89,647 | 55,500 | 161.53% |
Germania | 526,501 | 72,000 | 731.25% |
Grecia | 4,547 | 15,750 | 28.87% |
Ungheria | 20,705 | 15,750 | 131.46% |
Irlanda | 6,982 | 8,250 | 84.63% |
Italia | 43,394 | 54,750 | 79.26% |
Lettonia | 6,488 | 6,000 | 108.13% |
Lituania | 518 | 8,250 | 6.28% |
Lussemburgo | 5,249 | 4,500 | 116.64% |
Malta | 3,291 | 4,500 | 73.13% |
Paesi Bassi | 97,593 | 19,500 | 500.48% |
Polonia | 16,074 | 38,250 | 42.02% |
Portogallo | 8,486 | 15,750 | 53.88% |
Romania | 24,829 | 24,000 | 103.45% |
Slovacchia | 2,483 | 9,750 | 25.47% |
Slovenia | 1,564 | 6,000 | 26.07% |
Spagna | 43,947 | 40,500 | 108.51% |
Svezia | 12,644 | 15,000 | 84.29% |
Numero totale di firme | 1,054,973 |
In 25 anni, raddoppiata la tossicità dei pesticidi
“Raccogliere 1 milione di firme valide durante la pandemia di Covid è un segnale forte per una transizione verso l’agricoltura rispettosa del clima e delle api” sottolinea l’austriaco Helmut Burtscher-Schaden, vice portavoce della Ice. “In molti paesi dell’Ue, i ministeri dell’agricoltura sembrano avere una fede malsana nell’agrobusiness o relazioni troppo strette. Pertanto, evitano cambiamenti che libererebbero il nostro sistema alimentare dalla dipendenza dalle sostanze chimiche”.
Nonostante le ritrosie di diversi Paesi Ue, l’esigenza di bloccare l’uso di pesticidi che danneggiano le api e gli altri impollinatori è stata nel tempo confermata sia a livello scientifico sia da organizzazioni internazionali. Uno studio dell’università di Coblenza e Landau in Germania ha ad esempio evidenziato che, negli ultimi 25 anni, la tossicità di 381 pesticidi ai danni di api, altri insetti impollinatori e invertebrati acquatici è più che raddoppiata, nonostante la stessa ricerca tedesca abbia confermato una diminuzione dell’utilizzo complessivo di pesticidi. Ad essere aumentati sono però i neonicotinoidi, insetticidi chimicamente correlati alla nicotina, particolarmente tossici per le api. In modo analogo è cresciuto anche l’uso di piretroidi, che danneggiano in particolare gli invertebrati acquatici come crostacei, effimere e libellule.
“I neonicotinoidi sono pesticidi sistemici” ha spiegato Ralf Schulz, professore di Resilienza dell’ecosistema all’università di Coblenza e autore principale dello studio. “Vengono quindi assorbiti dalle piante e viaggiano attraverso i loro tessuti. Molti impollinatori sono infatti strettamente correlate con le specie bersaglio che i pesticidi puntano a debellare. L’irrorazione dei raccolti con i neonicotinoidi causa quindi la morte anche delle api”.
Dalle api dipende il 90% del cibo mondiale
La conseguenza di tutto ciò rischia di avere conseguenze serie, non solo sul fronte ambientale ma anche di sicurezza alimentare e di salute dei terreni agricoli. “Tre colture alimentari su quattro nel mondo dipendono in una qualche misura dalle api e dagli altri impollinatori. Tuttavia, la moria di questi insetti sta crescendo. Eppure l’economia alimentare globale sta mostrando un notevole aumento della domanda di servizi di impollinazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo” ricordava la FAO in occasione dell’ultimo World Bee Day del maggio scorso. “Senza le api, un gran numero di specie di piante selvatiche e coltivate non esisterebbe più. Ben 71 delle circa 100 specie di colture che forniscono il 90% del cibo nel mondo sono infatti impollinate dalle api” spiegano i tecnici dell’Agenzia Onu per l’alimentazione.

Le api e insetti impollinatori in generale hanno un ruolo cruciale per la nostra sicurezza alimentare e per gli ecosistemi. Qui, 5 dei “servizi” garantiti dalla loro presenza. FONTE: Archivio FAO.