15 Marzo 2023

Il Parlamento europeo ha approvato la revisione del regolamento relativo al settore LULUCF (Uso del suolo e settore forestale). Entro il 2030, il comparto dovrà garantire l’assorbimento di 310 Mt di CO2, ovvero il 15% in più rispetto a oggi. Previsti obblighi vincolanti per tutti gli Stati membri

di Emanuele Isonio

I suoli e le foreste europee dovranno garantire l’assorbimento di 310 Megatonnellate di CO2 entro il 2030. Il 15% in più rispetto a quanto fanno oggi. Un contributo che aiuterebbe a ridurre i gas a effetto serra nella UE dal 55% fino al 57% rispetto ai livelli del 1990. Lo stabilisce la revisione del regolamento UE 2018/841 relativo alle emissioni ed assorbimenti derivanti dal suolo, dai suoi cambiamenti d’uso e dalla silvicoltura. Ad approvarla – con 479 voti favorevoli, 97 contrari e 43 astensioni – è stato il Parlamento europeo, formalizzando l’accordo politico trovato a novembre scorso con il Consiglio dei ministri Ue.

Le nuove norme fissano obiettivi più ambiziosi per gli assorbimenti di CO2 entro il 2030. FONTE: Parlamento UE.

Le nuove norme fissano obiettivi più ambiziosi per gli assorbimenti di CO2 entro il 2030. FONTE: Parlamento UE.

Un tassello del Fit for 55

La decisione è passata finora sotto traccia, probabilmente perché arrivata insieme ad altre due norme ambientali (quella sugli obiettivi nazionali di riduzione dei gas climalteranti e, soprattutto, la direttiva sulle classi energetiche degli edifici, che, almeno in Italia, ha monopolizzato il dibattito politico e l’attenzione dei media mainstream). Ma per il settore agroforestale la portata del nuovo regolamento è ovviamente di grande rilievo.

Migliorare le capacità di assorbimento dei serbatoi naturali di assorbimento del carbonio è indispensabile per fare della UE il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 e migliorare la biodiversità. In questo senso, il contributo del settore LULUCF è centrale: terre coltivate, pascoli, zone umide, aree forestali, piante, biomassa e legname sono infatti responsabili sia dell’emissione che dell’assorbimento della CO2 dall’atmosfera. L’obiettivo del regolamento è fissare target che portino a un progressivo aumento della capacità di assorbire anidride carbonica, compensando le emissioni prodotte. La revisione del regolamento LULUCF è infatti parte integrante del pacchetto “Fit for 55”, il piano UE per ridurre di almeno il 55% entro fine decennio le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, in linea con la Legge europea sul clima.

“I pozzi di assorbimento del carbonio possono aiutarci a conseguire i nostri obiettivi climatici, compresa la neutralità carbonica, proteggendo così il nostro pianeta dalle conseguenze esiziali dei cambiamenti climatici” aveva dichiarato Marian Jurečka, ministro ceco dell’Ambiente e presidente di turno del Consiglio Ue dell’ambiente in occasione dell’adozione dell’accordo politico provvisorio trovato tra le istituzioni Ue a novembre scorso. “Le nuove regole contribuiranno a migliorare la protezione e la gestione dei terreni e delle foreste in tutta l’UE e a sfruttare appieno il potenziale di assorbimento delle emissioni. Al tempo stesso il testo garantisce che vengano prese in considerazione le diverse situazioni dei vari Stati membri”.

Le novità del “nuovo” regolamento

Il nuovo regolamento prevede che le attuali norme, in base alle quali le emissioni non devono superare gli assorbimenti (la cosiddetta “regola del non debito”) continueranno ad applicarsi fino al 2025. Nel quinquennio successivo – 2026/2030 – gli assorbimenti dovranno superare le emissioni. A quel punto, ciascuno Stato Ue dovrà perseguire un proprio obiettivo nazionale vincolante, da conseguire entro fine decennio. Per l’Italia, ad esempio, il regolamento stabilisce un aumento di poco meno del 10% degli assorbimenti netti dei gas a effetto serra, rispetto ai dati medi 2016-2018.

Obiettivo dell'Unione (colonna D), dati medi dell'inventario dei gas a effetto serra per gli anni 2016, 2017 e 2018 (colonna B) e obiettivi nazionali degli Stati membri stabiliti dal nuovo regolamento LULUCF approvato dal Parlamento europeo. FONTE: Testo approvato P9_TA(2023)0066.

Obiettivo dell’Unione (colonna D), dati medi dell’inventario dei gas a effetto serra per gli anni 2016, 2017 e 2018 (colonna B) e obiettivi nazionali degli Stati membri stabiliti dal nuovo regolamento LULUCF approvato dal Parlamento europeo. FONTE: Testo approvato P9_TA(2023)0066.

Rimane prevista la possibilità per ciascuno Stato membro di acquistare o vendere unità di assorbimento e di utilizzare le eccedenze delle assegnazioni annuali di emissioni, in linea con il regolamento sulla condivisione degli sforzi a livello comunitario. Il testo mantiene inoltre una flessibilità generale per aiutare quei Paesi che incontrino difficoltà nel conseguire i loro obiettivi a causa di “disturbi naturali”. Tra essi, vengono indicati espressamente incendi boschivi, organismi nocivi, effetti dei cambiamenti climatici e dei suoli organici. Per accedere al meccanismo di flessibilità però gli Stati membri dovranno essere autorizzati dalla Commissione, dopo aver presentato prove della presenza di tali disturbi.

In caso di progressi insufficienti e immotivati, gli Stati membri saranno obbligati ad adottare misure correttive. E per le inadempienze sono previste delle sanzioni: all’obiettivo per il 2030 sarà infatti aggiunto il 108% dei gas serra eccedenti il bilancio previsto per il periodo 2026-2029.

Emissioni e assorbimenti di carbonio nella UE, dati 2019. FONTE: Commissione europea.

Emissioni e assorbimenti di carbonio nella UE, dati 2019. FONTE: Commissione europea.

Dati più raffinati con il telerilevamento

Per garantire che l’obiettivo UE sia raggiunto, la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti entro sei mesi dal primo bilancio globale concordato nell’ambito dell’accordo di Parigi. E, se necessario, potrà darà seguito ad altre proposte legislative.

Il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni e degli assorbimenti saranno migliorati, anche attraverso un maggior uso di dati geografici e telerilevamento. In questo modo si potranno seguire con più precisione i progressi compiuti dai paesi dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi.

“Nell’ultimo decennio i pozzi di carbonio dell’UE sono diminuiti. Con questa legge, il settore del suolo farà la sua parte nell’affrontare la crisi climatica” ha commentato al termine della votazione il relatore del provvedimento, l’europarlamentare finlandese Ville Niinistö. “Da questo momento infatti abbiamo un obiettivo più ambizioso e altre garanzie, tra cui dati migliori e obblighi di comunicazione più rigorosi, una maggiore trasparenza e l’obbligo di procedere a un riesame entro il 2025. Questa è la prima legge che affronta contemporaneamente la biodiversità e la crisi climatica e gli Stati membri dovranno anche tenere conto del principio del ‘do-no-significant-harm‘”. Tale principio impone che gli interventi previsti dai PNRR nazionali non arrechino nessun danno significativo all’ambiente.

Il testo adottato dal Parlamento europeo dovrà ora passare al Consiglio dei ministri Ue per una approvazione formale. Entro 20 giorni sarà poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.