10 Marzo 2022

La perdita annuale di carbonio causata dalla deforestazione è raddoppiata dall’inizio del secolo. Uno studio cinese corregge al rialzo le stime precedenti che ipotizzavano addirittura un calo. Agroindustria nel mirino

di Matteo Cavallito

 

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Le emissioni di carbonio causate dalla deforestazione tropicale sono cresciute più di quanto si pensasse registrando addirittura un raddoppio nel corso del XXI secolo. Lo sostiene un recente studio a cura di un’équipe di scienziati guidati dai ricercatori della Southern University of Science and Technology (SUSTech) di Shenzhen, Cina, Yu Feng e Zhenzhong Zeng.

Le foreste, ricorda il Guardian, sono responsabili della conservazione di 861 miliardi di tonnellate di carbonio. L’abbattimento degli alberi, ovviamente, favorisce le emissioni dell’elemento che, combinandosi con l’ossigeno, fa crescere l’ammontare di CO2 in atmosfera contribuendo così al cambiamento climatico. “Dal 2000 ad oggi”, osserva il quotidiano britannico, “il mondo ha perso circa il 10% della sua copertura arborea”. Sulla contabilità del carbonio, tuttavia, permangono “incertezze significative”.

La perdita di carbonio raddoppia

Lo studio scende nel dettaglio identificando un trend impressionante. Nel confronto tra i quinquenni 2001-2005 e 2015-2019, la perdita lorda annuale di carbonio forestale nella aree tropicali è passata da 970 milioni a 1,99 miliardi di tonnellate. Un sostanziale raddoppio.

L’accelerazione del fenomeno, proseguono i ricercatori, “suggerisce che le strategie esistenti per ridurre la perdita di foreste non hanno avuto successo. Questo fallimento, inoltre, sottolinea l’importanza di monitorare le tendenze della deforestazione in seguito ai nuovi impegni assunti alla Cop26 di Glasgow”.

a) Perdita di carbonio nelle foreste durante diversi sottoperiodi. Quattro barre raggruppate (da sinistra a destra) mostrano la perdita media annuale di carbonio nelle foreste durante i quattro periodi 2001-2005, 2006-2010, 2011-2014 e 2015-2019. b) Aumento della perdita di carbonio risultante dalla perdita di foreste tropicali di montagna nello spazio dell'anno di elevazione. La perdita di carbonio nelle foreste include la perdita di carbonio sopra e sotto la superficie e la perdita di carbonio organico nel suolo. Fonte: Feng, Y., Zeng, Z., Searchinger, T.D. et al. Doubling of annual forest carbon loss over the tropics during the early twenty-first century. Nat Sustain (2022). https://doi.org/10.1038/s41893-022-00854-3 Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

a) Perdita di carbonio nelle foreste durante diversi sottoperiodi. Quattro barre raggruppate (da sinistra a destra) mostrano la perdita media annuale di carbonio nelle foreste durante i quattro periodi 2001-2005, 2006-2010, 2011-2014 e 2015-2019.
b) Aumento della perdita di carbonio risultante dalla perdita di foreste tropicali di montagna nello spazio dell’anno di elevazione. La perdita di carbonio nelle foreste include la perdita di carbonio sopra e sotto la superficie e la perdita di carbonio organico nel suolo.
Fonte: Feng, Y., Zeng, Z., Searchinger, T.D. et al. Doubling of annual forest carbon loss over the tropics during the early twenty-first century. Nat Sustain (2022). Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Il Brasile fa peggio di tutti

Grazie all’impiego dei dati satellitari ad alta risoluzione, strumento principe per l’analisi della deforestazione, i ricercatori hanno rilevato una generale accelerazione del fenomeno. A sperimentare i problemi peggiori sono la Repubblica Democratica del Congo, l’Indonesia e il Brasile, i tre Paesi che sono andati incontro ai ritmi di distruzione arborea più alti tra il 2001 e il 2020.

“L’analisi ha rilevato che circa un quinto del disboscamento nei Tropici ha avuto luogo nelle regioni montuose, che ospitano stock di carbonio relativamente alti, soprattutto in Asia“, scrive il Guardian.

La conversione delle foreste in terreni agricoli rappresenta la causa principale della perdita di carbonio, pur con alcune differenze tra i diversi continenti. Nell’area tropicale dell’America, ad esempio, domina l’agricoltura su larga scala così come il pascolo bovino. In Brasile questo tipo di disboscamento è diminuito nel primo decennio del secolo per poi assestarsi e accelerare al rialzo negli ultimi cinque anni. “Nel complesso”, si legge nello studio, “la perdita totale annuale di carbonio nelle foreste brasiliane nei due decenni ammonta a 373 milioni di tonnellate ed è la più alta a livello globale”.

Smentiti impegni e stime precedenti

I dati, come si diceva, smentiscono alcune valutazioni precedenti, inclusa quella del Global Carbon Project che, nel 2021, aveva ipotizzato addirittura un trend discendente. “Nella nostra ricerca abbiamo incluso le perdite di carbonio dalla biomassa sotterranea e dai suoli”, spiegano i ricercatori, “Queste componenti, non riportate negli altri studi, fanno crescere del 38% la perdita media di carbonio forestale nella nostra valutazione”. Altre scelte tecniche, aggiungono, “riducono poi le incertezze nella quantificazione della perdita di carbonio nelle foreste”.

Ma a preoccupare è soprattutto il confronto tra i risultati dello studio e le aspettative create negli anni. La crescita della deforestazione – nota ancora il Guardian – è avvenuta nonostante gli impegni a frenarla, inclusa la Dichiarazione di New York sulle foreste del 2014, che mirava a dimezzare i tassi di disboscamento entro il 2020″. Alla Cop26 di Glasgow, osserva il quotidiano britannico, “una coalizione di 142 Paesi – che ospitano più del 90% delle foreste del mondo – si è impegnata ad arrestare e invertire il fenomeno entro il 2030”.