Studio USA: in alcune aree urbane una vasta copertura di alberi può abbassare la temperatura di quasi 6 gradi. Ma i benefici non si esauriscono qui…
di Matteo Cavallito
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Gli alberi come “supereroi immobili”, ovvero simboli, verrebbe da dire, della resistenza al cambiamento climatico e alle sue conseguenze. A partire dalle “sempre più diffuse ondate di caldo”. Lo scrive il New York Times intervenendo su un tema di tragica attualità. Le temperature estreme che a luglio hanno investito Canada e Stati Uniti sono un segno dei tempi. Ogni anno, prosegue il quotidiano newyorchese, la calura estrema uccide 12mila americani, più di quanti soccombano, nel medesimo periodo, agli uragani e agli eventi metereologici più pericolosi. Per fortuna, però, le piante che trovano spazio nei centri urbani possono dare un contributo decisivo abbassando la colonnina di mercurio di diversi gradi. Una proprietà essenziale, di questi tempi, che trova conferma nella ricerca scientifica.
Nelle zone più coperte la temperatura si abbassa di 6 gradi
Negli ultimi anni, uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, ha rilevato la variabilità delle temperature in un contesto urbano evidenziandone la correlazione con la presenza delle piante. L’analisi dei ricercatori si è concentrata nella città di Madison, nel Wisconsin. Qui, grazie all’uso di sensori ad alta precisione, gli autori della ricerca hanno potuto misurare la temperatura dell’aria lungo 10 diversi percorsi da 7 km con una rilevazione, ripetuta da 3 a 12 volte, ogni cinque metri. Negli spazi osservati la copertura arborea varia tra lo 0 e il 100%. La massima efficacia di raffreddamento, afferma lo studio, si raggiunge dopo il superamento della soglia critica del 40%.
Nel dettaglio, riferiscono ancora i ricercatori, “la variabilità della temperatura dell’aria diurna all’interno del paesaggio urbano è stata in media di 3,5 °C, con un intervallo compreso tra 1,1 e 5,7 °C”. Nei punti di massima efficacia, in altre parole, l’interazione tra la chioma degli alberi e gli altri elementi del paesaggio si è tradotta in un calo della temperatura di quasi 6 gradi. Una variazione che, in caso di temperature estreme, potrebbe realmente fare la differenza.

A Madison, Winsconsin, le aree con maggiore presenza di alberi registrano un calo medio di temperatura pari a 3,5°C nel confronto con le altre zone della città. Foto: Pixabay License. Libera per usi commerciali Attribuzione non richiesta
“Gli alberi sono la tecnologia più efficace contro il caldo”
L’affidamento a una soluzione naturale offre diversi benefici, osserva il NY Times. Tra questi, la riduzione della domanda di energia elettrica da destinare ai condizionatori d’aria, i risparmi economici e il calo delle emissioni. Senza contare la capacità di scongiurare i blackout da sovraccarico nei giorni più caldi. Insomma, per dirla con Brian Stone Jr., docente di pianificazione ambientale presso il Georgia Institute of Technology, “Gli alberi, molto semplicemente, rappresentano la tecnologia più efficace a nostra disposizione per proteggere dal calore le città”. Lo sanno bene gli amministratori delle città che da tempo puntano sulle politiche di incremento del verde urbano. Ma impegno, iniziative e consapevolezza, a quanto pare, non sono ancora sufficientemente diffuse.
Le foreste urbane USA fanno risparmiare oltre $18 miliardi all’anno
Nonostante tutto, nota ancora il quotidiano newyorchese, “nelle comunità degli Stati Uniti il numero totale di alberi non aumenta e non rimane nemmeno costante. Le ricerche sottolineano che le città americane perdono la chioma di 36 milioni di alberi ogni anno”. Il problema, prosegue il NY Times, è legato forse alla scarsa coscienza degli effetti della conservazione e dell’impianto di nuovi alberi. Una lista che include il calo dei consumi elettrici e delle emissioni, la riduzione dell’inquinamento e una crescita del sequestro di carbonio. E che si traduce, secondo una stima della divisione forestale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, in vantaggi economici pari a 18,4 miliardi di dollari all’anno.