A Chieri (Torino) al posto di una scuola dismessa sorgerà una nuova area verde di circa 6mila mq con 50 specie arboree, 131 specie arbustive e 205 metri di specie erbacee perenni, collegata con un altro parco per un totale di 11mila mq di verde.
di Emanuele Isonio
In quest’area sorgeva un complesso scolastico abbandonato da oltre quindici anni. Fino a non molto tempo fa, il Piano Regolatore prevedeva di trasformare la zona in area residenziale, con la costruzione di circa 40 alloggi oltre a nuovi uffici e negozi. Invece, per una volta almeno, il cemento ha avuto la peggio. Sconfitto da alberi, piante, arbusti che, tutti insieme, costituiranno un nuovo spazio verde e di socialità.
Accade a Chieri, comune della Città metropolitana di Torino, che diventa una storia simbolo di rigenerazione urbana e di lotta al consumo di suolo. L’area ospiterà infatti un parco “Patch” (Parco Tessile Chierese) di 6mila metri quadri, con 50 specie arboree, 131 specie arbustive, 205 mq di specie erbacee perenni (privilegiando specie autoctone e con fabbisogno d’acqua contenuto). Collegata al Parco Caselli, già esistente, raggiungerà un’estensione totale di 11mila mq, lungo il torrente Tepice nel centro della città.
Un cantiere di transizione ecologica
Il cambio della destinazione d’uso di quest’area ha portato all’aumento della permeabilità del suolo e della superficie verde urbana, ma anche alla restituzione di un bene comune ai cittadini. “ll Patch è un vero e proprio cantiere di transizione ecologica, premiato anche dalla Fondazione Compagnia di San Paolo” commenta il sindaco Alessandro Sicchiero presentando il progetto, scelto come quarta tappa della campagna nazionale itinerante di Legambiente. “Un grande riconoscimento alla scelta che l’amministrazione ha fatto di trasformare in area verde un importantissimo sito nel cuore di Chieri che in passato era invece destinato a insediamenti edilizi. Tutti i progetti che stiamo realizzando anche grazie ai fondi del PNRR hanno come filo rosso quello di rendere la città più sostenibile e più a misura d’uomo, senza ulteriore consumo di suolo, consegnando alle future generazioni una Chieri più inclusiva e più vivace”.
A redigere il progetto è stata un’architetta paesaggista chierese, Cristina Cassavia, e l’architetto Marco Maccagno. Con il Comune di Chieri hanno collaborato anche l’Università e il Politecnico di Torino, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, e altre associazioni locali. L’investimento per la realizzazione del parco è stato di 850mila euro: 530mila messi dal Comune di Chieri, e 320mila dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
L’iter del progetto
Il primo passo per la rigenerazione dell’area è stata la demolizione di oltre 16mila metri cubi dell’edificio scolastico in stato di abbandono. Con la creazione del parco, si è ottenuta una integrazione di circa 6mila mq della limitrofa area verde. Lo stesso nome – “Patch”, ovvero ‘pezza’ in inglese – rimanda al fatto che esso costituirà un rammendo e una continuità di una zona verde urbana, ma anche alla tradizione tessile chierese. Grazie alla produzione del fustagno e alla coltivazione del Gualdo (Isactis tinctoria L.), pianta tintoria dalle cui radici si ricava il blu, il tessile ha costituito per Chieri fonte di prosperità e lo ha reso uno dei distretti industriali del Centro-Nord Italia.
Il Parco Tessile Chierese rievoca la memoria storica del luogo tramite il disegno del progetto che vuole ricordare la trama di un tessuto: un viale principale taglia l’area diagonalmente e a partire da questo vengono generati dei percorsi perpendicolari che collegano tutte le zone del parco. L’idea alla base del piano di riqualificazione è stata quella di restituire ai cittadini nuovi spazi verdi per la socialità, il gioco e lo sport, con un nuovo campo da basket. È previsto anche un polo per l’educazione ambientale, un “Eco-Point”, luogo di aggregazione vicino al centro giovanile Arca per incontrarsi e proporre nuove idee sulla sensibilizzazione ambientale.
L’urgenza di una legge per lo stop al cemento
“Tutti quei progetti che arrivano dai territori, come il Patch, capaci di aumentare la superficie permeabile dei terreni, indispensabile per assorbire il più possibile le precipitazioni meritano di essere sostenuti” commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Ci auguriamo che l’esempio virtuoso messo in campo dalla città di Chieri possa essere da stimolo per molte altre amministrazioni piemontesi e della Penisola. Le aree verdi in città offrono anche importanti servizi ecosistemici, essenziali per contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e per arginare il costante declino della biodiversità. A livello nazionale, chiediamo al governo un’assunzione di responsabilità affinché si approvi una legge nazionale sullo stop al consumo di suolo che il Paese attende da ormai 11 anni”.
Il consumo di suolo in Piemonte
Il Piemonte è tra l’altro una delle regioni che deve accelerare la sua corsa nella lotta al consumo di suolo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ispra, infatti, i cambiamenti rilevati nel 2021 in Italia si concentrano nelle regioni del Nord. Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari, sono avvenuti in Lombardia, in Veneto, in Emilia-Romagna, e, appunto, in Piemonte, che ha registrato 630 ettari consumati in più. Con un incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente del +0,37%, la regione piemontese detiene il secondo valore più elevato dopo l’Abruzzo. Numeri che indicano che la possibilità di raggiungere gli obiettivi europei è ancora decisamente lontana.

Il consumo di suolo nelle diverse regioni d’Italia. Valori percentuali e confronto 2019-2020. FONTE: Rapporto Consumo di Suolo, ISPRA 2021.