Dalle buone pratiche all’educazione ambientale. Alla scoperta di Cascina Felizia
Da diversi anni Cascina Felizia, una delle 16 lighthouse farms individuate da Re Soil Foundation, adotta soluzioni concrete nel segno della sostenibilità. Realizzando, inoltre, un’importante attività di formazione rivolta ai più giovani
di Matteo Cavallito
“Essere un’azienda faro significa avere la possibilità di farsi conoscere e di trasmettere i propri valori. Ma anche di permettere alle persone di relazionarsi con quelle realtà del settore agricolo che hanno già realizzato soluzioni concrete”. A parlare è Roberto Pons, co-titolare di Cascina Felizia, una delle sedici imprese individuate da Re Soil Foundation come Lighthouse Farm.
Fondata circa 60 anni fa, l’azienda avicola con sede a Cumiana, in provincia di Torino, è stata protagonista negli anni di un lungo percorso nella direzione della sostenibilità grazie a opportuni investimenti sul fronte della tutela ambientale, del benessere animale e dell’utilizzo delle energie rinnovabili (attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei suoi capannoni). E oggi, tra un progetto e l’altro, si distingue in modo particolare per lo svolgimento di un’attività davvero preziosa: quella della divulgazione.
Il principio ispiratore è l’unità degli elementi
Per capire l’importanza di questo contributo occorre innanzitutto entrare più a fondo nella filosofia di Cascina Felizia. E, con essa, nella logica che ispira l’approccio dei produttori alla gestione delle risorse. Premiata come “Avicoltore dell’anno” nel 2017 e nel 2019, l’azienda concentra da tempo i suoi sforzi nella tutela di tutti gli elementi decisivi che plasmano la sua attività – dall’allevamento a terra alla coltivazione di cereali – e caratterizzano il territorio stesso che la ospita.
Sono questi, infatti, i principi che hanno ispirato gli sforzi per la tutela della biodiversità e la mitigazione climatica attraverso la creazione di una fascia fiorita arricchita dalla piantumazione di alberi da frutto e di piante di Paulownia.
I primi contribuiscono alla nutrizione degli insetti e dell’avifauna; le seconde al sequestro e allo stoccaggio della CO2 atmosferica. Ancora Pons: “L’allevamento animale non può essere separato dalla cura della terra. Nel tempo, la tendenza alla specializzazione ha fatto dimenticare quell’idea di unione tra questi elementi che ci veniva raccontata in passato dai nostri nonni”. Un’idea, ricorda l’allevatore, che merita oggi di essere rilanciata.
Una lighthouse impegnata nella divulgazione
Divenuta Azienda Didattica grazie a una collaborazione con l’Università di Torino, Cascina Felizia ha organizzato nel tempo diverse iniziative di divulgazione e comunicazione rivolgendosi ad altre imprese, enti e stakeholders del territorio. Ma anche e soprattutto alle scuole. Lo evidenzia, in particolare, l’esperienza della Giornata di educazione ambientale, un evento – che ha celebrato di recente la sua seconda edizione – pensato per avvicinare i più giovani al territorio favorendone una maggiore consapevolezza.
Realizzato in collaborazione con Coldiretti Torino, con il patrocinio del Comune di Cumiana e del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino e in collaborazione con molte altre realtà, l’incontro ha permesso a circa 250 bambini e bambine delle scuole primarie di esplorare 8 diversi stand collegati tra loro approfondendo moltissimi temi. Tra cui l’importanza del suolo, la tutela degli ecosistemi, l’adattamento agli ambienti boschivi, la biodiversità, la valorizzazione della frazione organica, lo stoccaggio di CO2, la sostenibilità degli allevamenti, la salute degli animali, la circolarità e la sicurezza.
Guardare al futuro, pensare al presente
Cascina Felizia si sviluppa in un’area pianeggiante situata in prossimità dei primi rilievi pedemontani e caratterizzata da terreni di tipo Inceptisol con una profondità utile di 60-90 centimetri circa e la presenza di un battente di falda vicino alla superficie. Nel tempo l’azienda si è impegnata nella tutela di questi stessi suoli attraverso l’utilizzo di numerose buone pratiche. Tra queste c’è l’applicazione, nella coltivazione di cereali, del disciplinare di agricoltura sostenibile la “Carta del Mulino” che prevede, tra le altre cose, un percorso di miglioramento continuo nella qualità dei prodotti, la tutela della biodiversità e la salvaguardia degli impollinatori.
Importante, inoltre, la gestione della sostanza organica che, a partire dalla pollina aziendale, comporta la produzione di vermicompost, garantendo così un ciclo chiuso all’interno dell’azienda.
Con l’obiettivo di garantire la qualità del prodotto e la contemporanea salvaguardia del suolo circostante ai capannoni adibiti all’allevamento, infine, l’azienda punta da tempo sulla riduzione degli input chimici, evitando l’utilizzo di insetticidi e affidandosi invece a un sistema di igiene e pulizia minuzioso. Soluzioni concrete, dunque, che caratterizzano un’azienda che, conclude Pons, non intende parlare genericamente di “futuro”. Scegliendo, invece, di raccontare “il presente che ci aiuterà a raggiungerlo”.

Cascina Felizia
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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Re Soil Foundation


