4 Settembre 2023

Il Paese arabo intende piantare da 50 a 100 milioni di alberi di mangrovie “nei prossimi anni”. Un’iniziativa a tutela della biodiversità che evidenzia ancora una volta il ruolo chiave di questa specie vegetale nel mitigare il clima e contribuire alla tutela del suolo

di Matteo Cavallito

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L’Arabia Saudita intende piantare decine di milioni di piante di mangrovie entro il 2030 con l’obiettivo di preservare la biodiversità del suo territorio. Lo riferisce Al Arabiya. Il numero delle piante coinvolte non è ancora chiaro: 50 milioni di esemplari, secondo l’emittente degli Emirati Arabi, addirittura 100 in base a quanto reso noto dalla Saudi Press Agency (SPA), l’agenzia di stampa ufficiale del governo. La scelta della specie vegetale, da parte sua, non sorprende.

“La capacità di immagazzinare carbonio, controllare le inondazioni, stabilizzare le coste e fornire riparo a pesci e ad altri organismi, rende le foreste di mangrovie uno dei super ecosistemi della natura”, ha affermato, ripreso dalla stessa Al Arabiya, John Pagano, CEO di Red Sea Global, la società – controllata dal fondo sovrano di Riyad – responsabile del progetto. Il vivaio già realizzato, ha aggiunto, “consentirà di far crescere il numero di piante e di incrementare la biodiversità, garantendo il raggiungimento degli obiettivi ambientali che ci siamo prefissati”.

Un’eccezione nell’arido ambiente saudita
Al momento, precisa ancora l’agenzia di stampa, gli alberi fin qui piantati – lungo le coste del Mar Rosso e del Golfo Persico – ammontano a 6 milioni circa. Il numero definitivo – i già citati 50 o 100 milioni – dovrebbe essere raggiunto “nei prossimi anni”. Nessuna data certa. a oggi, è stata fissata.
Le mangrovie, ha osservato l’UNESCO, rappresentano una particolare eccezione nel limitato panorama vegetale saudita. Nelle aree in prossimità del mare, nota infatti l’agenzia dell’ONU, le mangrovie si estendono con facilità garantendo ampia copertura sul territorio.
In Arabia Saudita le zone dove sono presenti queste piante rappresentano un’area complessiva di 204 chilometri quadrati e si affermano come habitat naturali per gli uccelli migratori e fattori di mantenimento della sicurezza alimentare e della ricchezza ittica. Queste aree, inoltre, contribuiscono anche a liberare le spiagge dagli agenti inquinanti e a ridurre le temperature e l’umidità a livello locale.

 

Una risorsa per clima, biodiversità e suolo

Quella saudita non è un’iniziativa isolata. Nel mondo, infatti, non mancano ulteriori esempi di impiego delle mangrovie nei processi di ripristino e di tutela dell’ambiente. Queste piante, infatti, si caratterizzano per un’eccezionale capacità di sequestro del carbonio con ovvie ricadute positive per la mitigazione del clima e la salute del suolo.

Secondo un rapporto della Ong Global Mangrove Alliance gli esemplari di questa pianta presenti sul Pianeta sarebbero in grado, in questo modo, di prevenire emissioni totali per oltre 21 miliardi di tonnellate di CO2.

Le mangrovie, inoltre, “agiscono come dighe permeabili, smorzando le mareggiate e limitandone l’impatto”. Secondo le stime, evidenzia ancora la Global Alliance, questi alberi sono in grado, in tal senso, di evitare danni per oltre 65 miliardi di dollari all’anno riducendo il rischio inondazioni in territori abitati da circa 15 milioni di persone.

Alla fine del secolo scorso il mondo ha perso un terzo delle sue mangrovie

Il problema, però, è che questi habitat sono a rischio. Tra il 1980 e il 2000, riferisce infatti il think tank statunitense One Earth, il mondo ha perso il 35% circa delle sue mangrovie. Nel corso del XXI secolo la situazione è migliorata e a oggi, ricorda ancora Global Mangrove Alliance, il 42% degli esemplari si trova in aree protette.

Nonostante questo, però, tra il 1996 e il 2016 il Pianeta ha registrato una perdita netta di questi alberi pari al 4,3%. Come dire che la velocità di ricrescita non è stata sufficiente a compensare le perdite.

Sempre secondo il rapporto il 60% delle perdite è legato alle attività umane (deforestazione, in primis). Il resto, va da sé, è frutto dell’azione della natura sulla quale, tuttavia, incide anche il cambiamento climatico. L’innalzamento del livello del mare, in particolare, rappresenta una minaccia per le mangrovie che, in simili circostanze, vengono letteralmente inghiottite dalle acque.