24 Novembre 2021

Dall’Asia all’Europa BGCI lancia l’allarme alberi: il 30% delle specie potrebbe sparire. Attività umane e cambiamento climatico sotto accusa. Le soluzioni? Ampliare le aree protette e incrementare i fondi

di Matteo Cavallito

 

Ascolta “Non solo Amazzonia: tra gli alberi del Pianeta, una specie su tre rischia l’estinzione” su Spreaker.

17.500 specie di alberi (il 30% del totale) sono a rischio estinzione. È la pesante sentenza pronunciata dai ricercatori di Botanic Gardens Conservation International (BGCI), un’organizzazione britannica attiva dal 1987. Il responso, pronunciato in una ricerca diffusa a settembre, riemerge come un potente monito in questi giorni dopo l’ennesimo allarme sulla deforestazione in Amazzonia, protagonista dell’accelerazione più consistente dal 2006 (+22% tra agosto 2020 e luglio 2021). L’indagine, frutto di 5 anni di lavoro, ha permesso di elaborare una fotografia globale del problema che non sembra avere eguali in natura.

Oggi, affermano infatti gli autori, “le specie arboree a rischio sono il doppio rispetto a quelle più vulnerabili di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili messi insieme”.

Agricoltura e industria del legname favoriscono l’estinzione delle piante

Ma quali sono i principali fattori dietro al fenomeno? L’attività umana ha un peso molto rilevante: il 20% circa delle specie, nota l’indagine, “è usato direttamente per cibo, combustibile, legname, medicine, orticoltura e altro”. E ancora: “Le maggiori minacce per gli alberi includono la perdita di habitat dovuto all’estensione dell’agricoltura e del pascolo, seguita dall’eccessivo sfruttamento legato al taglio e alla raccolta. Tra le specie utilizzate nell’industria del legname una su tre è minacciata dall’estinzione”.

In sintesi, segnalano i ricercatori, l’agricoltura impatta sul 29% delle specie vulnerabili, l’industria del legname sul 27% mentre l’espansione degli allevamenti colpisce il 14% delle varietà di alberi a rischio. Urbanizzazione e incendi – un problema, quest’ultimo, sempre più diffuso anche in Europa e in Nord America – interessano entrambi il 13% delle specie osservate.

Il cambiamento climatico minaccia gli alberi

Negli ultimi anni, poi, l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sugli effetti del clima. Gli alberi, infatti, sono sempre più minacciati dal riscaldamento globale che, ovviamente, altera in modo decisivo le condizioni ambientali riducendo l’estensione dell’habitat naturale delle piante. “Almeno 180 specie di alberi sono direttamente minacciate dall’innalzamento del livello del mare e da gravi eventi meteorologici”, spiegano gli autori. “Questa minaccia è più grave per le specie insulari, comprese le magnolie nei Caraibi. Un aumento degli incendi è rappresenta un forte rischio per gli alberi in Madagascar così come per le querce americane e il faggio australe”.

Brasile primatista del rischio

L’indagine ha consentito di evidenziare la variazione del fenomeno a livello nazionale. Con 1.788 specie a rischio su 8.847 presenti nei suoi confini, il Brasile è il triste primatista mondiale nella classifica per valore assoluto. In termini relativi il dato peggiore spetta invece alla Malesia dove le varietà di alberi vulnerabili è pari a circa un quarto del totale: 1.295 su 5.422. Numeri molto simili per l’Indonesia, leader globale nella produzione di olio di palma: qui l’allarme suona per 1.306 specie su 5.716, il 23%. Preoccupante anche il dato della Cina: 890 su 4.608. Prendendo in considerazione solo le specie native spicca il dato dell’Europa che fa i conti una forte diffusione del rischio estinzione che interessa il 58% delle sue specie autoctone.

Cinque azioni per fermare l’estinzione

I ricercatori, infine, avanzano alcune proposte per decisori ed esperti, chiamati, con il loro impegno, a frenare la diffusione del fenomeno. Cinque le azioni decisive individuate:

  • Estendere la copertura delle aree protette per le specie arboree minacciate.
  • Tutelare le varietà a rischio a livello globale nei giardini botanici e nelle banche dei semi.
  • Aumentare la disponibilità di finanziamenti governativi e privati.
  • Espandere i programmi di rimboschimento e assicurare la piantumazione mirata di specie minacciate e autoctone.
  • Aumentare la cooperazione globale per contrastare il fenomeno dell’estinzione.

“Le specie arboree sono la spina dorsale dell’ecosistema naturale poiché sequestrano il 50% del carbonio terrestre e forniscono una protezione rispetto ai fenomeni meteorologici estremi, come uragani e tsunami”, sottolinea quindi la ricerca. Inoltre, “molte varietà di alberi minacciati forniscono l’habitat e il cibo per milioni di altri esemplari di uccelli, mammiferi, anfibi, rettili, insetti e microrganismi”. Anche per questo, concludono gli autori, “l’estinzione di una singola specie può causare un effetto domino, favorendo la scomparsa di molte altre specie”.