4 Luglio 2025

L’Irlanda ha mappato i suoi suoli di torba (grazie all’AI e ai raggi gamma)

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Combinando l’AI con i dati radiometrici, i ricercatori dell’Università di Galway hanno potuto distinguere i terreni di torba che non erano stati individuati nelle precedenti rilevazioni

di Matteo Cavallito

Creare un nuovo approccio per l’individuazione dei terreni di torba per comprendere dove venga immagazzinato il carbonio nel terreno. È ciò che hanno fatto i ricercatori dell’Università di Galway che, combinando nuove tecniche analitiche e dati di osservazione aerea, hanno fornito un quadro aggiornato della distribuzione di questi suoli in Irlanda.

I risultati dello studio, condotto dall’ateneo irlandese in collaborazione con il Trinity College di Dublino e altri enti di ricerca, forniscono nuove indicazioni per indirizzare le scelte sull’uso del suolo e gli interventi di mitigazione delle emissioni di gas serra.

Terreni essenziali per il sequestro di carbonio

I terreni di torba, osserva una nota della stessa università, si distinguono da quelli minerali perché sono formati da materiale vegetale in decomposizione, mescolato con acqua e, soprattutto, contengono una notevole quantità di carbonio. Preservarne l’integrità, in altre parole, significa limitare le pratiche che favoriscono le emissioni dell’elemento – come il drenaggio – proteggendo così il riconosciuto ruolo di mitigazione climatica di questi suoli.

In questo contesto, realizzare una mappatura precisa diventa quindi fondamentale. Tuttavia, spiegano i ricercatori, i metodi in uso – dall’osservazione sul campo a quella satellitare – hanno alcuni limiti.

“Il campionamento tradizionale tende spesso a trascurare i confini e le zone di transizione tra torba e suoli minerali”, si legge nello studio. Contemporaneamente, “i dati satellitari misurano soltanto la superficie e possono non essere in grado di attraversare la copertura del suolo, tralasciando potenzialmente quei terreni coperti dalla vegetazione delle praterie o dalle foreste”. I ricercatori hanno quindi sviluppato un nuovo sistema che prevede l’uso di un algoritmo di apprendimento automatico per individuare i terreni di torba in base alle caratteristiche evidenziate nei primi 60 cm di profondità.

Con la radiometria e l’intelligenza artificiale una mappa più precisa

La ricerca si basa sulla radiometria ovvero, nello specifico, sulla misurazione dell’intensità dei raggi gamma – emessi a seguito del naturale decadimento radioattivo delle rocce e dei terreni – rilevati dalle indagini in quota. “I terreni di torba hanno la capacità unica di bloccare questo tipo di radiazioni naturali, riducendo drasticamente il numero di raggi gamma rilevati dal sensore montato sui velivoli che li sorvolano”, ha spiegato Dave O’Leary, ricercatore e co-autore dello studio.

Applicando un modello di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati radiometrici raccolti dagli aerei nel corso degli anni, gli autori hanno potuto distinguere le zone con terreni di torba da quelle che ne erano prive.

Il sistema, inoltre, ha permesso di classificare con maggiore precisione le zone di transizione tra questi diversi tipi di terreni valutando meglio i cambiamenti nel suolo in ambienti meno “visibili” come alcune praterie e le foreste. I dati, infine, sono stati corretti con alcune osservazioni a campione effettuate a terra. “La mappa risultante rappresenta un passo avanti verso la comprensione della reale distribuzione spaziale dei suoli di torba in Irlanda comprese le zone di transizione”, afferma lo studio.

La nuova mappa della distribuzione dei terreni di torba che include le aree di transizione. Dati per l’Irlanda del Nord non disponibili. Immagine: O'Leary et al. "Airborne radiometric data for digital soil mapping of peat at broad and local scales", Geoderma Volume 453, January 2025, 117129 https://doi.org/10.1016/j.geoderma.2024.117129 Attribution 4.0 International CC BY 4.0 Deed

La nuova mappa della distribuzione dei terreni di torba che include le aree di transizione. Dati per l’Irlanda del Nord non disponibili. Immagine: O’Leary et al. “Airborne radiometric data for digital soil mapping of peat at broad and local scales”, Geoderma Volume 453, January 2025, 117129 https://doi.org/10.1016/j.geoderma.2024.117129 Attribution 4.0 International CC BY 4.0 Deed

In Irlanda più suoli di torba del previsto

Lo studio ha permesso quindi di rilevare come i terreni di torba – o parzialmente tali – siano più diffusi di quanto si pensasse. Utilizzando questo nuovo approccio di ricerca, infatti, l’area considerata “torbosa” in Irlanda ammonterebbe al 30% della superficie totale contro il 24% inizialmente stimato. “Pochi Paesi hanno acquisito una serie di dati così vasta”, afferma ancora O’Leary. “Speriamo che la nostra ricerca incoraggi e incentivi altre nazioni a investire in questo tipo di indagini per soddisfare le loro esigenze di mappatura delle torbiere”.

Secondo la collega Eve Daly, in particolare, lo studio “fornisce ai decisori e alle autorità di regolamentazione dati spaziali più precisi sull’estensione del suolo torboso in Irlanda e consente di evidenziare aree specifiche adatte o meno a interventi di mitigazione delle emissioni di gas serra”.

L’uso del suolo, che include attività agricole e il drenaggio delle torbiere, ha ricordato nelle scorse settimane l’agenzia France-Presse, è una delle maggiori fonti di emissioni di carbonio dell’Irlanda. Per questo, il ripristino e la riumidificazione di migliaia di ettari di torbiere dovrebbero contribuire a ridurre in modo significativo le emissioni aiutando così il Paese a raggiungere i propri obiettivi climatici al 2030.