Gli alberi attorno ai campi coltivati fanno crescere la resa delle colture
Secondo uno studio canadese la presenza degli alberi fa crescere il numero degli insetti che, da parte loro, contribuiscono all’impollinazione e al contrasto dei patogeni delle colture
di Matteo Cavallito
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L’installazione di barriere di alberi intorno ai campi agricoli favorisce la presenza di insetti impollinatori a beneficio delle colture. A confermarlo è un recente studio dell’Università dell’Alberta, in Canada, che ha quantificato il numero dei sirfidi – una famiglia di insetti impollinatori – in alcuni campi di colza. “I sirfidi forniscono un duplice servizio ecosistemico, poiché mentre gli esemplari adulti agiscono come impollinatori le larve possono essere predatori di parassiti delle colture”, si legge nello studio. Per questo, rilevano i ricercatori in una nota, è importante acquisire maggiori conoscenze su come sfruttare al meglio i servizi che gli insetti stessi possono fornire alle coltivazioni.
I sirfidi sono una risorsa sorprendente
Sebbene meno conosciuti rispetto ad altri impollinatori più comuni, i sirfidi sono in realtà una risorsa particolarmente preziosa. “Le api possono impollinare, ma non hanno un ruolo nel controllo dei parassiti”, spiega Rachel Pizante, ricercatrice e principale autrice dello studio. Altri insetti, come alcuni coleotteri, hanno larve che possono contrastare i patogeni, ma molti di loro non sono in grado di impollinare. Al contrario, “I sirfidi sono un gruppo importante di insetti comuni che possono fornire entrambi i servizi”.
Alla luce di tutto questo diventa quindi particolarmente importante capire quali fattori possano influenzarne la presenza e, con essa, le ricadute positive per le colture.
“Poiché nelle colture a fioritura massiva il periodo di insorgenza dei fiori è limitato, anche le risorse all’interno di queste ultime per i sirfidi adulti possono essere limitate e cambiare nel tempo”, spiega lo studio. “Pertanto, gli insetti devono spostarsi tra le colture e i loro bordi. È possibile che alcuni tipi di vegetazione di confine supportino la fornitura di sirfidi alle colture meglio di altri”. Operando in 10 campi di colza situati nell’Alberta centrale, ciascuno con almeno un bordo alberato e uno erboso, gli autori hanno quindi misurato il movimento degli insetti tra i campi e i loro confini.

Le api e insetti impollinatori in generale hanno un ruolo cruciale per la nostra sicurezza alimentare e per gli ecosistemi. Qui, 5 dei “servizi” garantiti dalla loro presenza. FONTE: Archivio FAO.
Con gli alberi la presenza dei sirfidi aumenta di 33 volte
Lo studio si è basato sull’impiego di trappole nei bordi erbacei e alberati che hanno consentito di effettuare campionamenti continui nel periodo maggio-agosto. I ricercatori hanno quindi preso in considerazione non solo il tipo di perimetro del campo ma anche diverse variabili come la struttura e la composizione di quest’ultima (larghezza del bordo, copertura della chioma, altezza dell’erba, copertura erbacea, copertura vegetale, disponibilità di fiori e densità di alberi, arbusti, tronchi e detriti legnosi abbattuti) valutando come questi fattori influenzassero il movimento dei sirfidi all’interno e all’esterno delle colture.
“Abbiamo riscontrato che il tipo di bordura influisce sul movimento dei sirfidi, tanto che, per tutta l’estate, l’esportazione netta di questi ultimi verso le colture è stata oltre 33 volte superiore dalle bordure alberate (84.699 sirfidi stimati per km a settimana) rispetto a quelle erbacee (2.515)”.
“Non abbiamo trovato una singola componente della vegetazione all’interno dei bordi dei campi alberati che spiegasse la differenza di movimento. Abbiamo riscontrato una maggiore attività dei sirfidi nelle bordure erbacee rispetto a quelle alberate durante e dopo la fioritura della colza ma l’attività complessiva rilevata in precedenza era uguale tra i due diversi tipi di confini”.
Un sostegno alla biodiversità
In altri termini, rilevano gli autori, l’efficacia degli alberi non varia a seconda della loro caratteristiche. La soluzione, quindi, risulta particolarmente agevole. “Qualsiasi bordura alberata dovrebbe essere in grado di fornire un numero sufficiente di sirfidi per aumentare potenzialmente la resa dei raccolti e non sono molti gli interventi da fare. Non è necessario, ad esempio, che le bordure siano piantate in determinati modi” spiega l’autrice. “Ciò significa che anche che se un agricoltore volesse piantare una fascia alberata per altri scopi, come la mitigazione dell’erosione del suolo, ad esempio, anche i sirfidi ne beneficerebbero”.
Lo studio evidenzia poi un altro aspetto chiave: la presenza degli alberi favorirebbe non soltanto l’aumento del numero ma anche la biodiversità degli impollinatori. Gli studiosi, infatti, hanno identificato 96 specie dell’insetto rilevando che i bordi alberati hanno supportato una diversità doppia di sirfidi rispetto ai perimetri erbosi, probabilmente a causa delle maggiori risorse disponibili per le larve delle mosche in queste aree. Questi benefici aggiuntivi, spiegano, includono l’impollinazione dei fiori selvatici e la decomposizione del legno morto che si trasforma in sostanze nutritive per il suolo.

Foto: Jean and Fred Hort Attribution 2.0 Generic CC BY 2.0 Deed
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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