10 Dicembre 2024

Così il suolo impatta sui microbi nelle foreste soggette a degrado

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Uno studio spagnolo svela una dinamica poco nota nel sistema suolo-microbi. Il terreno, spiegano gli autori, condiziona le comunità dei microorganismi più di quanto faccia il ciclo vitale delle piante

di Matteo Cavallito

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Le dinamiche stagionali e la composizione della comunità dei microbi – con una presenza variabile di funghi e batteri – nelle foreste in declino dipendono principalmente dall’interazione tra i principali gruppi funzionali e le condizioni del terreno. Il ciclo vitale degli alberi, al tempo stesso, gioca invece un ruolo minore. È questa la principale conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment.

La ricerca, che ha coinvolto studiosi dell’Instituto Pirenaico de Ecología (IPE-CSIC) di Saragozza e dell’Instituto de Recursos Naturales y Agrobiología di Salamanca, si è concentrata sulle foreste dell’area mediterranea, una delle regioni europee più colpite dagli effetti del cambiamento climatico.

Il ruolo dei microbi nelle foreste in declino

“In un contesto di aumento delle temperature e di siccità più frequenti e gravi, si prevede un aumento degli episodi di moria forestale indotti dalla carenza idrica e dal caldo con conseguenti cambiamenti nella composizione delle foreste”, spiega lo studio. Nella regione mediterranea, proseguono gli scienziati, “l’aumento delle temperature sta portando a cambiamenti nella composizione delle specie favorendo quelle più adatte alla siccità”. In questo contesto il microbioma del terreno può contribuire quindi alla mortalità degli alberi più vulnerabili a questo fenomeno.

Tuttavia, “La stretta relazione tra alberi e microbi del suolo rende difficile determinare quale sia la causa e quale l’effetto del declino delle foreste”.

Il microbioma, insomma, svolge un ruolo importante nel funzionamento delle foreste ma l’impatto del deperimento indotto dalla siccità e della morte degli alberi sui microbi è ancora poco chiaro. Lo studio si è posto quindi il problema di svelare queste dinamiche.

Lo studio

I ricercatori hanno utilizzato l’analisi degli acidi grassi fosfolipidi per quantificare la biomassa microbica del suolo e studiarne i cambiamenti stagionali in tre diverse foreste mediterranee in fase di deperimento. Nel corso dello studio gli autori hanno inoltre misurato i parametri microclimatici e quelli fisici e chimici del suolo presente sotto ad alberi caratterizzati da diverso vigore valutato, a sua volta, in base al grado di defogliazione della chioma. Tali fattori sono stati  quindi posti in relazione con i cambiamenti stagionali della comunità microbica.

Nel complesso, la struttura, la biomassa e la presenza relativa dei principali gruppi funzionali del microbioma del suolo variano considerevolmente in base alle caratteristiche delle foreste e alle stagioni in contesti di deperimento continuo con un’elevata mortalità delle piante.

Tuttavia, scrivono gli autori, “mentre le dinamiche stagionali mostrano schemi prevedibili, che dovrebbero essere presi in considerazione in studi futuri, la variazione all’interno del territorio è altamente variabile e dipende principalmente dai parametri fisici e chimici del suolo“.

Informazioni decisive per le foreste mediterranee

Le scoperte, dunque, “indicano che la struttura delle comunità microbiche del suolo, la loro biomassa e l’abbondanza relativa dei gruppi funzionali chiave, mostrano significative dinamiche stagionali nelle foreste di pini mediterranee in declino”. Inoltre, “queste dinamiche non sono coerenti tra le foreste dominate da diverse specie di pino, alimentando la complessità delle variazioni della comunità microbica del suolo”.

Il microbioma, ricordano gli scienziati, può favorire l’assorbimento di acqua e nutrienti da parte degli alberi attraverso la sua interazione con le radici. Per questo il deterioramento dell’interazione pianta-microbioma può indebolire la resistenza degli alberi alla siccità.

Le informazioni sul cambiamento nella composizione della comunità microbica del suolo sotto gli alberi con e senza sintomi di declino indotto dalla siccità sono dunque davvero importanti. Conoscere cosa avvenga nel terreno, conclude infatti la ricerca, “potrebbe essere particolarmente rilevante per le pinete mediterranee che mostrano evidenti segni di perdita di vigore (defogliazione delle chiome e imbrunimento degli aghi) fornendo indicazioni sulle possibili attività di gestione che possono migliorare il microbioma e le foreste rendendole più tolleranti allo stress da siccità”.