21 Gennaio 2021

L’università di Plymouth: “la capacità di assorbimento idrico di un terreno soggetto a riforestazione può quasi raddoppiare in un decennio e mezzo”. Ecco perché il programma governativo di impiantare 30 milioni di alberi in 5 anni può risultare decisivo

 

di Matteo Cavallito

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La riforestazione degli altipiani potrebbe essere sufficiente per fermare le inondazioni e ridurre significativamente il rischio di dissesto idrogeologico nello spazio di 15 anni. A rivelarlo è una ricerca dell’Università di Plymouth. L’indagine chiama implicitamente in causa il governo britannico che ha promesso di intervenire nei prossimi anni per la tutela del suolo. Il programma prevede in particolare l’impianto di 30 milioni di alberi all’anno entro il 2025. Altre iniziative, ricorda l’ateneo, puntano “a migliorare la ritenzione del carbonio, il livello di biodiversità e la prevenzione delle inondazioni”.

La riforestazione come soluzione “naturale”

Da anni, il tema della riforestazione è considerato centrale nei programmi di ripristino del suolo e del suo ecosistema. E il caso britannico non fa eccezione. Negli altipiani del Regno Unito, si legge nella ricerca sostenuta anche dall’ente di beneficenza per i boschi autoctoni Moor Trees, “l’eccessivo sfruttamento dei pascoli e la conseguente compattazione del suolo hanno ulteriormente aggravato l’entità e il rischio delle inondazioni improvvise lungo molti bacini idrografici fluviali”. Per questa ragione, prosegue lo studio, il ripristino dei boschi è visto sempre più spesso come una soluzione. L’idea, insomma, consiste nel trovare una risposta naturale alla crescente diffusione dei fenomeni di erosione legati al cambiamento climatico. Misurare l’efficacia delle soluzioni, tuttavia, è risultato spesso complicato.

L’assorbimento dell’acqua raddoppia in 15 anni

Per ovviare a questo problema, lo studio – che si concentra su quattro bacini idrografici nel Parco nazionale di Dartmoor, nell’Inghilterra sud-occidentale – ha misurato la variazione della capacità di assorbimento del suolo raccogliendo numeri impressionanti. Nelle aree che erano state soggette in passato a riforestazione, in particolare, la capacità di assorbimento del terreno risulta oggi “quasi doppia rispetto a quella rilevata nelle aree prive di alberi”. La riforestazione, in altre parole, “riduce drasticamente la velocità con cui l’acqua piovana entra nei fiumi” contrastando il dissesto idrogeologico. Il miglioramento significativo delle caratteristiche del suolo nei territori esaminati, sottolinea Thomas Murphy, uno dei ricercatori coinvolti, “si è verificato in appena 15 anni, evidenziando come la riforestazione possa costituire una valida opzione per la prevenzione delle inondazioni in un periodo di tempo relativamente modesto”.

L'area oggetto dello studio sui benefici della riforestazione nell'Inghilterra sud-occidentale. Immagine: Thomas R. Murphy, Mick E. Hanley, Jon S. Ellis, Paul H. Lunt, "and Degradation & Development" published by John Wiley & Sons Ltd Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

L’area oggetto dello studio sui benefici della riforestazione nell’Inghilterra sud-occidentale. Immagine: Thomas R. Murphy, Mick E. Hanley, Jon S. Ellis, Paul H. Lunt, “and Degradation & Development” published by John Wiley & Sons Ltd Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Un’occasione per agricoltori e territorio

I dati, spiegano i ricercatori, evidenziano anche il peso di variabili come “la natura del suolo e l’ubicazione dei boschi”. I pendii scoscesi delle colline nei pressi degli altipiani, rileva in particolare l’indagine, sembrerebbero fornire alle piantagioni ex novo “la posizione più efficace per la prevenzione delle inondazioni”. Proprio per questo, operatori e amministratori hanno l’occasione di intervenire con “un approccio congiunto” nelle aree più scoscese, “tradizionalmente poco adatte all’agricoltura e ad altre attività”, ha commentato Paul Lunt, uno degli autori dello studio. Un riferimento, il suo, al programma governativo che prevede sovvenzioni per l’esclusione del pascolo dai terreni più ripidi da destinare poi alla riforestazione.