Lo studio: l’aumento delle temperature favorito dalla deforestazione crea condizioni di lavoro sempre più pericolose facendo aumentare la mortalità. Occhi puntati sull’Indonesia
di Matteo Cavallito
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La deforestazione non uccide solo le piante, né si limita – si fa per dire – ad accelerare il cambiamento climatico. Il crescente disboscamento nella aree tropicali, infatti, può risultare letale anche per gli esseri umani, vittime a gioco lungo della distruzione stessa degli ecosistemi. Lo segnala una ricerca diffusa dalla rivista scientifica Lancet. L’indagine, finanziata dalla University of Washington, analizza gli effetti dell’aumento delle temperature correlato alla deforestazione stessa e al conseguente incremento della mortalità tra le persone costrette, di fatto, a lavorare in condizioni climatiche sempre più proibitive.
NEW SCIENCE: Deforestation is often seen as an environmental problem, but a new study shows it is killing more people than malaria in an area of Indonesia where 17% of land has been cleared since 2002. https://t.co/11xLorSbuF
— The Nature Conservancy (@nature_org) November 11, 2021
Quasi trecento morti in più all’anno
Ricorrendo alle immagini satellitari, gli autori hanno messo a confronto l’andamento della deforestazione e le temperature registrate tra il 2002 e il 2018 nella reggenza di Berau, presso la provincia indonesiana del Kalimantan Orientale. I dati sono stati messi quindi in relazione con i decessi e le condizioni di lavoro. “Tra il 2002 e il 2018, a Berau sono stati disboscati 4.375 km² di terreno, pari a circa il 17% dell’intera area”, si legge nello studio. Contemporaneamente “le temperature massime medie giornaliere sono aumentate di 0,95 gradi centigradi”.
Questo incremento sarebbe stato responsabile di una quota compresa tra il 7,3% e l’8,5% di tutti i decessi. Ovvero da un minimo di 101 a un massimo di 118 morti in più all’anno nel 2018.
Ad essere determinante, ovviamente, l’esposizione a un calore eccessivo che può risultare fatale quando si è sotto sforzo. Secondo le stime dei ricercatori, l’accelerazione del cambiamento climatico potrebbe esporre i lavoratori dell’area a un massimo di 5 ore di lavoro in condizioni critiche al giorno. Provocando fino a 282 morti in più all’anno.
Gli effetti della deforestazione sono ancora sottovalutati
Il ruolo delle piante nella mitigazione climatica è ampiamente assodato. Come è noto, del resto, l’effetto avverso della diminuzione della copertura arborea.
“Studi precedenti che si concentrano su aree urbane e industrializzate hanno evidenziato che l’esposizione al calore eccessivo può far aumentare la mortalità generale, le malattie legate al calore e gli infortuni sul lavoro” spiegano gli scienziati. Poche ricerche, tuttavia, hanno esaminato il medesimo meccanismo nella aree rurali e in via di sviluppo.
Ma è proprio in queste zone, collocate alle latitudini più basse, che “l’esposizione al calore dovuta alla deforestazione e al cambiamento climatico ha già iniziato a colpire la popolazione”, proseguono gli autori. Che, per il futuro, prevedono ulteriori e “sostanziali” impatti sulla salute.
L’Indonesia è nei guai
“Il calore dovuto alla deforestazione e al cambiamento climatico sta uccidendo i lavoratori nei Paesi che ospitano le foreste tropicali riducendo anche la possibilità di lavorare in sicurezza”, ha dichiarato all’agenzia France-Presse Nicholas Wolff, uno degli autori dello studio. Secondo lo stesso scienziato della Nature Conservancy, un’organizzazione non profit americana con sede a Brunswick, nel Maine, il problema “interesserà gran parte della popolazione”.
Per questa ragione, ha aggiunto, “Le persone si troveranno a fare scelte terribili accettando di rischiare la propria vita per poter mettere cibo sul tavolo”.
Proprio l’Indonesia rischia di diventare l’epicentro del problema. Nel 2001, secondo le stime di Global Forest Watch, un progetto dell’organizzazione no profit World Resources Institute di Washington, il Paese ospitava quasi 94 milioni di ettari di foresta vergine. Da allora l’espansione delle attività di sfruttamento delle risorse, a partire dall’estrazione dell’olio di palma, ha determinato la distruzione di 9,75 milioni di ettari. Più o meno il 10% del totale.